L’occasione è la giornata mondiale della fauna selvatica, che si celebra domani, un momento in cui sottolineare come anche le specie tutelate siano sotto attacco, spesso a causa di credenze difficili a morire e disinformazione attuata ad arte. Dopo un nuovo caso di bracconaggio, che ha avuto come vittima un lupo, l’Enpa approfitta della giornata mondiale della fauna selvatica per ricordare che sono ben 15  dall’inizio dell’anno i lupi trovati morti e svelare tutte le fake news su questo predatore simbolo della biodiversità del nostro Paese.

Enpa, nel ricordare che i lupi sono particolarmente protetti dalla legge sulla Fauna 157-92, dalla direttiva europea Habitat e dalla convenzione di Berna, sottolinea che questi animali sono “sotto attacco – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – sia da parte dei bracconieri che agiscono sempre più indisturbati (dei 15 lupi trovati morti diversi sono i casi di bracconaggio accertati ed altri sono in corso di accertamento) sia da parte di chi li vorrebbe ogni giorno sulle prime pagine di giornale come il male assoluto, per sentirsi un domani legittimato a sparare.

Enpa definisce “assolutamente preoccupante la posizione del ministro dell’Agricoltura che parla di ‘una sovrabbondanza’ della specie, mentre i dati scientifici dicono tutt’altro. Contro il bracconaggio servono sanzioni più pesanti, – continua l’associazione animalista – bisogna cambiare quelle sanzioni irrisorie, del tutto insufficienti, come quelle previste dall’articolo 727 bis del Codice Penale che fino ad oggi non hanno affatto contribuito a rappresentare un deterrente dalle uccisioni del lupo e delle specie protette”.

“In questa giornata – continua Rocchi -, oltre a tornare a chiedere al Governo un intervento immediato in questo senso, vorremmo che si parlasse del lupo senza allarmismi, smascherando tutte le fake news che lo riguardano e, perché no, raccontando qualche curiosità su uno degli animali più affascinanti e meno conosciuti del nostro Paese, il cui ruolo in natura è fondamentale per l’equilibrio tra le specie”.

Ecco le notizie false più frequenti sui lupi:

  • I lupi diventeranno sempre più numerosi. Falso. Nonostante i sempre più frequenti falsi avvistamenti annunciati sui media e tramite social network, quasi tutti riguardanti cani, e la percezione di alcuni cittadini, anche il lupo, come le popolazioni selvatiche, regola il proprio numero in base alla disponibilità delle risorse, non solo alimentari ma anche ambientali. Non dimentichiamo, infatti, che i lupi sono animali che vivono in branchi e che occupano un territorio ben preciso, anche di 200 Kmq; quindi, generalmente, il branco che occupa quel territorio non cresce di numero, ma rimane stabile.
  •  I lupi rappresentano un pericolo per l’uomo. Falso. Questa convinzione è del tutto falsa. Come ogni animale selvatico, il lupo teme l’uomo e non lo considera una preda. Naturalmente occorre adottare sempre comportamenti responsabili, ricordando che disturbarli o inseguirli è un reato grave: Enpa ha portato in tribunale chi lo ha fatto e ne ha ottenuto la condanna.
  • 3) C’è stato un ripopolamento dei lupi. Falso. Non esiste, né oggi né in passato, alcuna forma di ripopolamento dei lupi e chi lo afferma, sta sostenendo una vera fake news. Il lupo si è espanso naturalmente soprattutto a causa della presenza del cinghiale di cui è il maggior predatore (se ne alimenta per oltre il 90% della sua dieta). In tal modo diventa l’ odiato “competitor” del cacciatore e questo spiega l’accanita ostilità del mondo venatorio nei sui confronti.
  • Il lupo ulula quando vuole attaccare. Falso. Con l’ululato i lupi comunicano tra loro, anche di giorno. Possono non solo delimitare il territorio, ma anche, ad esempio, comunicare dove si trova cibo. L’ululato del lupo viene a volte pensato come “sinistro” poiché c’è chi ancora pensa che ululI per poi attaccare. Nulla di più falso.
  • Il lupo ama attaccare gli animali da allevamento. Falso. Essendo un predatore opportunista, in determinati contesti potrebbe occasionalmente nutrirsi di animali da allevamento lasciati in balia di loro stessi, senza adeguate protezioni e senza guardiania. Tuttavia, il 90% della sua dieta è costituita da ungulati selvatici. Se fossero utilizzate le basilari norme di custodia responsabile degli animali, ad esempio ricoverandoli in luoghi sicuri per la notte, oppure proteggendoli con cani da guardiania, recinzioni elettriche ecc. , non si correrebbero rischi.