Dalle cattedrali sotterranee agli infernot: viaggio nel Monferrato che non si vede. Se in superficie questo suggestivo angolo di Piemonte è fatto di dolci colline disseminate di vigneti, centri storici fatti di eleganti case in mattoni rossi, viottoli dimenticati, chiese barocche, ville nobiliari e imponenti manieri, nel sottosuolo si cela un Monferrato meno conosciuto e ricco di fascino. Il nostro viaggio di scoperta parte da Canelli, una delle capitali italiane del vino  che conserva un cuore antico di struggente bellezza,  da dove è partito il progetto che ha contribuito al riconoscimento dei “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato”  quale 50° sito Unesco in Italia eletto a Patrimonio dell’Umanità.

La caratteristica più originale della cittadina è anche la meno visibile ed è rappresentata da un esteso patrimonio architettonico fatto di antiche sale ipogee, diventate nel tempo vere e proprie “cattedrali sotterranee”. Queste si snodano sotto tutta la città e, sprofondando per più piani nel cuore delle colline tufacee, creano ambienti suggestivi, veri capolavori di ingegneria e architettura sotterranea. Le loro origini sono ancora avvolte nel mistero. Infatti le attuali cantine, nate  nell’Ottocento in seguito al boom della produzione di vino nella zona, furono costruire  ampliando chilometri di tunnel e gallerie, scavati direttamente nel tufo delle colline, di origine antichissima e ancora oggi sconosciuta. Nelle navate delle “cattedrali sotterranee”, ad una temperatura costante di 12-14 gradi, riposano e invecchiano da secoli alcuni tra i più prelibati vini italiani. Primi tra tutti quegli spumanti dolci o secchi nati per la prima volta qui, un secolo e mezzo fa. Tre le “cattedrali sotterranee” generalmente visitabili, legate ad altrettante case vinicole. La prima ospita le cantine storiche Bosca, vecchie di 190 anni. Qui i  visitatori vengono guidati nel sottosuolo da intriganti racconti di luce e suoni che li portano, ambiente dopo ambiente, ad inaspettate scoperte, fino all’immensa sala dedicata all’arte e alla musica.

Internot 

A chiusura del tour è prevista la degustazione di una selezione di bollicine rigorosamente made in Canelli. Altrettanto affascinanti le antiche cantine Coppo, edificate con ogni probabilità a partire dal XVIII secolo come piccole cantine di conservazione e poi rimaneggiate e ingrandite nel corso dell’Ottocento e Novecento. Si sviluppano sotto la collina di Canelli per un’estensione di oltre 5 mila metri quadrati e una profondità che, nel suo punto più basso, raggiunge i 40 metri. Le cattedrali sotterranee di Casa Gancia, con oltre 170 anni di storia, ospitano ancora una grande  Pressa Marmonier utilizzata in tempo di vendemmia per la pigiatura dell’uva in modo molto soffice e 300 barriques da 225 litri per la fermentazione e maturazione del vino. Se il labirinto di cunicoli, sale e gallerie ipogee di Canelli è di tali dimensioni da meritare il nome di “cattedrali sotterranee”, fuori dalla cittadina si incontrano altre misteriose camere sotterranee dalle dimensioni decisamente più contenute. Sono gli infernot, piccole sale senza luce e aerazione scavate nella Pietra da Cantoni – come la Pietra Leccese una delle pietre da costruzione mioceniche più pregiate – generalmente raggiungibili attraverso una cantina e utilizzate per custodire il vino imbottigliato. Gli infernot sono di diverse tipologie: monocamera, multicamera o a corridoio, con l’alloggiamento delle bottiglie che può essere a nicchie, gradinate o a piani continui. Alcuni sono impreziositi da decorazioni, altri addirittura hanno un tavolo, che non è mai un elemento aggiunto ma direttamente scavato nella pietra.

I comuni riconosciuti patrimonio dell’Unesco per la componente riguardante gli infernot sono Camagna Monferrato, Cella Monte, Frassinello Monferrato, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato e Vignale Monferrato. In quest’ultimo si può visitare, previa prenotazione, l’infernot Belvedere.  A Ozzano è sempre visitabile l’infernot Zavattaro, in via IV Novembre 9, e per i clienti del B&B La Savoia c’è la sorpresa di uno dei più bei infernot del Monferrato. A Camagna Monferrato si incontra l’infernot di Nello e Giuseppe Scagliotti, fatto di  due camere con piante diverse collegate da un corridoio nicchiato e raggiungibili dalla cantina, dopo aver percorso pochi gradini. Qui si conservano ancora bottiglie di vino che risalgono addirittura all’inizio del secolo scorso quindi ultracentenarie. A Fubine si incontrano, oltre agli infernot scavati  a mano dai contadini durante i freddi mesi invernali di fine Ottocento, quando la campagna non poteva essere coltivata e le attività all’aperto erano limitate, anche manufatti più antichi, risalenti alla  metà del Settecento. Questi, molto più complessi, sono situati nel centro storico, sorgono in prossimità di edifici anticamente occupati da confraternite religiose e avevano la funzione principale di “via di fuga” in caso di pericolo e, secondariamente, quella di conservare il vino. Lo si nota dai particolari corridoi molto spaziosi, che pur con andamento irregolare, consentivano un più agevole passaggio.