La Compagnia delle guide di Chamonix, che a buon titolo si definisce “istituzione fondatrice dell’alpinismo mondiale”, essendo la più antica nel suo genere, ha celebrato, sabato scorso, il suo duecentesimo anniversario. Per l’occasione, è stata organizzata la cordata più lunga – duecento alpinisti, numero ovviamente non casuale -. Gli esperti di montagna hanno creato una sorta di installazione vivente, unendo idealmente l’Aiguille du Midi e la Punta Heilbronner, punti di arrivo delle funivie francese e italiana (Skyway) sul massiccio più alto delle Alpi. Un lungo ponte oltre quota tremila, cui hanno collaborato anche guide italiane e svizzere, oltre a qualcuno dei rispettivi “clienti” più esperti.
Con un organico di 250 alpinisti, la Compagnia delle guide di Chamonix è “la più antica e più grande non solo di Francia, ma anche del mondo”, ha illustrato il suo presidente Olivier Greber. In una giornata splendida, le guide di Chamonix hanno voluto ringraziare “i nostri partner, i nostri clienti e i nostri amici”. Il tutto ebbe inizio esattamente il 24 luglio del 1821, quando il consiglio comunale di quella che tutt’oggi si definisce “capitale dello sci e dell’alpinismo mondiale” volle in qualche modo regolamentare e rendere sicure le ascensioni alla vetta del Bianco che i primi turisti – l’altissima borghesia inglese – avevano cominciato ad intraprendere, con l’apporto di più o meno improvvisate guide locali.
Monte Bianco. Cordata record Francia-Italia per i 200 anni delle guide di Chamonix
Arrivò così una normativa che tra le altre cose istituiva un fondo di previdenza a favore delle guide infortunate e dei familiari di quelle decedute, oltre a regole di ripartizione della clientela e al divieto di esercizio della professione al di fuori della nascente compagnia, che in questi mesi di emergenza sanitaria ha subito gli inevitabili contraccolpi dello stop ai viaggi, ma che ora prefigura – per bocca del suo stesso presidente – una “bella stagione”, nonostante il suo introito dipenda per il 70 per cento dagli afflussi dall’estero.
Sul fronte italiano, all’evento hanno partecipato la Società delle guide alpine di Vourmayeur, l’Uvgam, Unione valdostana delle guide di alta montagna e l’assessore regionale ai Beni culturali, al Turismo e allo Sport, Jean-Pierre Guichardaz.