Quando “La passione per la scienza fila veloce” viene lanciata una sfida globale in nome della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile a 360 gradi. Sfida vinta dagli studenti del Liceo scientifico Valsalice di Torino che sono arrivati primi alla quinta edizione del Concorso nazionale Mad for Science 2021, promosso dalla Fondazione DiaSorin. Il loro progetto, intitolato come la frase su indicata, è arrivato sul podio e si è aggiudicato il premio di 75mila euro. Somma che sarà utilizzata per implementare, a partire dall’anno scolastico in corso, il biolaboratorio dell’istituto sabaudo che ha partecipato alla quinta edizione della competizione insieme ad altri sette licei giunti alla finale dopo una serie di severe valutazioni che hanno scremato il numero iniziale dei partecipanti, 160 da ogni parte d’Italia. Per aggiudicarsi una parte del montepremi complessivo di 177.500 euro,
Tutti si son dovuti confrontare sul tema “Rigenerare il futuro” elaborando una serie di esperienze didattiche legate agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu, filo conduttore dell’edizione di quest’anno che segna la ripartenza dopo la fase emergenziale della pandemia da Covid-19: dall’Innovazione legata alle biotecnologie a Riciclo, rifiuti, economia circolare fino ad Ambiente e sostenibilità.
Il Liceo Valsalice ha vinto con il progetto “La passione per la scienza ‘fila veloce” ha analizzato i vantaggi della bioconversione, rispetto alla produzione di compost, di allevamenti di mosche soldato a partire dagli scarti della mensa scolastica. Questi prodotti saranno usati per creare tessuti e filati in linea con l’economia circolare.
Oltre agli studenti piemontesi, all’Auditorium Vivaldi di Torino e in collegamento streaming con otto città italiane giovedì 7 ottobre sono stati premiati altri liceali con la passione della scienza “a portata di banco”. Il Liceo Marconi di Pesaro ha vinto il secondo premio in palio ovvero 37.500 euro per il proprio biolaboratorio con il progetto “Mnemiopsisis leidyi: da specie marina aliena a risorsa”. Un percorso interdisciplinare che, partendo dai campionamenti in mare della specie aliena che altera gli ecosistemi dell’Adriatico, punta alla sintesi di collagene animale per creare polimeri biodegradabili.
Il Liceo Fermi di Bologna si è invece aggiudicato il Premio Ambiente, pari a 15 mila euro con il progetto “AgriLab: biotecnologie molecolari e tradizionali per l’ecologia urbana. Prevede un biolaboratorio metropolitano, con spazi all’esterno e all’interno della scuola, dove sviluppare soluzioni di tutela ambientale: dall’impianto di un bambuseto, bosco di bambù, per il monitoraggio della CO2 alla costruzione di serre idroponiche.
Riconoscimenti anche agli altri licei arrivati in finale che hanno ricevuto un premio di 10.000 euro ciascuno da impiegare nell’acquisto di strumentazione e materiali per il loro laboratorio di scienze. Il Majorana di Sessa Aurunca (Caserta) ha presentato il progetto “Dalle bucce di castagne alle sostanze bioattive… giovani ricercatori al lavoro”, monitorando lo stato di salute dei castagneti e utilizzando gli scarti, come le bucce, per produrre bioplastiche, compost ed estrarre tannini da utilizzare nella cosmesi.
Il Galilei di Trieste ha proposto “Energia pulita dagli scarti della viticoltura”, un percorso lungo i 5 anni del liceo alla scoperta della viticoltura, per ampliare le conoscenze in ambito ambientale ed energetico e costruire nuovi impianti per la produzione di energia alimentati con scarti come potature e vinacce.Il Facchetti di Treviglio (Bergamo) ha presentato il progetto “Dal bidone dell’umido una risorsa per l’uomo”, per lo studio e il recupero di sostanze dallo scarto organico domestico, da riciclare come fonte nutrizionale per la crescita e la fermentazione di microrganismi e la produzione di sostanze come il bioetanolo.
Il Volta di Foggia ha elaborato il “Caffè circolare: la convivialità che diventa risorsa” con un percorso per trasformare i fondi di caffè in materia prima attraverso il potere antiossidante dei fenoli, o come “ammendante” in agricoltura. Lo Scientifico Marconi di San Gavino Monreale (Medio Campidano, Sud Sardegna) ha incentrato il progetto “Olea europea & biotech”, sulla gestione sostenibile della filiera olivicola partendo dall’analisi della qualità dei suoli e dalle cultivar locali.
“La qualità generale dei progetti migliora di anno in anno. Ciò conferma che gli insegnanti e gli studenti possono elaborare proposte in grado di rispondere alle grandi sfide contemporanee, con un filo conduttore comune: quello di una visione razionale della scienza al servizio degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu”, ha commentato Francesca Pasinelli, Presidente della Fondazione DiaSorin, Direttore generale della Fondazione Telethon e presidente della giuria composta da scienziati, accademici e professionisti del mondo della comunicazione che ha valutato i progetti finalisti. Ricordando le novità della prossima edizione del concorso, la sesta, che si concentrerà sul tema della salute e verrà estesa agli per la prima volta anche agli istituti tecnici statali e paritari.