Più che un’opportunità, si tratta ormai di una necessità. Tra i cambiamenti climatici sempre più evidenti e gli indirizzi comunitari in tema di transizione energetica, il decollo della mobilità sostenibile non è più rinviabile. Per questa ragione si è deciso di irrobustire la dotazione finanziaria per le colonnine di ricarica elettriche, con 713 milioni di euro provenienti dal Pnrr.

Come ottenere i contributi

Sulla Gazzetta Ufficiale sono stati pubblicati i due decreti messi a punto dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che definiscono le modalità per l’aggiudicazione dei contributi. Sono ammissibili al beneficio i progetti avviati successivamente alla data di presentazione della domanda di contributo. 

Il richiedente deve risultare in possesso di tutte le autorizzazioni, anche da parte di eventuali proprietari del suolo. Quanto agli interventi sulle superstrade, sono ammissibili le spese relative all’acquisto e la messa in opera di infrastrutture di ricarica da almeno 175 kW di potenza, con un costo specifico massimo di 81 mila euro per ciascuna infrastruttura. Sono ammissibili i costi per la connessione alla rete elettrica (compresi quelli per la progettazione, direzione lavori, messa in sicurezza e collaudi), nel limite massimo del 40% del prezzo totale previsto per fornitura e messa in opera dell’infrastruttura di ricarica. 

Mentre, per quanto concerne i centri urbani, sono ammissibili al beneficio l’acquisto e la messa in opera di stazioni di ricarica da almeno 90 kW di potenza, le spese per l’installazione delle colonnine, gli impianti elettrici, le opere edili strettamente necessarie, nonché gli impianti e i dispositivi per il monitoraggio. In questo caso il costo massimale per ciascuna colonnina non può superare i 50 mila euro e anche in questo caso lo Stato interviene fino al 40% delle spese.

I beneficiari

La domanda può essere presentata da singole imprese o reti temporanee di imprese che, al momento di presentazione dell’istanza, dimostrano di aver gestito infrastrutture di ricarica operative sul territorio comunitario, in misura pari ad almeno il 5% del numero di infrastrutture di ricarica per cui vogliono fare domanda. Questi benefici non sono cumulabili con altri incentivi statali per la costruzione delle medesime colonnine. 

I vincoli europei

Il report Italia Bilanci segnala che nel 2022 la quota di auto full electric in Italia è scesa al 3,75 del totale contro il 4,6% del 2021, mentre di pari passo sono cresciuti i modelli ibridi, dal 29 al 34%. Ora occorre cambiare passo, dato che l’Unione europea ha fissato il divieto di vendere auto a combustione interna a partire dal 2035, con l’obiettivo di ridurre sensibilmente le emissioni del comparto automobilistico. Un traguardo tutt’altro che di là da venire per la filiera automotive, chiamata sin da ora a ripensare il proprio modello di business.