L’Italia, per molto tempo, è stato uno dei Paesi con il più alto numero di impianti fotovoltaici installati. Complice il clima e molti incentivi statali, le energie rinnovabili si sono rapidamente diffuse, come testimonia il Rapporto Statistico sul Solare Fotovoltaico del 2018. Secondo i dati emersi, la maggiore concentrazione di impianti è al Nord, con circa il 55% del totale, il 28% al Sud e il restante 17% al Centro. La Lombardia, con 125.250 impianti, detiene il primato, mentre in termini di potenza e produzione, la Puglia è in testa con 2.652 MW di potenza installata e 3.438 GWh di energia elettrica prodotta.
I pannelli solari non hanno una produttività illimitata e, con il passare del tempo, a causa dell’usura, e dell’esposizione ad agenti atmosferici, subiscono una perdita fisiologica in termini di prestazioni. Quindi è necessaria una manutenzione periodica.
Quando si effettua la pulizia dei pannelli solari?
Innanzitutto, è bene sapere che i moduli fotovoltaici non si puliscono con la pioggia, e una mancata pulizia delle celle determina una perdita nel rendimento dell’impianto, fino ad un 30% delle sue prestazioni. Molte aziende utilizzano sistemi automatizzati per la pulizia dei pannelli, decisamente troppo costosi per piccoli impianti domestici.
La prima cosa da fare, dunque, è controllare costantemente il rendimento dell’impianto per rilevare tempestivamente cali di efficienza, attraverso i sistemi digitali di monitoraggio che quasi tutti gli impianti più moderni possiedono. Poi, è necessario verificare periodicamente lo stato di sporcizia dei pannelli, tenendo presente che anche l’inquinamento e lo smog incidono pesantemente sul rendimento.
È opportuno effettuare una pulizia completa almeno 2 volte all’anno, in modo da ottimizzare le prestazioni dell’impianto, e di averli ben puliti e funzionanti soprattutto durante i mesi estivi, in cui c’è la massima esposizione ai raggi solari e l’autoproduzione di energia è maggiore. Per quanto riguarda il momento della giornata, è consigliabile effettuare la pulizia nelle primissime ore del giorno, in modo da avere illuminazione sufficiente per svolgere il lavoro, ma evitare che la luce riflettente sia troppo intensa e possa ostacolare le operazioni.
Come si puliscono i pannelli fotovoltaici?
Ogni impianto fotovoltaico ha le sue caratteristiche specifiche che cambiano in base alle dimensioni, alla posizione, alle caratteristiche di costruzione; quindi, le modalità e la frequenza della pulizia possono variare da modello a modello. Ad esempio, i pannelli solari installati nei pressi di zone balneari o ricche di vegetazione subiranno l’accumulo maggiore di detriti, sabbia e fogliame, mentre quelli situati in zone industriali, spazzate da venti forti o frequentate da stormi di uccelli, presenteranno sporcizia causata da polvere, smog o escrementi.
Il controllo periodico dello stato dei pannelli permette inoltre di rendersi conto di eventuali danneggiamenti, incrostazioni, macchie d’acqua e detriti che ne diminuiscono il rendimento.
Il primo problema da affrontare, quando si decide di procedere alla pulizia dei pannelli, è quello di raggiungerli. La maggior parte dei moduli, infatti, è posizionato in alto, magari sul tetto, in posizioni spesso pericolose per gli operatori che si occupano della manutenzione. Per questa ragione, il consiglio principale, soprattutto in questi casi, è quello di rivolgersi a una ditta specializzata. Gli addetti alla pulizia degli impianti fotovoltaici possono chiedere tra i 20 e 40 euro a metro quadrato, costi abbastanza elevati che però sono giustificati dall’impiego di personale specializzato, prodotti professionali e per i rischi a cui vengono esposti.
Come si effettua una pulizia fai da te?
- Se si vuole procedere autonomamente alla pulizia dei pannelli, è necessario innanzitutto munirsi di utensili specifici per questo tipo di operazione. La pulizia, infatti, deve essere effettuata con attenzione, utilizzando prodotti e strumenti adatti, in modo da evitare che le superfici si danneggino.
- In commercio esistono kit completi per la pulizia dei pannelli solari che sfruttano, nella maggior parte dei casi, acqua demineralizzata (per evitare le incrostazioni di calcare) e detergenti particolarmente delicati, poiché il comune sapone risulta troppo aggressivo. Alcuni detergenti non richiedono risciacquo e questo permette di accorciare molto i tempi della pulizia.
- Tra gli utensili più efficaci ci sono le spazzole a rullo telescopiche che possono arrivare fino a 6 metri di lunghezza e sono molto pratiche per raggiungere zone del pannello anche molto distanti rispetto al punto di appoggio dell’operatore, riducendo così i rischi di manovre pericolose, specie sul tetto.
Come prevenire le perdite di efficienza degli impianti?
Uno dei sistemi più efficaci per ottimizzare le performance dei pannelli è quello di sostituire periodicamente quelli non funzionanti e aggiungere accumulatori di energia. In seguito, per assicurare un ciclo di vita più duraturo, specie sugli impianti più vecchi, è necessario effettuare interventi di revamping e repowering.
Cos’è il ‘revamping’ e quando va fatto?
Il revamping è un termine tecnico che riassume tutte le operazioni finalizzate al riammodernamento, l’ottimizzazione, la modifica e il miglioramento di un vecchio impianto fotovoltaico. Sono, com’è facile intuire, necessari quando si presentano perdite di produttività o invecchiamento dei pannelli. Vanno fatti quando c’è un degrado o malfunzionamento di uno o più componenti, quando gli impianti non sono a norma o risulta necessario modificarne la collocazione.
Gli interventi possono essere di diverso tipo. Alcuni esempi sono: sostituzione degli inverter, ossia il nucleo principale dell’impianto che trasforma la corrente continua prodotta dai raggi solari in corrente alternata; la sostituzione dei singoli moduli fotovoltaici a causa di danni strutturali; installazione di dispositivi che evitino il deterioramento di parti dell’impianto (tecnicamente definiti Anti Potential Induced Degradation). E così via.
Cos’è il ‘repowering’ e quando va effettuato?
Con repowering, invece, s’intendono tutti gli interventi che servono ad aumentare la potenza e la resa dell’impianto fotovoltaico. Si parla di repowering quando si sostituiscono vecchi pannelli solari con altri a più alto wattaggio, o quando s’installano batterie per accumulare l’energia prodotta.
Gli accumulatori di energia sono particolarmente vantaggiosi per evitare di dover acquistare energia nelle ore di mancata esposizione al sole. Si tratta di speciali batterie in grado di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso e utilizzarla quando serve.
Con il passare degli anni, il repowering è particolarmente indicato per adeguare il proprio impianto alle nuove tecnologie più performanti e meno costose.
Incentivi fiscali e detrazioni
Come per le nuove installazioni, anche gli interventi di manutenzione degli impianti fotovoltaici possono beneficiare di incentivi e sconti al 50% o anche al 110% se rientrano in un progetto più ampio di riqualificazione energetica dell’immobile.
Per chi possiede un impianto fotovoltaico e sta già usufruendo del Conto Energia (il sistema di incentivi statali che permette di ricevere un compenso per l’energia elettrica prodotta dal proprio impianto fotovoltaico per un periodo di 20 anni), le operazioni di revamping e repowering costituiscono un doppio vantaggio, in quanto andranno ad aumentare gli incentivi percepiti dal Gse, grazie all’incremento di produttività generale dell’impianto.