Jeff Bezos ha deciso di spendere 10 miliardi di dollari per proteggere l’ambiente. Li investirà attraverso il Bezos Earth Fund, un fondo appena nato per finanziare scienziati, attivisti e organizzazioni non governative. “Il cambiamento climatico è la più grande minaccia per il nostro pianeta”, ha scritto su Instagram. “Voglio lavorare con chi sta combattendo l’impatto devastante della crisi ambientale che riguarda tutti”.
Insomma, un atto di filantropia dalla magnitudine singolarmente ampia. E anche se il mondo più che di filantropia avrebbe bisogno di politiche lungimiranti da parte dei governi, resta il fatto che Bezos ha deciso di dare un segnale mettendo poco meno di un decimo del suo patrimonio per aiutare il Pianeta. La sua più grande donazione fino a oggi, come ricorda il Guardian, erano stati i due miliardi dati nel 2018 per aiutare le famiglie senzatetto nell’area di Seattle e costruire una rete di scuole materne Montessori.
A settembre poi, Bezos ha presentato il Climate Pledge, piano con il quale Amazon si è impegnata a soddisfare gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi con dieci anni di anticipo. E vuol diventare “carbon neutral” entro il 2040. Ma non è stata solo un’idea del fondatore. Da oltre un anno i dipendenti della multinazionale chiedevano iniziative più incisive sul clima. Fra data center e la rete globale per la consegna di pacchi, l’impatto di Amazon sull’ambiente è sensibile. A settembre, la società ha rivelato per la prima volta la propria impronta di carbonio, affermando di aver emesso circa 44,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel 2018, che equivale all’aver dato alle fiamme 600mila autocisterne di benzina.
I dipendenti, attraverso il gruppo Amazon Employees for Climate Justice, hanno fatto sapere che sebbene apprezzino la filantropia di Bezos sottolineano che “una mano non può dare ciò che l’altra sta togliendo”, e vorrebbero qualche passo in più. “La popolazione della Terra ha bisogno di sapere quando Amazon smetterà di fare affari con le compagnie petrolifere e del gas che devastano la Terra. Quando Amazon smetterà di finanziare think tank che negano il problema del clima come il Competitive Enterprise Institute e quella parte della politica che fa la stessa cosa”.
Bezos ha fornito solo alcuni dettagli su ciò che l’Earth Fund farà, se non dire che avrebbe guardato a “qualsiasi sforzo che offra una reale possibilità di aiutare a preservare e proteggere il mondo naturale”.
Nel frattempo Bill Gates ha raccolto un altro miliardo di dollari in finanziamenti per Breakthrough Energy Catalyst. Si tratta di un programma nato per accelerare il raggiungimento della redditività sul piano economico di quattro soluzioni che potrebbero dare una mano ad affrontare la crisi climatica: idrogeno, carburante sostenibile per l’aviazione, batterie di lunga durata e cattura del carbonio dall’aria. In pratica, Catalyst fornirà la liquidità necessaria per far decollare i progetti legati a questi settori prima dell’arrivo di altri finanziamenti e permettendo così di operare immediatamente. Questo anche perché nessuna delle quattro soluzioni è a buon mercato e senza stimoli e sovvenzioni difficilmente verranno adottate.
“Il modello qui è quello dell’eolico, il solare e gli ioni di litio”, ha spiegato lo stesso Gates. “Avevano prezzi molto alti rispetto alle fonti energetiche tradionali, ma fortunatamente Germania e Giappone e altri Paesi hanno finanziato la ricerca e le aziende e ora quei prodotti si stanno diffondendo”. La differenza rispetto al passato sta nelle tempistiche: abbiamo appena un decennio per fermare l’innalzamento delle temperature ed evitare di superare il punto di non ritorno.