La strada per fare dell’Unione europea la prima area del mondo a neutralità climatica passa anche per un contrasto chiaro al greenwashing, termine utilizzato per indicare le pratiche di comunicazione “amiche dell’ambiente”, alle quali corrispondono iniziative solo di facciata, incapaci di incidere a fondo nel cammino verso la transizione ecologica.
Commissione Ue al lavoro
L’ultima novità in tal senso riguarda una proposta di direttiva alla quale sta lavorando la Commissione europea che promette di contrastare pubblicità ed etichette dei prodotti e servizi presentati come sostenibili. Secondo uno studio di Bruxelles su claim pubblicitari dell’area, oltre la metà delle informazioni fornite è risultata vaga, fuorviante o infondata. Un’enormità che rischia di minare il fattore più importante nel processo di transizione green, vale a dire la fiducia dei cittadini e dei consumatori. Oltre a penalizzare le aziende che invece mettono in campo davvero azioni sostenibili, talvolta anche sopportando dei costi nel breve termine, che finiscono col pesare sulla marginalità dei conti.
Verso standard di valutazione condivisi
In base alla proposta, le aziende che affermano che il loro prodotto ha un impatto ambientale positivo devono anche dichiarare eventuali impatti negativi in altri ambiti. Anche in questo caso non si tratterà di comunicazione generiche, bensì occorrerà compilare un form preimpostato con 16 categorie da considerare, tra le quali l’impatto sulla qualità dell’aria e quello sui cambiamenti climatici. In merito all’ultimo ambito, l’obiettivo è limitare soprattutto le comunicazioni di soluzioni presentate come “climate neutral”, ma fanno riferimento a valutazioni difficili da verificare e la cui efficacia è fortemente messa in dubbio dalla comunità scientifica.
Le criticità applicative
Secondo la bozza della Commissione Ue, verrà istituito un sistema di verifica, che dovrà essere effettuato da enti indipendenti, anche se su questo punto sono state sollevate diverse critiche da parte degli analisti. Non si discute la ratio dell’intervento, ma piuttosto la capacità di individuare tempestivamente le comunicazioni fasulle, in modo da evitare che i cittadini siano tratti in inganno. Fondamentale per la riuscita del piano sarà anche l’aspetto sanzionatorio e a questo proposito si sa soltanto che i criteri punitivi verranno stabiliti sulla base di criteri comuni che includano “la natura e la gravità dell’infrazione”, nonché “i benefici economici che ne derivano” e il potenziale danno ambientale causato.
L’iniziativa italiana
Sempre in tema di greenwashing, va segnalata l’iniziativa di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che ha istituito al proprio interno una task force sulla finanza sostenibile che si è data un ruolo di avrà di “facilitatore” per garantire il necessario supporto agli operatori finanziari, alle autorità vigilanti e di controllo, nonché alle imprese nel contrasto al greenwashing.
Il tema della lotta alle comunicazioni sostenibili non veritiere e il ruolo degli enti pubblici è stato affrontato anche alla Cop26 (l’ultima conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici), nel corso della quale è stata sottolineata l’importanza dell’informazione ambientale scientificamente validata, prodotta da enti terzi attendibili e indipendenti che operano sulla base di dati pubblici.
Secondo rilevazioni di Morningstar, nel quarto trimestre i fondi sostenibili hanno attratto 37 miliardi di dollari di nuovi flussi netti nel quarto trimestre del 2022, più dei 24 miliardi del terzo trimestre. Tutto questo mentre l’industria mondiale dei fondi subiva deflussi per 200 miliardi di dollari nel quarto, dopo aver sofferto riscatti netti per 198 miliardi nel terzo. La crescente attenzione degli investitori – retail, così come istituzionali – verso la finanza sostenibile non si spiega solo con ragioni etiche, ma anche alla luce di rendimenti quanto meno paragonabili agli asset finanziari tradizionali, a fronte di una minore volatilità. Una ragione in più per assicurarsi che le informazioni veicolate siano corrispondenti ai fatti.