Si chiama Hidden Mediterranean ed è una nuova piattaforma digitale pensata per promuovere il turismo alternativo e sostenibile in alcuni paesi del bacino del Mediterraneo o comunque da esso influenzati: Italia, Giordania, Libano e Palestina. Sviluppata da CoopCulture – cooperativa presente in oltre 250 strutture tra musei, aree archeologiche, luoghi di cultura, biblioteche e borghi in 15 regioni italiane – raccoglie circa 300 risorse fra guide per le città, attrazioni naturali e culturali, esperienze, eventi e itinerari di quei paesi e di alcune loro specifiche zone. Il gruppo ha messo a disposizione la propria esperienza e il proprio know-how nell’ambito dello sviluppo di piattaforme digitali in grado di creare veri e propri ecosistemi che funzionino da vetrina e punto d’incontro per utenti, istituzioni e imprese locali.
Attiva da qualche settimana, Hidden Mediterranean nasce a sua volta all’interno del progetto Crossdev, che sta per Cultural routes for sustainable social and economic development in Mediterranean, un piano co-finanziato con 2,5 milioni di euro dall’Unione Europea attraverso il Programma Eni Cbc Med e lanciato nel 2019 sotto la guida della ong italiana Cisp-Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli insieme a diversi partner. Lo scopo è appunto promuovere una forma diverse e più consapevole di turismo, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, in cinque destinazioni poco conosciute nell’area del Mediterraneo. Si tratta delle città di Aqaba e di Umm Qais, l’antica Gadara, in Giordania, della via Selinuntina (costruita dai greci per collegare Kamarina, Gela e Agrigento e poi ampliata dai romani fino a Marsala ed Erice), della Jabal Moussa Biosphere Reserve (situata in Libano, sulle pendici occidentali della catena del Monte Libano, affacciata ad Ovest sul Mediterraneo) e del Palestinian Heritage Trail (480 km di cammini e sentieri dal villaggio di Rummana a nord-ovest di Jenin fino a Beit Mirsim a sud-ovest di Hebron).
Attraverso il lavoro dei partner, che hanno organizzato incontri e momenti di confronto, il progetto è riuscito a raccogliere sia il punto di vista dei locali – che vivono e conoscono il territorio – sia quello degli esperti, fatto di strategie, politiche e idee turistiche innovative su misura per ogni zona coinvolgendo oltre 3mila persone in tutte le aree interessate.
Ma qual è il valore aggiunto di Hidden Mediterranean? Attraverso questa nuova piattaforma i viaggiatori hanno la possibilità di organizzarsi e pianificare il proprio viaggio avvalendosi delle informazioni disponibili raccolte nel modo che abbiamo visto e, allo stesso tempo, i tour operator potranno a loro volta costruire e proporre i propri pacchetti turistici promuovendo strutture e servizi legati alle cinque destinazioni. Insomma, si parla da anni – a ogni rapporto di qualche piattaforma specializzata – di nuove tendenze legate al turismo rispettoso, guidato dalle sensibilità locali e attento alla sostenibilità economica e sociale. Adesso c’è una risorsa in più per sperimentarlo. Basta scegliere una delle località per poter selezionare attività, ristorazione, parchi, tour, festival e siti di interesse.
“Gli itinerari suggeriti attraverso la piattaforma per ciascuna delle cinque destinazioni, infatti, consentono di vivere un’esperienza di viaggio basata su un nuovo approccio al turismo, attraverso attività profondamente legate al territorio proposte dalle comunità locali – spiega una nota – viaggiatori e abitanti del luogo si incontrano durante il soggiorno, aumentando le opportunità di conoscenza reciproca e di comprensione della diversità, oltre a promuovere uno sviluppo economico sostenibile e consapevole basato su principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture”.
Una visione di cui abbiamo molto bisogno, specialmente nel velocissimo e talvolta alienante mondo del turismo di massa, che riconosce la centralità della comunità ospitante e il ruolo fondamentale nello sviluppo di un turismo che sia anche socialmente responsabile: “Non solo valorizzare itinerari alternativi e promuovere un turismo sostenibile – commenta Paola Autore, coordinatrice per CoopCulture del piano – il progetto Crossdev, tra i vari obiettivi, si prefigge anche quello di migliorare e potenziare le competenze degli operatori turistici locali delle aree interessate, attraverso lo sviluppo di un turismo che contribuisca a generare benefici socio-economici garantendo, al contempo, il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale intorno agli itinerari individuati”. Vengono così, ad esempio, promosse aree solitamente escluse dagli itinerari e dai circuiti tradizionali e vengono favorite la crescita e la competitività delle realtà locali attraverso il coinvolgimento di soggetti solitamente mortificati dalla redistribuzione dei guadagni.
“La portata e la qualità dei risultati raggiunti dal progetto Crossdev nel disegnare un’offerta turistica basata su autenticità, cultura e asset territoriali, coinvolgendo attivamente le comunità e operatori locali, rappresentano un modello di successo che merita di essere ulteriormente valorizzato attraverso la regione mediterranea” conclude Roberto Raimondi, direttore generale dell’Autorità di Gestione del Programma Eni Cbc Med.