Un’azienda agricola tramandata da generazioni, che per Serena Dossi, trentunenne di Pozzolo sul Mincio, in provincia di Mantova, è stato il naturale sbocco di lavoro. Un lavoro, spiega che “è soprattutto passione ma anche una missione, la voglia di curare al meglio un bene come quest’azienda, che è sempre esistita nella ma vita, sin da quando ero piccola e ci venivo a giocare e poi quando ero più grande e venivo a dare una mano. Un’azienda che viene tramandata da generazioni, era del mio bisnonno prima, poi di mio nonno, di mio padre e adesso tocca anche a me prenderne cura, custodirla per le future generazioni”.
Serena però non si è limitata a seguire la tradizione che pure ha conosciuto sin da bambina ma, prima di cimentarsi a pieno in questo lavoro ha studiato all’università, si è “laureata in scienze gastronomiche nel 2012” portando così le nuove conoscenze acquisite al servizio dell’azienda. Oggi per le sue 400 bovine da latte, ha puntato in particolare “sulla loro alimentazione perché se le bovine mangiano bene, stanno meglio e producono un latte migliore. E per questo sono seguite da un alimentarista che crea delle razioni bilanciate con il giusto apporto di nutrienti. Ma è importante anche la qualità dei foraggi come fieno, erba medica e insilato di mais che vengono prodotte nella stessa azienda o in aziende limitrofe”.
Per le bovine in asciutta, quelle che non hanno ancora partorito e che non hanno latte, Serena ha adottato una politica di benessere ancora più importante, quella di “portarle al pascolo, farle stare il più possibile all’aria aperta, farle camminare e farle alimentare con l’erba fresca. E questo si trasforma in un vero e proprio toccasana per l’animale che quando poi avrà partorito e tornerà in stalla, produrrà del latte che sarà di ottima qualità. E starà lui stesso molto meglio”.
Serena pur avendo seguito una strada che sembra segnata da una tradizione di secoli in questa zona di produzione del Grana Padano, non ha rinunciato a introdurre nuovi elementi di crescita nell’azienda di famiglia. Mettendo a frutto gli studi in scienze gastronomiche, “abbiamo puntato a valorizzare anche l’ospitalità puntando sull’agriturismo. Infine, mi occupo della fattoria didattica, che serve a far conoscere gli animali e la vita in fattoria alle scolaresche che vengono in visita. E vedo che i bambini si appassionano tantissimo a quello che accade oltre il mondo che frequentano tutti i giorni ma soprattutto sono curiosi di capire tutti i processi che riguardano gli alimenti che mangiano”.