Madonna di Campiglio ha una nuova telecabinovia. Un impianto “importante”, che sostituisce e estende la gittata di una prededente seggiovia permettendo agli sciatori di Folgarida Marilleva e Pinzolo, desiderosi di trascorrere una giornata sulle piste della località regina della Val Rendena di fare ritorno con più agio e relax ai rispettivi “campi base”.
Ma soprattutto, un segnale di fiducia e di speranza rispetto alle difficoltà che questa e mille altre località turistiche di montagna e non solo stanno vivendo ormai da quasi due anni. Cominciata, infatti, nella sua costruzione, durante il il primo lockdown del 2020 per essere pronta all’inizio della stagione invernale 2020/2021 mai iniziata, la nuova cabinovia Fortini-Pradalago ha avuto oggi la sua cerimonia ufficiale di inaugurazione. In tempi difficili, un progetto che investe sul futuro e la qualità dei servizi offerti dalla SkiArea Campiglio Dolomiti di Brenta Val di Sole Val Rendena, la più grande del Trentino con oltre 150 chilometri di piste.
La cabinovia Fortini-Pradalgo è un nuovo e modernissimo impianto di risalita a 10 posti, un investimento importante che potenzia l’offerta di vacanza sugli sci, migliora l’integrazione tra l’area Fortini e quella del Grosté e, al tempo stesso, decongestiona, soprattutto nelle ore tardo pomeridiane, uno snodo particolarmente significativo per l’intero comprensorio sciistico.
Punto di collegamento tra le località di Folgarida Marilleva e Pinzolo, il nuovo impianto di risalita sostituisce la precedente seggiovia quadriposto realizzata nel 2000. L’impianto, di ultima generazione, ha un basso impatto energetico e garantisce limitate emissioni sonore, minori vibrazioni e un maggior rendimento. Il sistema di riscaldamento interno rende la panoramica salita a Pradalago particolarmente confortevole. Fornita dall’azienda austriaca leader di settore, Doppelmayr, la nuova cabinovia Fortini – Pradalago, Classe D – Line, ha una portata pari a 3.600 persone/ora e una velocità di 6 metri/secondo; si sviluppa su una lunghezza di 2.432 metri e un dislivello di 456 metri, da 1.644 a 2.100.
Attorno alla cerimonia di oggi, le problematiche più attuali della montagna bianca, sollecitate dalla presenza del ministro del turismo Massimo Garavaglia. Giunti, a fine anno, i ristori governativi per limitare i debiti accumulati dalle società impiantistiche durante i lunghi mesi di chiusura, incombe ora sul proseguimento della stagione sciistica la difficoltà di riconoscere il greenpass degli ospiti che provengono dall’estero. Dati alla mano, l’Assessore provinciale al turismo Roberto Failoni ha stimato che dal primo febbraio prossimo potrebbero mancare, nelle località turistiche del Trentino, fino a 150mila presenze di turisti provenienti dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca. Il tutto conseguenza pratica dell’imminente “accorciamento” della durata del green pass, da 9 a 6 mesi. La diversa durata della certificazione verde, che in alcuni Paesi resta a 9 mesi, rischia di bloccare appunto decine di migliaia di arrivi
“Ci siamo mossi per primi chiedendo con una lettera del presidente Fugatti alla Conferenza delle Regioni, poi inviata dal presidente Fedriga al premier Draghi e al ministro Speranza, di intervenire. Le norme che entreranno in vigore dal primo febbraio mettono a rischio l’arrivo di 150.000 turisti solo dalla Polonia, per non parlare della Repubblica Ceca – ha detto Failoni – chiediamo al ministro della salute Speranza una risposta entro le prossime 48 ore per poter intervenire sui mercati stranieri e non perdere una importante quota di turisti, quota che non è sostituibile con il turismo di prossimità”. Il ministro Garavaglia ha chiarito che sul tema delle regole si è già attivato e chiede di riconoscere il Green pass europeo per i turisti che arrivano dall’estero. “Lavoreremo fino all’ultimo affinché i green pass dei turisti stranieri siano riconosciuti anche in Italia per non danneggiare il turismo invernale”, ha promesso il ministro, che ha voluto lanciare un messaggio di fiducia. “Voglio ringraziare attraverso le Funivie di Campiglio tutti gli operatori del settore perché ci vuole coraggio nel fare investimenti e non solo resilienza, perché vogliamo fare meglio di prima. Il coraggio lo abbiamo avuto anche noi con gli 800 milioni del fondo montagna per fare arrivare in tempi rapidi le risorse al settore che conta su 2.000 operatori nel settore degli impianti a fune. Ora dobbiamo guardare oltre: quello che arriva da Campiglio oggi è un segnale di fiducia e positivo. C’è questo maledetto virus, ma ci si può convivere. L’ auspicio è che in futuro ci sia un ritorno alla grande di tutti i turisti che c’erano negli anni pre-pandemia”.