Gli effetti dei cambiamenti climatici, l’incremento delle concentrazioni atmosferiche dei gas serra, la siccità, sono solo alcuni dei problemi causati all’ambiente e che influenzeranno lo stato di salute di gran parte della popolazione globale. Come ha appena dimostrato la pandemia dovuta a Covid-19: dalla salute del Pianeta dipende quella degli uomini. Per sapersi orientare e affrontare in questa che sarà una delle sfide più importanti del futuro esce un trattato scientifico che è una sorta di roadmap per la prevenzione e la cura delle malattie causate dal degrado ambientale.

Un trattato a più voci

Si tratta del primo Trattato italiano di Medicina d’Ambiente, (edito dalla SEU-Società Editrice Universo) curato dal professor Aldo Ferrara, docente alle università di Siena e Milano che ha riunito scienziati di discipline diverse provenienti dalle università sia italiane che straniere considerati super esperi di temi legati all’ambiente. Di grande attualità i temi affrontati: il coinvolgimento delle comunità nei disastri ambientali, le “morti bianche a orologeria”, misconosciute ma più frequenti rispetto agli infortuni mortali sul lavoro, “la necessità di spostare il focus dalla Medicina del Lavoro alla Medicina delle Comunità, non solo nelle aree ad alto rischio, da Taranto a Brindisi, da Piombino a Marghera, ma in ogni centro afflitto da smog e da inquinanti del suolo e delle acque come il mercurio” ha spiegato Ferrara.

Tenendo presente che per affrontare i danni causati sull’uomo dai cambiamenti climatici serve superare steccati culturali, che spesso limitano i campi di ricerca. Da qui è nata l‘idea di aprire ai ricercatori di discipline che solo apparentemente sembravano lontane. “Come chimica, clinica, urbanistica, mobilità urbana e giurisprudenza che devono convergere per individuare le cause del dissesto ambientale di aria, suolo, acque, accertare responsabilità e applicare sanzioni, in linea con gli ordinamenti Europei. E soprattutto per indirizzare le politiche pubbliche verso misure di prevenzione delle malattie delle comunità”, ha spiegato ancora Aldo Ferrara, che ha sottolineato “il volume si rivolge anche ai politici perché affrontino la questione ambientale seguendo il percorso del teorema, codificato, Salute-Ambiente-Lavoro”. 

“Le aree più inquinate sono i piccoli centri”

Preziosi, dunque, i contributi di docenti di 14 università italiane e straniere (tra cui Londra e Ottawa) e di esperti di Enti di Ricerca come l’Ispra e l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma Capitale. Esperti che da anni si occupano di questione ambientale, con un parametro comune: una metodologia fondata sull’obiettività scientifica, anche andando oltre miti e false certezze. Un esempio?  “L’idea, consolidata nella pubblica opinione, che le città più inquinate siano le metropoli e che lo smog leda solo l’apparato respiratorio” spiega il curatore, professor Ferrara “la verità è che le aree più inquinante sono i piccoli centri, dove un trasporto pubblico locale insufficiente porta a un uso più intensivo dei mezzi privati alzando i livelli di smog, una delle principali cause di ictus o infarto“.

I rischi nelle nostre case

“Per non parlare – spiega ancora il docente che ha coordinato il lavoro – dell’inquinamento nascosto nella nostra quotidianità, dietro a prodotti spesso patinati grazie all’immagine offerta dal marketing: ogni giorno si acquistano merci che contengono additivi nelle materie plastiche, come ad esempio gli ftalati, che rappresentano dei potenti inquinanti ambientali in grado di procurare danni clinici significativi”.

Quindi, se l’immaginario collettivo è da sempre focalizzato sui grandi disastri ambientali (Seveso, Cernobyl, Boma), la verità è che anche nell’indoor (domestico, di lavoro, auto, metropolitana) esiste, da parte di inquinanti che nessuno sospetterebbe tali, una continua aggressione alla salute umana, come allergie, patologie cardio-vascolari, dermatologiche“.

 Nel Trattato c’è un capitolo che riguarda il riassetto urbanistico delle città e della mobilità. La transizione ecologica passa proprio attraverso i nuovi piani di mobilità, ci ricordano gli esperti che che indicano un percorso che porti alla codificazione del teorema Salute-Ambiente. Proprio nel  momento in cui l’Europa si trova ad affrontare due emergenze che vanno a velocità diverse: quella legata al cambiamento climatico, a cui corrisponde la lentezza della transizione energetica. Gli scienziati indicano nuovi approcci in tema di prevenzione, di ristrutturazione urbanistica delle città e di mobilità del futuro. Come scrive il rettore dell’università di Brescia, Maurizio Tira, “abbiamo definito il profilo di nuove città che siano più vivibili e sostenibili”.

Abbattendo gli steccati disciplinari si è ampliata la platea, è sicuro il professor Ferrara, convinto che il Trattato di medicina dell’Ambiente si rivolge non solo a studenti, specializzandi e docenti di Chimica, Clinica, Urbanistica, Mobilità Urbana e Giurisprudenza, ma “si offre un testo immediatamente consultabile, all’amministratore locale che gli indica la strada della legalità ambientale, alle Aziende il percorso entro il quale rimuovere le ‘esternalità negative’ che provocano danni alla salute di intere comunità e fanno lievitare i prezzi dei prodotti finiti”. Ma, aggiunge il docente, l’opera si rivolge soprattutto a chi deve deve prendere decisioni che riguardano le nostre città e gli ambienti di lavoro “perché affronti la questione ambientale seguendo il percorso del teorema Salute-Ambiente-Lavoro”.