Strano destino lega il nome Elsa, i leoni e la libertà. Nel 1966, un film epocale “Nata libera (Born Free)”, diventato un vero cult tra i cinefili green, raccontava la storia di Elsa una giovane leonessa vissuta in cattività che a fatica riconquistava la sua libertà e oggi, nel documentario di Andrea Morabito, “L’ultimo spettacolo (Storia di una liberazione)” (Mescalito Fim), è sempre una leonessa, Elsa, a liberarsi dalle costrizioni di un circo insieme ad un’altra ventina di animali. Ma se nel primo caso la storia veniva tratta dal romanzo omonimo di Joy Adamson, a scrivere la seconda sono state le aule dei tribunali.

“Il documentario – ci confida il regista Andrea Morabito – potrebbe essere definito un legal drama perché ripercorre le vicende di un decennale processo per maltrattamento di animali che ha visto contrapposti la Lav ai proprietari del Circo Martin. La vicenda giudiziaria si è conclusa, in via definitiva, pochi mesi fa con la condanna per maltrattamenti dei titolari. Il film è la storia della più grande liberazione di animali da un circo.”
Quando inizia la vicenda giudiziaria?
“Inizia tutto nel 2010 quando alcuni attivisti in Sardegna filmarono i maltrattamenti agli animali nel corso degli spettacoli del Circo Martin. A partire da quel momento la Lav ha iniziato a denunciare il circo ed è riuscita, alla fine, ad ottenere il sequestro e la liberazione degli animali, con una sentenza che ha fatto giurisprudenza nel diritto animale.”
Nel documentario racconti le vicende legate al salvataggio di più di 20 animali. Qual è la storia, tra le loro, che ti ha più colpito?
“Le vicende di questi animali hanno tutti una radice comune che è quella della sottrazione a maltrattamenti. Sono storie, quindi, di riscatto e liberazione. Ogni animale, ha poi una propria storia specifica, spesso anche drammatica. Personalmente mi sono lasciato coinvolgere dal cavallo Karim del circo Martin che soffriva di un forte stato di denutrizione e aveva altri problemi fisici. Il suo recupero, una volta portato al Centro ‘Animanatura’ di Semproniano, per me è stato emblematico di come sia importante trattare gli animali in modo diverso. Mi hanno colpito molto anche i bovini irlandesi e il recupero di socialità che hanno vissuto al centro. C’è anche la storia del leone Madiba, che proveniva da un altro circo. Quando fu portato al santuario tutti erano convinti che sarebbe sopravvissuto solo pochi giorni per quanto le sue condizioni fossero disperate. Senza criniera, magrissimo, senza tono muscolare per essere stato costretto in una piccola gabbia e privato della possibilità di fare movimenti. Il suo recupero è stato prodigioso, riuscendo persino a condividere con la leonessa Elsa nove anni di vita comune.”
“L’ultimo spettacolo”, il trailer
Sei andato spesso a vedere gli animali nei santuari dove sono stati portati dopo la liberazione?
“Sì, molto spesso. Collaboro con la Lav da cinque anni e in questo periodo ho soggiornato a lungo nel santuario di Semproniano e ho potuto seguire tutti gli animali liberati. È bello vedere come con il tempo riacquisiscano diffidenza nei confronti degli estranei e degli esseri umani. Gli animali ti fanno capire che devi stare lontano. Questo significa che, dopo anni di convivenza forzata con esseri umani nei circhi, stanno riacquistando la capacità di esprimere se stessi.”

Nel film non viene riportata la voce dei proprietari dei circhi, una scelta registica?
“In realtà avrei voluto intervistare i proprietari coinvolti nel processo. Li abbiamo contattati ma hanno rifiutato. Non esserci è stata una loro scelta che ho rispettato. A livello narrativo sarebbe stato importante per raccontare questa storia anche attraverso il loro punto di vista. In tutti i casi comunque dobbiamo ricordare che è intervenuta una sentenza definitiva e una condanna per maltrattamenti che pone un punto fermo che non può essere messo in discussione.”
Andavi al circo da bambino? Quale era il tuo rapporto con il circo?
“Non sono mai andato al circo con i miei genitori. Loro erano contrari. Ci sono andato in altre situazioni. Devo confessare però che ne ho un ricordo molto sbiadito e conservo la percezione di aver visto uno spettacolo in cui gli animali erano costretti ad agire in modo non libero, quasi al di fuori di un contesto reale.”
Un tempo il circo era il solo modo per vedere dal vivo gli animali. Avevano una utilità un tempo?
“Stiamo parlando di uno spettacolo che in passato era radicato e di forte tradizione e probabilmente capace di emozionare anche per la presenza di animali. Mi chiedo però quale fosse il senso profondo di ciò. Era giusto, per soddisfare alcune nostre esigenze, prelevare dal proprio habitat gli animali e privarli di dignità e libertà? A mio avviso è sempre stato un errore.”
Com’è cambiato il nostro rapporto con il mondo animale in questi anni?
“Se parliamo degli animali dei circhi possiamo dire di registrare un concreto cambiamento culturale negli ultimi decenni. Oggi non si accetta più di vedere animali in catena, frustati o costretti a compiere esercizi per loro stressanti, come il salto nel cerchio di fuoco. Questa presa di coscienza, ne sono convinto, porterà automaticamente, nel tempo, alla scomparsa dei circhi con gli animali. C’è una sensibilità crescente della società nei confronti degli animali e dei loro bisogni che va oltre il puro intrattenimento dell’essere umano.”
Quanti animali sono presenti ancora oggi nei circhi?
“È stato calcolato che, a tutt’oggi, siano?presenti circa 2.000 animali nei circhi in Italia. Questi animali non solo sono costretti a spettacoli e addestramenti violenti ma anche a vivere in pessime condizioni, rinchiusi in ambienti inadeguati, spesso privi di riparo dal sole e obbligati a giacere sull’asfalto. Il fenomeno della presenza degli animali nei circhi è in diminuzione, la Lav vuole, però, accelerare questo processo e ha lanciato una campagna e una petizione per non consentire più l’utilizzo degli animali nei circhi.”
In Italia la legge sui circhi è vecchia di 50 anni (1968), che cosa chiede la Lav?
“Per la Lav è importante che il Ministero della Cultura dia corso al decreto attuativo della Legge delega sullo spettacolo che prevede lo stop all’utilizzo degli animali nei circhi, dando vita ad una riconversione delle attività circensi. I tempi sono stretti in quanto il 18 agosto la Legge-delega decade.”
Il documentario è stato prodotto dalla Lav. Il cinema nella sua capacità di denuncia diventa strumento diretto per l’attivismo ambientale?
“Il cinema è un aggregatore incredibile. Offre la possibilità di concentrarsi su un tema con un forte coinvolgimento. Nella comunicazione attuale tutto si muove in superficie e con rapidità, il cinema, invece, dà la possibilità di parlare su un tema in profondità. La potenza della sala credo sarà uno strumento molto utile per il movimento ambientalista.”