I cambiamenti nei livelli di ozono nell’atmosfera scaldano le acque dell’emisfero australe. Cambiamenti che hanno riguardato in maniera diversa l’atmosfera però: su nella troposfera (la parte più bassa), giù nella stratosfera (la fascia immediatamente superiore). È quanto sostiene uno studio appena pubblicato sulle pagine di Nature Climate Change, che richiama l’accento sul ruolo di gas serra e non solo di inquinante dell’ozono.
Quando si parla di ozono, infatti, è necessario prima di tutto fare dei distinguo. Aiuta nel farlo l’Agenzia per la protezione ambientale americana (Epa) che parla di un ozono con effetti benefici e di uno con effetti negativi, pur riferendosi allo stesso gas.
Il primo, quello della parte più in alto dell’atmosfera (la stratosfera), aiuta a proteggerci dalle radiazioni ultraviolette del sole, il secondo invece, quello presente nella parte più bassa, è un pericoloso, che si forma per interazione tra diversi inquinanti (ossidi di azoto e composti organici volatili). Entrambi, ricordano gli autori nel loro articolo, hanno subito dei cambiamenti nella seconda metà del XX° secolo, imputabili all’azione umana: l’emissione di sostanze dannose ha ridotto l’ozono nella stratosfera, così come l’aumento degli inquinanti ha favorito la crescita dei livelli di ozono nella troposfera.
Che effetto ha avuto tutto questo sul clima ma in particolare sulle acque dell’Oceano Antartico? Chiederselo è importante alla luce del suo ruolo di uptake dell’eccesso di calore, spiegano gli autori.