La regione più occidentale della Francia tutta protesa nell’oceano Atlantico fa parte dell’immaginario dei viaggiatori italiani che non mancano mai una puntata quando si trovano a tiro, ma una regione così grande e ricca di attrazioni naturali, paesistiche, storiche e culturali merita un viaggio pianificato con cura, perché le distanze sono notevoli anche se fortunatamente con autostrade senza pedaggio. Chi giunge da sud e non ha tempo per un tour completo può fare la prima tappa nel suo capoluogo, Rennes, città universitaria piena di giovani e regno della street art, ma al tempo stesso interessante per le vestigia del passato. La sua fortuna paradossalmente fu l’incendio del 1720: risparmiate dal fuoco sopravvivono nel centro storico 370 notevoli maisons à pans de bois, case a graticcio dall’intelaiatura in legno riempita da argilla costruite tra medioevo e rinascimento. Ardesia e calcare contrastano in bianco e nero l’architettura modernissima del centro congressi e sede espositiva del Convento dei Giacobini di fronte alla chiesa neogotica di Sant’Anna del 1884. In place des Lices il sabato mattina si tiene un grande mercato sotto due padiglioni in ferro di fine Ottocento che sarebbero piaciuti a Eiffel. Sulla facciata del palazzo del Parlamento del XVII secolo nella stagione turistica va in scena una coreografica proiezione di luci e suoni. Meritano una visita anche il museo delle Belle Arti di epoca napoleonica, il centro d’arte contemporanea e la meno scontata piscina Saint-Georges che conserva originali mosaici a smalto del 1920.
Proseguendo verso nord si incontra Dinan circondata da 3 km di bastioni con 14 torri, 4 porte monumentali e con un castello del XIV secolo. L’abitato domina dall’alto il fiume Rance, dal cui porticciolo turistico partono piacevoli gite lungo l’estuario. L’atmosfera autenticamente medievale è ben conservata con case a graticcio dai frontoni appuntiti che testimoniano la ricchezza dei traffici dal XIV al XVII secolo e l’incompiuta basilica di Saint-Sauveur che risale al XII secolo, ma con stili architettonici dal romanico al gotico, dal rinascimento al barocco. La cittadina ha magnificamente attraversato i secoli e si può leggere come un libro di storia illustrata da edifici di epoche diverse nel centro con 70 monumenti, tante case in pietra e la torre dell’orologio: piena di fiori, ma anche di bar, ristoranti, negozi di souvenir e turisti di ogni nazionalità.
Si raggiunge l’Atlantico a Cap Fréhel da scoprire a piedi o in bicicletta, una falesia alta sul mare battuta dai venti e dalle onde, in un paesaggio naturale protetto con una flora eccezionale e una miriade di specie di uccelli. Sul promontorio si entra attraversando un ponte levatoio nell’imprendibile Fort La Latte, una fortezza medioevale a strapiombo sul mare costruita nel XIV secolo durante la guerra dei 100 anni dai signori bretoni. A poca distanza, raggiungibile anche a piedi con una bella passeggiata sulle falesie, si erge l’imponente faro alto 70 metri con una vista eccezionale sull’oceano.
Il litorale qui è chiamato Costa di Smeraldo per il colore delle sue acque: è un frastagliato susseguirsi di isolette, insenature, scogliere di roccia intervallate da 27 lunghe spiagge sabbiose con stazioni balneari un po’ retrò come Sables d’Or les Pins, piccoli centri pescherecci come Erquy, località di villeggiatura adatte per sport acquatici e in particolare windsurf e barca a vela come Saint-Cast-le-Guildo e Saint-Jacut-de-la-Mer. Dune e silenzio, il fascino esotico selvaggio della natura battuta dai venti, tanto spazio, colori che cambiano a seconda del cielo e delle maree dell’Atlantico colpiscono non meno delle numerose barchette attraccate in mezzo all’acqua riparata dei golfi, che sono però raggiungibili a piedi sulla sabbia con la bassa marea. I paesi di Saint-Briac e Saint-Lunaire fanno da ingresso a Dinard, una delle stazioni balneari di più antica fama di Francia, con imponenti hotel Belle Époque e ville sontuose costruite nella seconda metà dell’800.
Oggi, con casinò, gallerie d’arte e grandi alberghi è una stazione balneare elegante che attrae celebrità per il Festival del film britannico che si tiene in autunno. In lontananza oltre la baia si vede già il profilo inconfondibile di Saint-Malo, come una nave di pietra protesa sul mare con le facciate e le torri emergenti dalle fortificazioni che sovrastano le spiagge e il porto: la si raggiunge con un lungo ponte sull’estuario del fiume Rance, dove negli anni ’60 è stata costruita la prima centrale elettrica al mondo alimentata dal dislivello delle maree, che sfrutta lo spostamento orizzontale di grandi masse d’acqua tra l’oceano e l’ampio estuario del fiume.
A Saint-Malo, prima ancora che la storia di città corsara, il giro delle alte mura del XII secolo, l’architettura e l’atmosfera unica del centro storico chiamato Intra-muros, lo spettacolo assolutamente da non perdere due volte al giorno è la stupefacente escursione fino a 14 metri di dislivello(!) delle più grandi maree d’Europa: la si osserva bene dalle mura o da una lunga passeggiata a mare sopra la spiaggia. A bassa marea sono raggiungibili a piedi le lontane isolette con i due forti di Vauban del Grand e del Petit Bé che rendevano imprendibile il porto di Saint-Malo: i pescatori raccolgono frutti di mare camminando sulla sabbia del fondale scoperto.
Procedendo in direzione est si giunge a Cancale, già sulla baia di Mont-Saint-Michel che si staglia nelle brume in lontananza. Si raggiunge passando da Dol-de-Bretagne, città episcopale e antica capitale religiosa della regione dal fascino medievale con l’imponente cattedrale Saint-Samson prototipo del gotico bretone: sulla piazza il Cathédraloscope racconta tutto sulla costruzione delle cattedrali in Europa.
Un ultimo cenno merita la gastronomia bretone. Le ostriche di Cancale note in tutta la Francia si trovano dovunque a prezzi irrisori, ma anche capesante, cozze, altri frutti di mare e il pesce fanno parte dell’offerta di ogni ristorante della regione. Crêpe e galette si mangiano dovunque, la galette con la salsiccia è tra le preferite dai locali; particolare è il pane alle alghe spesso servito in tavola con burro salato al caramello. Tra i dessert va assaggiato il kouign-amann, voce bretone che significa dolce di burro, una specie di pasta sfoglia, nonché il far bretone, un dolce tipico insaporito al liquore, guarnito con crema pasticcera dalla consistenza simile a un flan con prugne, uvetta, zucchero a velo. Tra le bevande naturalmente dominano birra e sidro