Fondamentale sia per la mobilità sostenibile, sia per la gestione delle fonti rinnovabili non programmabili. Si tratta del litio geotermico, un elemento dalle grandi potenzialità, presente anche nel nostro Paese. L‘Italia avrebbe a disposizione ingenti riserve di litio geotermico, e ciò, evidenziano una moltitudine di studi, le consentirebbe di godere di un doppio vantaggio, ambientale ed economico, perché l‘estrazione potrebbe esser abbinata alla produzione di energia geotermica. L‘opportunità, tuttavia, al momento è soltanto teorica, perché non esistono impianti attivi per l‘estrazione.
Il litio geotermico viene ricavato dalla cosiddetta “salamoia geotermale”. Per mezzo di un‘apposita centrale geotermica è possibile estrarre la salamoia in questione dal sottosuolo a una temperatura di 165°C e sfruttarne il calore, alimentando una turbina in grado a sua volta di produrre energia sufficiente ad autoalimentare l‘intero processo (immettendo in rete un surplus di corrente elettrica).
Dalla stessa salamoia è poi possibile estrarre il litio, senza usare sostanze tossiche o idrocarburi, passando dal cloruro di litio all‘utile idrossido di litio. Infine la salamoia rimanente, raffreddata a 65°C, viene reimmessa nel sottosuolo.
I vantaggi dell’estrazione
Estrarre il litio dalle salamoie geotermiche ha tre vantaggi rispetto ai metodi convenzionali, ovvero l‘estrazione in miniera e l‘evaporazione in stagni di litio. Il primo è il bilancio emissivo: il procedimento si appoggia alle normali operazioni della geotermia, dunque non comporta emissioni aggiuntive di anidride carbonica in atmosfera. In più l‘energia geotermica è sufficiente ad alimentare anche i passaggi di raffinazione successivi, senza richiedere l‘apporto di fonti di energia ulteriori.
Il secondo vantaggio risiede nel non avere bisogno di grandi quantità di acqua e di suolo, come richiesto dagli stagni di litio nel processo per evaporazione. Tutto ciò si riflette nel costo finale, il terzo punto forte del litio geotermico, che è stimato nella metà dei procedimenti convenzionali.
A cosa serve?
Largamente usato in medicina, è oggi però importante soprattutto per le batterie: nei pc, negli smartphone, e in prospettiva ancora di più nell‘industria automobilistica, per il versante delle auto elettriche. Si calcola che il 90% delle batterie al litio prodotte nei prossimi 10 anni saranno destinate alle auto. Più in generale, il litio è al momento considerato il miglior strumento esistente per immagazzinare l‘energia da fonti rinnovabili.
Finora le più grandi risorse del mondo sono situate in un triangolo sudamericano compreso tra Bolivia, Argentina e Cile, e in Australia. Generalmente l‘estrazione avviene in cave a cielo aperto, come nelle miniere o nei salar del Sud America, con un impatto ambientale enorme per le emissioni di CO2 data dall‘intensità energetica necessaria a questo processo, senza sottovalutare il consumo di suolo e di acqua.
Anche per tali motivi, l‘Ue ha inserito il litio tra le materie prime critiche e secondo la Banca Mondiale, per adempiere agli obiettivi climatici globali che sono stati fissati per il 2050, bisognerà aumentare l‘estrazione di litio di 10 volte.
In quest‘ottica, sostenibile ed economica, rientrano quindi i progetti europei EuGeLi (European Geothermal Lithium Brine), che ha prodotto il primo carbonato di litio (Li2CO3) dalla geotermia e senza emissioni di CO2, e quello stipulato tra Enel Green Power e Vulcan Energy per l‘estrazione del litio dai depositi di Cesano, alle porte di Roma. La presenza di litio geotermico nell‘area laziale non è una novità: nel 1975 fu l‘Enel a scoprire un fluido geotermico d‘interesse nell‘area, scavando il pozzo Cesano 1 fino a 1.390 metri di profondità, trovando una temperatura di circa 200°C e un contenuto di litio pari a 350-380 mg/l.
Le due aziende collaboreranno nello specifico per avviare una prima fase esplorativa sulle potenzialità dell‘area – che si estende su una superficie di 11,5 km quadrati – e poi lavoreranno concretamente per capire come avviare l‘estrazione vera e propria. La partnership non si limiterà solo a Cesano, ma potrebbe estendersi in futuro in altre regioni e varcare anche i confini nazionali. “La scelta di puntare sulle fonti rinnovabili porta con sé la volontà di affrontare ogni giorno nuove sfide, da raccogliere con la capacità di innovarsi e l‘entusiasmo di scoprire nuove opportunità” ha commentato Luca Solfaroli Camillocci, responsabile Enel Green Power e Thermal Generation Italia.
La Vulcan, già a fine 2021, ha siglato un accordo con Stellantis tramite il quale si impegna a fornire circa 100 mila tonnellate di idrossido di litio geotermico, provenienti dall‘Alto Reno (Germania), nell‘arco dei prossimi 10 anni. “Vulcan mira a incrementare la futura fornitura del nostro prodotto al litio sostenibile in risposta alla significativa domanda dei clienti, poiché sfruttiamo la nostra vasta esperienza nell‘estrazione del litio da salamoie riscaldate per ottenere una significativa decarbonizzazione delle filiere industriali dei veicoli elettrici a livello globale”, ha commentato Francis Wedin, Direttore Generale di Vulcan.