La lunga costa sabbiosa è abbracciata dalle Alpi Apuane, e nel mezzo la macchia mediterranea. C’è qualcosa di magico nella Versilia. Basta pronunciare il nome per riportare alla mente quelle estati piene di sole e spensieratezza negli anni Cinquanta e Sessanta, quando il jet set si ritrovava a Forte dei Marmi alla Capannina. Il famoso locale era nato nel 29, messo su dall’allora sindaco Achille Franceschi trasformando un vecchio capanno sulla spiaggia in un locale di culto. Ci si ritrovavano i Della Gherardesca, Rospigliosi, Rucellai, gli Sforza, ma anche Montale o Luchino Visconti, Vittorio Gassman. Arrivavano in barca direttamente davanti al locale, per sorseggiare un Negroni al tramonto.
Ieri come oggi, la Versilia mantiene integro il suo fascino, in bilico tra architetture anni Venti e natura generosa vista mare, piacevole anche in autunno. Gabriele D’Annunzio la descriveva come un “paradiso di arenili dorati”.
Sulle rive del Lago di Massaciuccoli, vicino la foce del Serchio e l’ex tenuta reale di San Rossore, vale la pena scoprire l’incanto di Villa Orlando, costruita nel 1869 come residenza di caccia. Conserva intatto il fascino dell’epoca, quando pittori e musicisti, primo fra tutti Giacomo Puccini, fecero di Torre del Lago il loro rifugio. La residenza, in stile neo-gotico, con decorazioni, pavimenti, arredi e dipinti originali d’antan, è immersa in un parco di quattro ettari, con lecci secolari, roseti e palme. E una bella terrazza che si apre sul lago, offrendo un bel panorama sul lago e i monti.
Pietrasanta è un altro gioiello della zona. La cittadina fortificata di origine medievale viene chiamata “piccola Atene”, per le vicine cave di marmo, che l’hanno eletta a laboratorio a cielo aperto di scultura, artigianato e mosaico. Perdersi nel dedalo di vicoli del centro porta a scoprire i laboratori artigiani che custodiscono antichi saperi. Si va alla scoperta di una fitta rete di laboratori artigianali, più di duecento officine che lavorano il bronzo, il vetro, le ardesie, pietre dure e marmi.
L’itinerario prosegue a Viareggio, dove ripercorrere le trame dell’estetica locale, seguendo la passeggiata Liberty, con i suoi tesori ben conservati. A Viareggio erano attivi, infatti, artisti come il pittore e scrittore Lorenzo Viani e il più grande esponente del Liberty italiano Galileo Chini.
Il protagonista della scena è il Grand Hotel Principe di Piemonte, che, con i suoi 101 anni, ha contribuito a scrivere la storia della zona. Destinazione privilegiata di Viareggio fin dagli anni Venti, membro di The Leading Hotels of the World, si fa notare sul lungomare, con l’iconica facciata dall’angolo stondato, che fonde l’architettura neoclassica di fine Ottocento alle atmosfere Belle Époque, tra motivi floreali e dettagli dal sapore esotico. La storia e l’importanza dell’hotel è stata anche raccontata con foto, autografi e menu storici nel libro “Cent’anni da principe” (Forma edizioni, 248 pagine, 80 euro). Scopriamo che qui soggiornò Marlene Dietrich, nel 1972, in occasione del suo spettacolo alla Bussola di Focette.
A idearlo era stato, nel 1922 (battezzato inizialmente Select Palace Hotel) Giuseppe De Micheli, ispirandosi ai grandi alberghi della Costa Azzurra. In oltre un secolo, è stato la meta amata da reali, artisti e celebrità, da Puccini ai duchi di Windsor, Marlene Dietrich, Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
Oggi, curiosando tra la Sala Cinese, la Biblioteca e la Sala Gottuso, si rivive il glamour per cui la Versilia è nota. L’edificio in stile liberty è vincolato per il suo valore culturale e paesaggistico, ma un imponente restyling di S+S Studio, con il contributo dello Studio Archea per la piscina e la terrazza, ha rinnovato gli interni, combinando il design contemporaneo ai decori originali Liberty, i lampadari di vetro veneziano, gli specchi dorati, il tutto con una preziosa collezione d’arte, le carte da parati in seta dipinte a mano, tra eleganza e avanguardia.
L’edificio racchiude una vera destinazione a sé, con cinque piani, 80 camere di cui 32 suite, salotti comuni e salette più intime, una moderna area benessere e la bella sala Butterfly. Per un’esperienza autentica di artigianato toscano, si può provare la suite del designer fiorentino Stefano Ricci, che ha curato gli spazi con lo stile e i materiali – dalla radica dei mobili ai marmi – made in Toscana.
E poi c’è il roof, che offre un vero colpo d’occhio: la vista che si ammira, su tutto il litorale, immersi nella piscina riscaldata, vale il viaggio.
L’esperienza gourmet è un altro buon motivo per trascorrere un weekend qui. Imperdibile una cena al Piccolo Principe, unico ristorante della costa toscana con due stelle Michelin, guidato dall’executive chef Giuseppe Mancino, che, partendo dagli elementi tipici del territorio versiliese, con i sapori mediterranei a fare da protagonisti, ha dato vita a una selezione di piatti creativi e sorprendenti. Tra le specialità, la “Triglia alla pizzaiola, pane toscano, mozzarella, capperi, pomodori, olive nere” e gli “Spaghetti mantecati con burro, alici e tè affumicato”. Si gustano le eccellenze del territorio anche al bicchiere: la carta dei vini è un viaggio di gusto tra i vitigni toscani, ideali per esaltare i piatti dello chef.
Si chiude in bellezza al bar, con il cocktail 101, composto da Gin Arte, Vermut floreale di Prato, Amarancia Borsi e soluzione salina al 10 per cento, creato per celebrare i 101 anni di vissuti all’insegna del glamour di questo Grand Hotel.