«Si chiama movie tourism o, reso in italiano, cineturismo, e si identifica con il desiderio di andare a vedere di persona i luoghi rappresentati dal cinema e dalla televisione». Così si legge nel saggio “Visioni turistiche” di Debora Calomino (Maurfix Editore). “I film diventano la motivazione che spinge le persone a scegliere una determinata località, attratti dalla bellezza dei paesaggi, ma anche dalla possibilità di sentirsi parte di una storia, come se camminare su quelle strade permettesse loro di entrare in qualche modo nel film”, spiega l’autrice. Viaggiare nei luoghi cult dei set cinematografici è un fenomeno che appassiona, perché legato alle esperienze e alle emozioni. E se in questo periodo, gli spostamenti sono più ridotti, si può approfittare delle ore costretti al chiuso a causa della quarantena o dell’isolamento fiduciario per recuperare qualche pellicola che ci porti, con la mente, a spasso per la nostra bella Italia, in attesa di andarci di persona.
O, se si è fortunati, di godere già adesso di questi set a cielo aperto. Tra le regioni maggiormente attrattive per la settima arte un posto di rilievo spetta all’Emilia: ci si muove nell’intreccio narrativo che si snoda tra passato e futuro. Tornando indietro nel tempo, non si può non partire da Brescello, in provincia di Reggio Emilia, le cui strade e piazze sono state scenario delle storie di Don Camillo e Peppone. Qui fu girato in gran parte il film “Don Camillo” del 1952, diretto da Julien Duvivier, con i due storici protagonisti. Oggi il municipio e la Chiesa di Santa Maria Nascente, che conserva in una cappella il crocifisso parlante, sono ancora nella piazza centrale del paese. Invece tanti oggetti di scena, come la moto di Peppone, l’abito d’ordinanza di Don Camillo e le loro biciclette ma anche fotografie scattate durante le riprese, manifesti e ricostruzioni di alcune location, sono nel Museo Peppone e Don Camillo. La locomotiva che tante volte ci ha fatto entrare e uscire dal paese si trova nel parco intitolato a Guareschi, mentre un “sostituto” del carro armato che compare in “Don Camillo e l’On. Peppone” fa bella mostra di se in Piazza Mingori, dove, qualche mese fa, è stata collocata la statua del soldato russo, legata al film “Il compagno don Camillo”. Vicino c’è il “Museo Brescello e Guareschi – Il Territorio e il cinema”. Non può mancare una sosta alla casa del sindaco in via Carducci, invece la stazione ferroviaria è alla fine di Viale Venturini.
Si gira sempre nel territorio reggiano, tra sterminati boschi di pioppi e le banchine del fiume Po, con “Volevo Nascondermi”, il film sul pittore Antonio Ligabue, interpretato da Elio Germano girato a Correggio. Con la regia di Giorgio Diritti, il film ha vinto alla Berlinale – Berlin International Film Festival nel 2020 ed è stato proclamato miglior film ai premi David di Donatello 2021, con sette statuette.
I castelli e i borghi storici che circondano Parma non sono sfuggiti agli occhi dei registi e non sfuggiranno ai cineamatori. A Salsomaggiore Terme si possono rivivere alcune scene di “L’Ultimo Imperatore” ambientato nell’elegante salone moresco del Palazzo dei Congressi. La città termale è spesso set cinematografico, come per il recente “Il Signore delle Formiche” di Gianni Amelio.
In regione sono nati veri e propri percorsi a tema, grazie a un lavoro congiunto di Regione Emilia-Romagna, Apt Servizi Emilia Romagna, Emilia-Romagna Film Commission, Fondazione Cineteca di Bologna e Istituto dei Beni Culturali (visibili sul sito Emilia Romagna.it). Tra questi l’itinerario bolognese, nella città dove Pier Paolo Pasolini nacque ben un secolo fa nel marzo 2022 (ricorrenza che vedrà nel corso dei mesi numerosi eventi dedicati), ripercorre i luoghi in cui il celebre artista ha vissuto e si è formato e quelli che rappresentarono motivi d’ispirazione per la sua poetica e il suo cinema. Dal Liceo Statale Luigi Galvani all’Università in Via Zamboni, alle location dove girò l’Edipo Re, come il Portico dei Servi e Piazza Maggiore; da Via Borgonuovo alla Via Dei Poeti, passando per la Libreria Nanni, la più antica libreria cittadina (erede dell’Antica Stamperia della Colomba trasformata nell’Ottocento in libreria antiquaria) in via dei Musei sotto i portici, dove il regista comprava i libri e che ancora oggi è un richiamo per i turisti. Colpisce la visione prospettica sulle tipiche bancarelle in stile parigino degli anni ‘20, dove si possono trovare volumi usati e d’occasione. Senza dimenticare la biblioteca della Cineteca di Bologna sede del Centro Studi/Archivio Pier Paolo Pasolini, in cui sono conservati i documenti originali relativi alle sue opere cinematografiche: foto di scena, sceneggiature, ritagli stampa, oltre a rari documenti audiovisivi. Ben undici gli itinerari studiati dalla Cineteca di Bologna per esplorare luoghi più o meno noti attraverso gli occhi dei grandi maestri del cinema.
Spostandosi verso il mare, in Romagna, non mancano le location amate dai cineasti, come nel film “Sotto il sole di Riccione” su Netflix. Tra i luoghi da ritrovare c’è lo stabilimento Bagno Cesare 66 dove i protagonisti vivono le loro avventure e l’Aquafan. Ai piedi del faro di Marina di Ravenna, tra i pescherecci e le barche a vela del Porto turistico, si rivivono le scene della serie Netflix “Summertime”. Qui, infatti, Summer, Dario, Sofia e gli altri si riuniscono al tramonto per un aperitivo. Una trasposizione cinematografica non certo lontana dalla realtà: quest’area da sempre è punto di raccolta per quanti, soprattutto in estate, hanno voglia di staccare dalla quotidianità.
Infine, anche la gastronomia domina il cibo. Il re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano, è divenuto fonte di ispirazione per un film, da poco andato in onda su Rai 1 (presto online sul sito del Consorzio del Parmigiano). Si chiama “Gli Amigos” ed è stato diretto da Paolo Genovese. Tra i protagonisti ci sono l’attore Stefano Fresi e lo Chef Massimo Bottura, alle prese con una scuola di cucina e con una sfida a base di Parmigiano Reggiano, che diventa un viaggio alla scoperta delle origini e i segreti del famoso formaggio. Per riviverne le atmosfere, basta visitare alcuni dei caseifici in cui nasce questa prelibatezza casearia, senza dimenticare gustosi assaggi.