Sì alla transizione ecologica, ma senza trascurare le ricadute economiche. È questo il nuovo mantra che va prendendo corpo tra le aziende, così come tra i cittadini alla luce dell’indebolimento del ciclo economico. Quindi un approccio pragmatico a una questione enorme come la sostenibilità, in tutte le sue sfaccettature. 

Integrazione pubblico-privato

“L’obiettivo è trovare soluzioni in grado di ottimizzare gli spostamenti dei cittadini, che siano a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici”. Adina Vãlean, commissario europeo per i Trasporti, ha sintetizzato così lo spirito del nuovo “Urban Mobility Framework” adottato dall’Ue per favorire lo sviluppo della mobilità urbana puntando al contempo a ridurre le emissioni inquinanti nell’ambiente e semplificare la vita ai cittadini. Nella consapevolezza che il sistema attuale dei trasporti, basato soprattutto su mezzi privati inquinanti, avrà bisogno di tempo per essere superato.

Il ruolo della tecnologia

Il cambiamento di paradigma richiede investimenti importanti ed è per questo che il nuovo piano è inquadrato all’interno dei Pnrr nazionali, con le risorse pubbliche a fare da sprone per accelerare soprattutto sulla connettività diffusa, che consente di far comunicare tra loro sia i dispositivi esistenti (ad esempio i semafori e i rilevatori del traffico), sia quelli in via di sviluppo (in primis quelli delle auto) e sulle infrastrutture (le colonnine di ricarica per le automobili elettriche). Quindi una transizione spinta dal basso e per gradi, anche nella considerazione che il settore dei trasporti occupa dieci milioni di persone nell’area.

Focus sulle città

Il nuovo quadro per la mobilità si concentra sulle città, nelle quali vive il 70% dei cittadini Ue e dove si genera il 23% di tutte le emissioni di gas serra legati ai trasporti. Per contribuire a centrare di obiettivi comunitari, il settore dovrà abbattere le emissioni inquinanti del 55% entro il 2030 e del 90% entro il 2050. Le direttive agli Stati sono chiare: occorre mettere a punto piani nazionali che rendano il trasporto urbano più sostenibile, rendendo più facile scegliere diverse opzioni di mobilità in base non solo alle esigenze del singolo cittadino, ma anche del momento.

Trasporto intermodale

L’azione a livello locale è accompagnata dall’azione comunitaria, incentrata sulla Ten-T (TransEuropean Transport Network), rete europea di ferrovie, vie navigabili interne, rotte marittime a corto raggio e strade. Il progetto punta a collegare 424 grandi città (definite nel piano come “nodi urbani”) con porti, aeroporti e terminal ferroviari, riducendo sensibilmente i tempi di viaggio tra i vari centri.