Una marea coloratissima, festosa e determinata attraversa Milano, cuore finanziario d’Italia, per oltre tre ore di corteo con lo scopo di portare un messaggio al mondo: “Basta parole, per salvare il Pianeta servono fatti”. Quasi 50mila studenti, cifra annunciata da Fridays For Future Milano, hanno sfilato dalle 9.30 sino alle 13 da Largo Cairoli fino a un piccolo palco piazzato in via Colleoni, vicino alla sede del MiCo, il centro Milano Congressi dove in questi giorni si sta svolgendo il PreCop26, evento di confronto fra i ministri internazionali in vista della Cop26 di Glasgow di novembre.

In testa al corteo, Greta Thunberg e Vanessa Nakate, attivista ugandese nuovo volto della lotta climatica. Scortate da un cordone di giovani studenti, le due paladine dell’ambiente hanno ballato sulle note di Bella Ciao, cantato gli slogan sulla giustizia climatica e, insieme ad altre migliaia di ragazze e  ragazzi del clima, continuato a urlare  – anche sotto i palazzi di Piazza Affari – “non esiste un Pianeta B”.

“Non ci fermerete”

Arrivati a destinazione a prendere la parola sul palco per prima, dopo gli interventi di alcuni delegati internazionali invitati allo Youth4Climate, è stata Vanessa Nakate: “Vengo da un Paese dove il cambiamento climatico sta mutando tutto velocemente. Eppure il mio continente, l’Africa, non è responsabile delle emissioni. Non è solo questione di tempo, ma di persone che stanno perdendo tutto, lavoro, casa, salute”. Poi ha raccontato come la crisi sta devastando l’Africa con alluvioni, siccità, tifoni. Le persone “mi dicono che non hanno mai visto una cosa del genere. Non c’è cibo non c’è acqua. Non possiamo restare in silenzio, il cambiamento climatico sta distruggendo le nostre vite”, ha concluso Nakate chiedendo che si smetta subito di costruire impianti legati al fossile e che la Cop26 si impegni nella giustizia climatica.

Dopo di lei sul palco la “star” Greta Thunberg, che ha cominciato in italiano, acclamata dalla piazza: “Ciao Milano e grazie – ha esordito – siamo stanchi del bla bla bla. Basta con inazione e promesse vuote! La speranza è nelle persone, è in voi” ha detto ai ragazzi che continuavano ad applaudirla. “Il cambiamento non è solo possibile è necessario. Siamo qui per cambiare le cose tutti insieme” ha ripetuto davanti agli studenti che vivono nella capitale finanziaria d’Italia. “Continuiamo a combattere!”. Poi ha intanato: “Un altro mondo è possibile nessuno ci fermerà!”. Ed è partita un’ovazione.

Nel frattempo, tra selfie e scatti dei ragazzi con il volto dipinto di verde oppure vestiti da “combattenti del clima”, anche sui social con l’hashtag “stop bla bla bla”  è stato raccontato dai FFF che c’era “una marea umana oggi a Milano, il più grande corteo in epoca di pandemia in Italia”. Per  Martina Comparelli, portavoce di FFF che ieri con Greta e Vanessa aveva incontrato il premier Mario Draghi “serve far uscire l’industria del fossile dal tavolo delle trattative, mettere al centro le popolazioni più colpite dalla crisi climatica. Vogliamo lo stop immediato ad ogni nuova infrastruttura legata a petrolio, gas e carbone, basta greenwashing, basta allevamenti intensivi”.

Gli slogan

Come per ogni manifestazione, la forza della marea verde è stat ancora una volta nei messaggi creativi, negli slogan e nei cartelli che anche giovanissimi studenti delle medie hanno innalzato sopra la propria testa. Da scritte semplici come quello di Greta “Climate justice” a “there is no  Planet B”, ma anche parole contro le multinazionali del petrolio, il ministro della Transizione Energetica Roberto Cingolani, oppure ironici “CO2 palle così”, o ancora “solo la regina sopravviverà” e tanti altri. Oltre a musica e festa, in Piazza Affari il corteo ha dato  voce alle critiche ribadite nei giorni scorsi al ministro, saltando al ritmo di “Chi non salta Cingolani è”.

Le proteste nella protesta

Davanti alla sede della Borsa, dopo la protesta di ieri sera, ci sono ancora le tende degli attivisti di ‘Rise up 4 climate’ e di altre sigle della ‘Climate justice platform’. Gli ingressi a Palazzo Mezzanotte sono sbarrati con balaustre e reti metalliche. Sulla facciata campeggia sempre lo striscione ‘O la borsa o la vita’, mentre sotto l’insegna ‘Borsa’ è comparsa una bandiera del Movimento No Tav.

Dopo aver immerso le mani nella vernice rossa alcuni manifestanti hanno imbrattato i muri del palazzo, a simboleggiare gli affari sporchi di sangue. Di fronte alla sede dell’Unicredit in piazza Edison, cinque attivisti si sono staccati dal corteo e hanno imbrattato con della vernice nera il cortile di fronte alla banca ed esposto un cartello con scritto “UniCredit si arricchisce con armi e petrolio”. Altre manifestazioni di protesta si sono poi invece tenute davanti alla sede Eni.

Infine, prima di continuare con un lungo pomeriggio di messaggi dedicati all’importanza della giustizia sociale e climatica, i ragazzi hanno ricordato dal palco di Fridays for future che domani ci sarà un nuovo sciopero che coinvolgerà anche gli adulti. Il 22 ottobre poi, a pochi giorni dalla Conferenza sul Clima, è previsto un nuovo grande sciopero globale