Diversi e così più resilienti, più forti, pronti a rispondere a minacce diverse. A dimostrare quanto preziosa sia, ancora una volta, la diversità genetica, quando si parla di piante, è uno studio che ha analizzato come cambiano e si adattano piccole foreste di pioppi nel tempo in determinate condizioni. Saperlo risponde più che a una mera curiosità, perché potrebbe aiutare gli addetti ai lavori a capire come prepararsi al meglio per far fronte a condizioni ambientali che cambiano, in primis per effetto dei cambiamenti climatici. A raccontarlo è un team di cricercatori della University of Wisconsin–Madison che presenta sulle pagine di Pnas i risultati di alcune osservazioni sul campo.
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Il campo, letteralmente parlando, è quello di alcuni pioppi (Populus tremuloides) con genotipi diversi che i ricercatori hanno piantato presso la Arlington Agricultural Research Station in prossimità del campus universitario, seguendone la crescita per anni. Ma lo hanno fatto creando condizioni diverse di crescita per le piante: in alcuni casi infatti i pioppi erano chiamati a crescere in una foresta fitta, ad alta competizione (per la luce), nell’altro invece erano più radi, e così sottoposti a meno stress per crescere.
La sfida a crescere però, ricordano gli autori nel loro paper, non è certo l’unica a cui sono sottoposte le piante. Per esempio una delle principali in ambito botanico è rappresentata dalla capacità di resistere all’attacco degli erbivori, con alcune piante più portate a (geneticamente) a farlo di altre. E i ricercatori hanno osservato come si plasmava una foresta di pioppi, con alcuni più predisposti a crescere e altri a difendersi, in un ambiente affollato, dove la competizione era per la luce.
E, senza molta sorpresa, i ricercatori hanno osservato che a spuntarla nei campi più affollati – e senza particolare minacce esterne – erano le piante più predisposte a crescere ad avere la meglio. Se però, per esempio, continuano gli autori, arrivasse un parassita, a sopravvivere meglio sarebbero non solo le piante capaci di crescere ma anche quelle capaci di difendersi. Così che un diverso assetto genetico determina anche diverse risposte in diverse situazioni.
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“Questo lavoro ha mostrato che tratti fondamentali – come la crescita e la difesa – possono essere accoppiati e come la diversità genetica permetterà alle popolazioni di adattarsi a nuovi stress”, ha commentato Rick Lindroth, a capo dello studio. Più in generale, si legge nelle conclusioni, il lavoro mostra come tratti geneticamente controllati dettano l’evoluzione di una foresta nel tempo e fornire una base di resilienza alle foreste con cui affrontare i cambiamenti che in futuro potrebbero presentarsi.