C’è chi mette l’auto in carica e poi la lascia lì, come se fosse un parcheggio. C’è chi in periferia non trova le colonnine, o c’è chi, fortunato nella caccia, le vede occupate dal posteggio selvaggio di turno. A Milano, negli ultimi anni, stanno crescendo in maniera significativa le auto completamente elettriche in circolazione, ma per una vera svolta green servono più punti di ricarica per le strade della città. Il Comune sta potenziando la rete sul suolo pubblico e, richieste e pratiche alla mano, dovrebbe raddoppiare nel giro di tre anni i punti di ricarica di sua competenza. Ma non è abbastanza, spiegano gli addetti ai lavori, perché gli attori in campo sono diversi.

Mobilità

Com’è difficile avere un’auto elettrica a Roma

di Jaime D’Alessandro

Secondo i dati diffusi da Motus-E, l’associazione che riunisce tutti gli stakeholder che ruotano intorno alla mobilità elettrica (dalle case produttrici di auto a tutta la filiera che comprende anche le batterie), i punti di ricarica a Milano sono 717, cioè 0,51 per mille abitanti. Il capoluogo lombardo, con questo parametro, è terzo classificato in Italia dopo Firenze e Roma, ma vediamo qual è anche il rapporto con le auto full electric che girano per i quartieri.

Secondo l’ultima ricognizione dell’ufficio studi dell’Aci (Automobile club d’Italia), le autovetture elettriche che circolano in città sono circa 2.300 su un totale di 688 mila, lo 0,3 per cento. Tra città e provincia, invece, sono 5.400 su 1.819.000 mezzi del parco circolante complessivo, sempre lo 0,3 per cento circa. Poche, in proporzione, ma per capirne la crescita bisogna guardare la tendenza: il dato comprende sia Milano sia tutta l’area metropolitana ma è significativo. Se nel 2019 le nuove immatricolazioni delle elettriche erano 842, nel 2020 sono state 2.325, poco meno del triplo. E l’aumento, spiega l’Aci, sarà confermato anche per l’anno che è appena passato, per il quale ancora non sono stati raccolti i numeri esatti.

“L’auto elettrica è in crescita e il Comune sta spingendo molto sul questo comparto, ma l’infrastruttura non è pronta – spiega il presidente di Aci Milano Geronimo La Russa – . Non ci sono abbastanza colonnine e ricaricare un’auto elettrica in strada è difficile, lo dico per esperienza personale”. Non è solo un tema di quantità, spiega, ma anche di capienza: “Se e quando si aumentano le colonnine c’è il rischio che, ad esempio con i sovraccarichi estivi, la rete elettrica della città non regga. Serve un lavoro complessivo, altrimenti non si dà al cittadino la possibilità di compiere davvero la transizione ecologica”.

Il Comune, per quanto riguarda le colonnine sul suolo pubblico, sta potenziando la rete. Ad oggi i punti di ricarica (che, di solito, sono due per colonnina) autorizzati e censiti da Palazzo Marino sono 286: erano 58 nel 2016, poi sono passati a 62, poi 72, poi 114 nel 2019, 200 nel 2020. L’obiettivo è quello di potenziare la rete sempre di più. Nel 2021 infatti sono già state autorizzate 81 nuove colonnine che dovrebbero diventare operative nel corso di quest’anno, mentre circa 200 sono le pratiche presentate dai diversi operatori che aspettano di essere accettate. In base a quanto accaduto negli anni scorsi dovrebbe avere il via libera circa il 60-70 per cento delle domande.

“Uno dei nostri impegni di quest’anno è quello di autorizzare e installare altri punti di ricarica – assicura l’assessora alla Mobilità Arianna Censi – . L’idea è quella di attrezzare anche gli hub di interscambio per completare quella rete di mobilità sostenibile che è il futuro degli spostamenti a Milano e in tutta l’area metropolitana”.

Ma Palazzo Marino non è l’unico attore in campo e, spesso, il percorso verso una rete ben ramificata non è semplice.

Un esempio: è di poco più di un mese fa una sentenza del Tar che ha accolto il ricorso di Assopetroli-Assoenergia contro il nuovo regolamento comunale sulla qualità dell’aria che prevedeva l’obbligo, per i benzinai, di installare le colonnine di ricarica. D’altra parte, però, ci sono anche i privati che installano punti di ricarica ad uso pubblico: garage, ipermercati, centri commerciali, aziende. Sea ne attiverà a Linate per l’estate, ad esempio. Il puzzle, insomma, è variegato e spesso tocca affidarsi alle strategie green dei singoli.