Le zanzare sono più resistenti all’acqua salata di quel che pensassimo. E non è una buona notizia, non solo per il fastidio delle punture: il fatto potrebbe avere infatti ricadute sulla trasmissione di malattie come la malaria, la dengue, la febbre gialla e la Chikungunia, tutte infezioni virali che usano proprio le zanzare come vettori. A scoprirlo un gruppo di ricercatori olandesi dell’Institute of Environmental Sciences (Cml) alla Leiden University, che ha pubblicato i dettagli sulla rivista Parasites & Vectors.

“Quando si parla di zanzare e malattie”, ha raccontato Sam Boerlijst, dottorando al Cml e primo autore dello studio, “il pensiero va immediatamente alla zanzara tigre. Ma in realtà anche la zanzara comune, in linea di principio, potrebbe essere coinvolta nella trasmissione di alcuni disturbi. Fortunatamente ancora non è accaduto, e vogliamo che le cose rimangano così come stanno”. Boerlijst e colleghi hanno lavorato a un progetto di ricerca che studia, per l’appunto, come i cambiamenti climatici e l’uso del suolo influenzano la diffusione delle malattie trasmesse dalle zanzare, concentrandosi in particolare sulla salinizzazione delle acque, un fenomeno le cui proporzioni stanno diventando sempre più importanti, in particolar modo nei Paesi Bassi: “Le coste olandesi”, dice lo scienziato, “stanno diventando sempre più salate a causa dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento del livello del mare, e non abbiamo ancora compreso a fondo cosa comporti per le popolazioni di zanzare e per le malattie”.

Finora si pensava che la zanzara domestica fosse molto sensibile al sale, il che – almeno relativamente alla trasmissione delle infezioni – rappresentava una buona notizia. Tuttavia, pare che dovremmo rivedere questa ipotesi: “I test che abbiamo effettuato con le zanzare di Leida”, dice Boerlijst, “hanno dimostrato che sono in realtà molto più tolleranti al sale di quanto pensassimo. Per questo ci siamo chiesti se e come questi insetti potrebbero adattarsi rapidamente a un ambiente sempre più salino”. Per condurre l’esperimento, i ricercatori hanno raccolto uova di zanzare da Leida, Utrecht e Nimega, città olandesi a distanza diversa dalla costa, e le hanno poste in 48 vasche nell’orto botanico di Leida. Le vasche sono state riempite di acqua, batteri, piante e nutrienti: in questa configurazione, i tre gruppi di zanzare sono stati esposti a diverse concentrazioni di sale e gli scienziati ne hanno poi analizzato lo sviluppo, in termini di rapidità di maturazione, tasso di sopravvivenza dei maschi rispetto alle femmine e tasso di sopravvivenza complessiva.

In questo modo, hanno scoperto che in acqua salata la metà rispetto a quella del mare le zanzare – soprattutto quelle di Leida e Nimega – riuscivano a sopravvivere bene, il che, dice Boerlijst, “suggerisce che anche le zanzare dell’entroterra potrebbero essersi già adattate a una maggiore salinità”. Un altro interrogativo che si sono posti i ricercatori riguarda la deposizione delle uova: “Sopravvivere all’acqua salata è un conto, deporre le uova è un altro”, continua lo scienziato. “Sappiamo che le zanzare femmine, prima di deporre le uova, assaggiano o annusano l’acqua per capire se il posto è adatto. Sono in grado di rilevare proteine emesse dalle salamandre o da alcuni batteri e dedurre la qualità dell’acqua. Eravamo curiosi di comprendere se ne valutassero anche la salinità”.

Per farlo, gli scienziati hanno condotto un cosiddetto “esperimento di colonizzazione”, posizionando altri contenitori d’acqua a diverse salinità nei pressi delle vasche, contando ogni giorno quante uova fossero state deposte in ciascun contenitore: in questo modo hanno scoperto che le zanzare, potendo scegliere, preferiscono l’acqua meno salata, ma alla bisogna non disdegnano di deporre le uova anche in acqua salata. “Il fatto che le zanzare siano più resistenti alla salinità rispetto a quanto pensassimo”, conclude Boerlijst, “è piuttosto preoccupante, perché si tratta di specie ‘pioniere’, che prosperano in aree dove altre specie invece hanno difficoltà: se i predatori e le specie concorrenti non si adattano altrettanto rapidamente e scompaiono, potremmo assistere a una proliferazione delle popolazioni di zanzare. È difficile prevedere quello che potrebbe succedere, perché i fattori in gioco sono molti e tutti interconnessi: temperatura, umidità e livelli dei nutrienti possono amplificarsi o attenuarsi a vicenda. Per esempio, le zanzare sono meno resistenti al sale quando la temperatura è più alta. Solo comprendendo bene tutte queste interazioni sarà possibile fare previsioni più accurate, e agire prima che le zanzare, da semplice fastidio, diventino un vero e proprio pericolo”.