Clima e agricoltura nel Mediterraneo: c’è “meno disponibilità d’acqua”, ma “cresce il fabbisogno irriguo”. Lo afferma uno studio guidato dalla Fondazione Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici) al servizio di agricoltura e economia per individuare le migliori strategie di adattamento su scale locale e regionale. “La domanda d’acqua è in aumento tra il 10 e il 16% per la produzione di mais, grano e uva nell’area mediterranea – viene fatto presente – a fronte di una riduzione attesa della disponibilità della risorsa idrica”.
Comprendere gli effetti dei cambiamenti climatici sul consumo di acqua e sui fabbisogni irrigui delle colture mediterranee è fondamentale per gestire al meglio le risorse idriche, in particolare nelle regioni siccitose e interessate da conflitti emergenti tra i settori ad alto consumo d’acqua.
Un team internazionale di scienziati guidati dalla Fondazione CMCC, in collaborazione con IHE Delft Institute for Water Education, UC Davis e Università di Sassari, ha analizzato l’attuale necessità irrigua di diverse colture e come questa cambierà in funzione delle condizioni climatiche attese per il futuro, con lo scopo di fornire indicazioni per un’agricoltura di precisione su scala locale e – combinando i big data con le proiezioni climatiche a disposizione – contribuire alla comprensione delle azioni necessarie anche ad una scala più ampia, per lo sviluppo di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici sempre più efficaci.
La ricerca evidenzia che nei Paesi mediterranei, con il clima previsto per trentennio 2035-2065, la produzione di mais, grano e uva richiederà rispettivamente in media il 13%, il 16% e il 10% in più di acqua sotto gli scenari climatici RCP 8.5 e RCP 4.5 (dove RCP 8.5 indica uno scenario ad alte emissioni di gas serra e RCP 4.5 uno scenario intermedio che prevede l’adozione di alcune efficaci politiche di controllo e riduzione delle emissioni). Allo stesso tempo, la crescente siccità comporterà un generale declino della resa, specialmente per le colture di base come il mais e il grano.
L’aumento della domanda irrigua, associata alla riduzione delle forniture d’acqua dovuta ai cambiamenti climatici, potrà portare a sfide significative per la gestione delle risorse idriche, contese tra diversi settori (es. uso domestico, produzione di energia, turismo, processi produttivi industriali).
“La pianificazione delle risorse idriche nel clima attuale e futuro richiede un forte approccio multidisciplinare e trasversale per garantire la disponibilità di informazioni scientificamente fondate sulle esigenze di irrigazione e le diverse opzioni di gestione a varie scale” ha affermato Donatella Spano, membro del Consiglio Strategico del CMCC e tra gli autori dell’articolo. “Per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, le politiche e le strategie dovrebbero essere sviluppate valutando le interconnessioni, le sinergie e i trade-off tra i vari settori” ha commentato Sara Masia, ricercatrice del CMCC e primo autore dell’articolo. “Questo approccio integrato può supportare i responsabili politici dei diversi settori nel prendere decisioni sull’ambiente, la sicurezza delle risorse e l’economia e sviluppare piani e strategie mirati alla gestione integrata sostenibile delle risorse”.