La plastica ha ormai raggiunto anche gli angoli più remoti del pianeta, specialmente sotto forma di piccoli frammenti noti come micro e nanoplastiche. Questi ultimi possono avere un effetto sulla crescita e sul metabolismo delle piante, inclusa la lattuga, come mostrano i risultati di uno studio pubblicato su Plant Physiology and Biochemistry e coordinato da Luigi Lucini, docente presso la Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell‘Università Cattolica, campus di Piacenza, e dal professor Marco Trevisan, preside della stessa facoltà. Dalla ricerca è emerso che la plastica modifica la crescita della lattuga, e lo fa in maniera diversa a seconda della grandezza delle miriadi di pezzettini che si trovano nell’ambiente. Quella più piccola, per esempio, fa crescere di più le foglie, ma non è una buona notizia.
Le microplastiche sono costituite da particelle di dimensioni comprese fra 5 millimetri e 0,1 micron, mentre le nanoplastiche sono caratterizzate da frammenti che misurano meno di 0,1 micron (ossia 0,1 millesimi di millimetro). In presenza di quattro diverse concentrazioni di micro e nanoplastiche costituite da polietilene, gli autori della ricerca hanno monitorato diversi parametri, come l’attività fotosintetica ed eventuali cambiamenti morfologici e variazioni biochimiche nel metabolismo che caratterizza i diversi organi della Lactuca sativa, come foglie e radici. “I nostri risultati hanno rivelato che la dimensione delle particelle gioca un ruolo fondamentale nell’influenzare vari aspetti della crescita della lattuga, come la biomassa, l’accumulo di clorofilla ed altri pigmenti, l’area fogliare e l’attività fotosintetica“, spiega Lucini.
In particolare, le plastiche di dimensioni più piccole hanno mostrato un impatto soprattutto sulle strutture e sulla biochimica delle foglie. Secondo le analisi condotte nel corso dello studio, le foglie delle piante di lattuga cresciute in un terreno contenente nanoplastiche possono infatti arrivare a crescere fino al 60% in più rispetto a quelle di piante cresciute in condizioni simili ma non esposte alle nanoplastiche.
Al contrario, i frammenti più grandi hanno avuto un impatto maggiore sul metabolismo delle radici: i ricercatori hanno infatti osservato che l’esposizione alle plastiche di dimensioni superiori può causare un accumulo di composti azotati all’interno di questi organi. Il ciclo dell’azoto gioca un ruolo importantissimo per la crescita di una pianta e l’accumulo nelle radici di composti contenenti questo elemento indica che la presenza di frammenti di plastica nel terreno è in grado di alterare la produzione di sostanze che sono fondamentali per la sopravvivenza della pianta. Tra l’altro, conclude Lucini, “l‘effetto sul ciclo dell‘azoto implica un possibile impatto sull‘efficacia dei fertilizzanti azotati e, conseguentemente, un effetto sulla sostenibilità delle colture“.