“Quale dono più grande dell’amore di un gatto?”, si chiedeva Charles Dickens, i cui amici a quattro zampe erano liberi di circolare nel suo studio londinese, mentre lui si dedicava alla scrittura. Indipendenti e apparentemente schivi, i mici sono in realtà molto affettuosi, come tutti coloro che li amano sanno bene. Quando se ne adotta uno, occorre subito attrezzarsi con pochi, fondamentali strumenti per accogliere il nuovo arrivato nel migliore dei modi. Tra i primi accessori a cui pensare c’è la lettiera, che sarà usata da queste bestiole, per loro natura molto pulite, già entro il primo mese di vita. Ma come sceglierla affinché sia il più possibile sostenibile per l’ambiente? Ecco una piccola guida, che analizza pro e contro delle varie tipologie.

A base di bentonite

La lettiera convenzionale è fatta di bentonite, un’argilla altamente assorbente e agglomerante che, in presenza di liquidi, può espandersi fino a 15 volte la sua dimensione originale. Piuttosto economica, è in grado di neutralizzare con efficacia gli odori. Gran parte della fornitura mondiale di questo materiale proviene da miniere a cielo aperto, presenti soprattutto negli Stati Uniti, in particolare nel Wyoming, terra di vaste pianure, di montagne, di parchi immensi, di canyon e di geyser. Il problema è che l’attività di estrazione, che consiste nel rimuovere gli strati superiori del terreno in un’ampia area, rischia di distruggere gli ecosistemi, causare erosione e inquinare l’acqua circostante.

Per ovviare a ciò le leggi federali e statali impongono alle aziende estrattive di ripristinare le zone sottoposte a escavazione. “In praterie come queste, è difficile ristabilire le piante autoctone e le specie faunistiche locali, come l’antilocapra americana e il gallo cedrone maggiore”, afferma Lyle King, ecologo e scienziato del suolo che ha lavorato per decenni alla bonifica delle miniere di bentonite, stimando che meno della metà dei progetti di estrazione in cui è stato coinvolto durante la sua carriera siano stati ripristinati in modo soddisfacente.

In gel di silice

Un’alternativa è la lettiera realizzata in gel di silice, che si presenta sotto forma di cristalli o granuli altamente assorbenti. In realtà, anche l’estrazione di questo materiale dal quarzo danneggia la vegetazione e l’habitat di ampie porzioni di territorio. Inoltre, i macchinari impiegati per l’operazione rilasciano gas serra e contribuiscono all’inquinamento idrico e acustico delle zone interessate.

Le lettiere a base di bentonite e di silice non sono biodegradabili: una volta gettate via, sono destinate a rimanere in discarica per centinaia di anni. Non proprio un’ottima opzione dal punto di vista ambientale.

Compostabili nel wc

Ci sono poi le lettiere smaltibili nel water o compostabili. Molto pubblicizzate come eco-friendly, in realtà non lo sono. “Raccogliere gli escrementi del micio e gettarli nel wc è sconsigliato”, dice Kellogg Schwab, microbiologo ambientale e ingegnere all’Università Johns Hopkins, negli Stati Uniti. “Le loro feci possono, infatti, ospitare il Toxoplasma gondii, un parassita in grado di colpire anche gli esseri umani, provocando la toxoplasmosi, un’infezione che può essere mortale per le persone con un sistema immunitario compromesso e che può causare gravi problemi ai feti in via di sviluppo. Una volta finito nelle acque reflue, il germe, che è molto difficile da rimuovere o da uccidere anche per la presenza di una sorta di guscio che lo protegge, può raggiungere i corsi d’acqua e i campi coltivati, diffondendosi con facilità”. Senza contare che gettare nel water qualsiasi materiale che non siano escrementi umani e carta igienica rischia di favorire intasamenti e di danneggiare l’infrastruttura fognaria.

Di origine vegetale

Le lettiere a base vegetale sono in genere composte da mais, erba, piselli avanzati, cioè da scarti agricoli che dovrebbero essere privi di pesticidi e fertilizzanti. Il loro svantaggio principale risiede nello smaltimento. Se finiscono in discarica, vengono sepolte sotto cumuli di altra spazzatura. Qui, senza ossigeno sufficiente per decomporsi correttamente, rilasciano metano, un potente gas serra. Del resto, non è nemmeno facile trasformare questa lettiera in compost, a causa del rischio di contaminazioni da Toxoplasma gondii e altri patogeni.

Tenendo conto di tutto ciò, l’opzione migliore sarebbe, secondo gli esperti, una lettiera a lenta decomposizione, per esempio a base di gusci di noce, in modo da ridurre al minimo l’emissione di metano nella discarica.