Quante volte ho letto dello smarrimento che provoca la morte di un maestro spirituale?
I libri che raccolgono l’eredità di figure oramai storiche ne sono colmi eppure viverlo amplifica il senso di incapacità, di inadeguatezza. C’è tutto quello scoramento, quel disorientarsi che ti lascia svanito, ti guardi intorno come se fosse cambiato qualcosa nell’orientamento stesso del mondo: ti osservi vagare lentamente, gli occhi che si posano sulle cose ma non le afferrano, e fuori dalla finestra il cielo poi è sempre al suo posto?
Il 9 novembre, poche ore fa, si è spento il corpo di un uomo conosciuto come Luigi Mario o col nome buddista di Enkagu Taino.