Per molti, probabilmente, il nome Nant de Drance potrebbe non dire nulla, ma si tratta di uno dei siti di produzione e stoccaggio di energia idroelettrica più importanti in Europa. Ci sono voluti 14 anni e circa 2 miliardi di franchi svizzeri per costruire questa imponente centrale idroelettrica situata sulle Alpi svizzere, nel Canton Vallese, a 600 metri di profondità in una caverna tra i bacini di Emosson e Vieux Emosson, nel comune di Finhaut.
La costruzione dell’enorme tunnel lungo 194 metri, alto 52 e largo 32 ha richiesto 650 operai per scavare 400.000 metri cubi di roccia e perforare 17 chilometri di gallerie. La centrale, entrata in funzione all’inizio di luglio di quest’anno, è dotata di sei turbine a pompa, con una capacità di 150 MegaWatt ciascuna e una potenza di accumulo pari a 400.000 batterie di auto elettriche.
Le macchine, altamente flessibili, consentono di passare da -900 MW a +900 MW, ossia dal pompaggio a piena potenza alla turbina a piena potenza, in meno di 5 minuti. Attraverso le grandi turbine di Nant de Drance passano circa 360 metri cubi di acqua al secondo, praticamente la portata del fiume Rodano a Ginevra, in estate.
L’impianto ha utilizzato due bacini già esistenti, tra cui quello generato dalla diga di Vieux Emosson, a 2.200 metri di altitudine, innalzata ulteriormente di 21,5 metri per arrivare a raddoppiare la sua capacità, fino a 25 milioni di metri cubi d’acqua e permettere alla centrale uno stoccaggio di energia elettrica pari a 20 milioni di kWh.
Nant de Drance darà notevole stabilità alla rete elettrica elvetica e potrebbe aiutare l’intero sistema di approvvigionamento di energia elettrica in Europa. Funzionerà, infatti, come un’enorme batteria, poiché sarà in grado di immagazzinare l’energia in eccesso e di produrla quando la rete lo richiederà. Con le sue turbine ad alta efficienza, l’impianto riesce a restituire fino all’80% dell’elettricità prelevata per alimentare il circuito e immagazzina circa 20 ore di energia di riserva, come spiega Robert Gleitz, delegato del consiglio di amministrazione di Nant de Drance.
Il grande vantaggio delle centrali di pompaggio-turbinaggio, infatti, consiste proprio nella loro flessibilità, poiché consentono di compensare la naturale instabilità della produzione di energia elettrica derivante dalle fonti eoliche e solari.
In Svizzera l’energia idroelettrica rappresenta la fonte principale di approvvigionamento di elettricità, coprendo quasi il 60% della produzione annua. La prima diga nel Paese è stata costruita nel 1890 e, da allora, quasi tutti i sistemi fluviali svizzeri sono stati modificati per costruire centrali in grado di coprire il fabbisogno nazionale. Questo ha avuto, ovviamente, un grosso impatto sull’ambiente, rappresentando il principale problema delle centrali idroelettriche a “flusso aperto”, quelle cioè che si servono della forza dei fiumi per essere alimentate.
Anche in questo, Nant de Drance rappresenta un notevole progresso e una soluzione più ecosostenibile, poiché si basa su sistemi di pompaggio a ciclo chiuso, ossia su serbatoi d’acqua pompati in maniera artificiale, senza alcun impatto sui fiumi.
Andrew Blakers, professore di ingegneria presso l’Australian National University, ha identificato ben 600.000 siti potenziali per la costruzione di centrali idroelettriche a circuito chiuso in tutto il mondo, ma ha calcolato che basterebbe solo l’1% di questi per coprire il fabbisogno totale di accumulo di energia e livello mondiale.
È dunque evidente l’importanza di Nant de Drance per tutta l’Europa. Come afferma Rebecca Ellis, responsabile delle politiche energetiche presso l’associazione no-profit International Hydropower Association, il paese elvetico potrebbe offrire stabilità alla rete di tutto il continente. Intanto, solo in Svizzera, Nant de Drance ha aumentato la capacità energetica installata del 33%, rendendola di fatto leader in Europa della transizione verso le energie rinnovabili.