Si chiama “permiso climatico” il nuovo e primo congedo climatico approvato in Spagna dal Consiglio dei ministri per dare nuovi diritti ai lavoratori in caso di disastri climatici come le tremende alluvioni che hanno colpito Valencia.

Tutti i lavoratori spagnoli avranno fino a quattro giorni di congedo retribuito in caso non possano raggiungere il posto di lavoro a causa di condizioni meteorologiche estreme o allerte meteo. La nuova misura entrerà in vigore oggi grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dello Stato ed entro un mese dovrà essere convalidata dal Congresso dei deputati.

Evitare spostamenti quando c’è un rischio

L’idea del Ministero del Lavoro spagnolo è quella di un permesso climatico che possa tutelare i lavoratori in tutti quei casi – dalle tremende alluvioni che con il fenomeno della Dana hanno portato morte e distruzione nella penisola iberica sino all’estrema siccità che ha messo in ginocchio determinati territori – ci siano rischi concreti per le persone nel recarsi sul proprio posto di lavoro.

Nei giorni successivi all'alluvione centinaia di persone sono accorse in aiuto
Nei giorni successivi all’alluvione centinaia di persone sono accorse in aiuto 

I quattro giorni di congedo scattano per esempio nel caso non si possano percorre strade, ci siano limitazioni o divieti di spostamento stabiliti dalle autorità, oppure quando c’è la previsione e il rischio che a breve possa verificarsi un evento estremo tale da ipotizzare pericoli per la sicurezza e l’incolumità delle persone.

La decisione dopo le polemiche sui ritardi

Nella Spagna ferita, che conta oltre 220 vittime e miliardi di danni subiti per gli impatti della Dana, tra polemiche sui sistemi di allerta tardivi e rabbia per morti che “si potevano evitare”, quella sul congedo climatico è la prima mossa governativa per fornire nuove tutele e strumenti alla popolazione in caso di disastri. Nel raccontare i dettagli del “permiso” la vicepresidente e ministro del Lavoro Yolanda Díaz ha spiegato anche che le aziende, dopo i 4 giorni di congedo, avranno la possibilità di integrare i dipendenti o estendere il permesso, così come di istituire funzioni di smart working in caso di possibilità.

Il diritto di essere informati

Viene anche riconosciuto ai lavoratori “il diritto ad essere informati” in maniera celere sulle azioni previste dopo l’attivazione di sistemi di allerta per il clima e le stesse società ora avranno un anno di tempo per progettare protocolli climatici da adottare a seconda della tipologia di lavoro o produzione. In caso di fenomeni meteo pericolosi le ditte avranno l’obbligo, sempre con l’aiuto dello stato, di informare quanto prima possibile tutti i dipendenti dei rischi e delle misure da prendere, così come dovranno dare istruzioni per l’interruzione dell’attività che sarà sospesa finché il pericolo non si sarà attenuato.

Nei giorni successivi all'alluvione centinaia di persone sono accorse in aiuto
Nei giorni successivi all’alluvione centinaia di persone sono accorse in aiuto 

L’esempio del Canada

Di fatto questa tipologia di congedo è già stata testata durante i giorni della Dana a fine ottobre e il permesso climatico stesso si ispira alla legislazione, molto simile, già in vigore in Canada, dove i permessi e le condizioni dei lavoratori vengono già regolate in base ai sistemi di allarme, per esempio per eventi meteo estremi o incendi, emessi dalle autorità.

In pratica, sulla scia delle leggi canadesi, anche in Spagna se le organizzazioni di Protezione Civile attraverso bollettini diranno di non recarsi al lavoro per motivi di sicurezza potranno scattare i quattro giorni di ferie retribuite e i lavoratori saranno protetti dalla legge nel caso in cui le aziende decidano di negare i permessi. “Per la prima volta la Spagna avrà un autentico permesso climatico” ha ribadito Díaz.

Terzo pacchetti di aiuti

La nuova misura rientra nel terzo pacchetto di aiuti e iniziative urgenti avviato dopo la Dana. All’interno c’è anche una misura sui contratti collettivi di lavoro, con possibilità per i rappresentati sindacali di concordare se necessario la sospensione di determinate attività e nella contrattazione collettiva “saranno negoziati anche protocolli d’azione che comprendano misure per prevenire i rischi professionali di fronte a catastrofi e fenomeni meteorologici avversi”.

Non tutti corrono gli stessi rischi

In generale, chiosa il ministro Díaz, le nuove misure dovranno aiutare sia i lavoratori sia le aziende a potersi tutelare davanti al crescente aumento degli impatti dettati dal nuovo clima. Il tutto tenendo presente che “i rischi climatici non sono gli stessi per un lavoratore che lavora in un’impresa edile o all’aperto e per un lavoratore che, ad esempio, lavora in un’infermeria o in una biblioteca. Dobbiamo tenere conto di tutti e stiamo dando alle aziende spagnole il mandato di dotarsi, entro 12 mesi, di protocolli d’azione, così come abbiamo protocolli per la violenza di genere o per la prevenzione della violenza Lgbtq+”.