Una perdita gravissima per la biodiversità: almeno 300 tartarughe marine della specie Lepidochelys olivacea, una delle più piccole come dimensioni, sono state trovate morte sulla spiaggia di Morro Ayuta a Oaxaca, sulla costa occidentale del Messico. La Bbc, che riporta oggi la notizia, spiega che gli esami preliminari suggeriscono che le tartarughe olivacee, questo il nome in italiano, sono morte per annegamento: non sarebbero riuscite a risalire in superficie a respirare perché impigliate in reti da pesca illegali.
A riferire quest’ipotesi è un funzionario del ministero dell’ambiente messicano, che parlando alla Bbc ha ipotizzato anche che le tartarughe possano essere rimaste impigliate nelle cosiddette “reti fantasma”, cioè le reti da pesca abbandonate in mare. I danni provocati da questi rifiuti sono enormi, poiché sono un pericolo per tutti gli animali marini: un rapporto della Fao di qualche anno fa aveva stimato che le attrezzature marine abbandonate, perse, o dismesse negli oceani ammontano a un 10% (640mila tonnellate) di tutti i rifiuti presenti in mare. La maggior parte delle attrezzature da pesca non viene deliberatamente abbandonata, ma viene persa durante le tempeste, trasportata via da forti correnti, o è il risultato dei cosiddetti “conflitti tra attrezzature”, per esempio, quando si pesca con le reti in aree dove sono già state sistemate sul fondo trappole in cui le nuove reti possono incagliarsi.
I media locali messicani riferiscono però che nella zona i pescatori illegali spesso abbandonano di proposito le reti per andare poi a recuperare ciò che resta impigliato con grave rischio non soltanto per gli animali. Le reti abbandonate o perse un pericolo sono pericolose anche per la navigazione e contribuiscono ad alterare in maniera grave gli ecosistemi dei fondali marini, poiché di fatto pescano di continuo. Le centinaia di tartarughe trovate morte in Messico sono di una specie classificata come vulnerabile dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), la loro sopravvivenza è minacciata perché nidifica soltanto in un numero limitato di posti, dove attività antropiche e distruzione dell’habitat già disturbano la deposizione delle uova.
Dramma all’interno del dramma, come ha detto ai media locali l’esperto di tartarughe Ernesto Albavera Padilla, tutti gli esemplari trovati morti sono femmine, che stavano appunto nuotando verso la spiaggia di Morro Ayuta, uno dei pochi arenili dove le tartarughe olivacee vanno a deporre le uova. Non è la prima volta che un gran numero di tartarughe olivacee viene trovato morto a Oaxaca. Nel 2018, i pescatori ne avevano trovate 300 impigliate nelle reti da pesca. Il Messico ha vietato la cattura di tartarughe marine nel 1990 e ci sono pene severe per chiunque le uccida. I funzionari hanno detto che la marina messicana si unirà alle autorità ambientali per fare luce sulla morte delle tartarughe.