Inquinamento, emissioni elettromagnetiche da 5G, una corrente discensionale che ha sorpreso lo stormo: sulle immagini degli uccelli che a Cuauhtémoc, nel Messico settenrionale, cadono a decine sull’asfalto le speculazioni sono state tante. E come sempre non tutte scientifiche. Va detto che al momento anche gli esperti parlano di ipotesi, più che di certezze, su cosa può aver causato la caduta degli itteri testagialla (il nome scientifico è Xanthocephalus xanthocephalus), una specie di merli che migrano in grandi stormi dagli Stati Uniti al Messico.
Il video, ripreso lo scorso 7 febbraio alle cinque del mattino, mostra una nuvola nera di uccelli che precipita al suolo. Alcuni dopo l’impatto riescono a riprendere il volo, altri rimangono sull’asfalto. Il giornale locale El Heraldo de Chihuahua, che per primo ha raccontato la storia, riporta l’opinione di un veterinario del luogo, per il quale la morte degli uccelli potrebbe dipendere da inalazione di fumo tossico, oppure da elettrocuzione dopo che gli itteri erano stati posati a lungo su linee elettriche. Il veterinario conclude che non è possibile determinare con certezza la causa della morte.
Messico, centinaia di merli cadono dal cielo: l’inspiegabile moria ripresa da una telecamera
Il meteorologo Giulio Betti su Twitter (che però ha chiesto conferme a ornitologi e naturalisti) ha avanzato l’ipotesi che gli uccelli siano stati sorpresi dal maltempo e incappati in una forte corrente discensionale che “ha travolto lo stormo trascinandolo al suolo con estrema violenza”. Sempre dal quotidiano messicano si evince che in quei giorni sulla zona c’erano venti fortissimi e uragani.
È un’ipotesi che non convince gli ornitologi come Mauro Gustin, responsabile specie e ricerca della Lipu. “Gli itteri testagialla sono una specie migratoria, quindi abituata a far fronte a condizioni meteo avverse. In genere, i migratori sanno riconoscere le situazioni di forte perturbazioni e si fermano, oppure cambiano rotta. Certo, può capitare che nei viaggi di spostamento alcuni individui possano perdere la bussola di orientamento a causa di condizioni meteo estreme, ma è un evento molto raro”.
Il video però fornisce indicazioni per un’altra spiegazione. “È più verosimile che in uno stormo compatto dove si assembrano decine di migliaia di individui ci siano evoluzioni repentine di restringimento a causa dell’attacco di un predatore. – continua l’ornitologo – Gli uccelli, per sfuggire al predatore, mutano troppo rapidamente la direzione e vanno a cozzare gli uni contro gli altri, finendo a terra in gruppo”. È un po’ quel che accade con le auto nel traffico intenso: in genere siamo in grado di regolare andatura e spostamenti, ma se qualcuno frena d’improvviso o cambia direzione, magari proprio per evitare un pericolo, finiamo uno addosso all’altro.
L’ornitologo continua citando il nobel Giorgio Parisi: “Non è un fenomeno inusuale, perché come ci ha spiegato il fisico, che si è avvalso appunto anche della collaborazione di biologi e naturalisti, questo accade nei sistemi complessi. Parisi fa proprio l’esempio del comportamento degli storni e del modo in cui si muovono nel sistema complesso dello stormo: il loro distanziamento può essere messo a rischio di fronte a un imprevisto, come l’attacco di un predatore. Lo stormo e il suo sistema complesso, che è un sistema di protezione, diventa così fattore di rischio”.
L’ipotesi di Gustin trova riscontro in quanto accaduto a Roma a Capodanno del 2021, quando sulle strade del centro storico sono caduti centinaia di uccelli. “In Italia la moria di uccelli è legata ai botti di Natale: gli storni a causa dell’improvviso rumore si sono alzati in volo di notte e allarmati sono andati a sbattere dappertutto. Quanto accaduto in Messico sembra un fenomeno naturale, ma per quel che è accaduto a Roma c’è un rimedio: per questo ogni anno come Lipu scriviamo ai comuni dell’Anci per chiedere la prudenza nell’uso dei fuochi d’artificio”.