Un futuro le ondate di calore che stiamo sperimentando oggi potrebbero persino sembrarci fresche. Solo negli ultimi quattro anni infatti nei nostri capoluoghi, a causa delle dinamiche della crisi climatica, è raddoppiato il numero di italiani esposti a temperature superficiali pari o superiori a 40°gradi. Il tutto in una tendenza che — come noto — vedrà il Pianeta e in particolare l’Europa surriscaldarsi ulteriormente nei prossimi anni.
Un dato, quello sull’esposizione dei cittadini alle temperature superficiali nelle città capoluogo, elaborato da Greenpeace e Istat in un report chiamato “L’estate che scotta” e visionato in anteprima da Repubblica, un documento che racconta come sia in aumento la percentuale di italiani costretti a vivere in luoghi bollenti: si parla di più di otto milioni di cittadini colpiti, di cui circa 1,3 milioni sono anziani o bambini. Oltretutto i dati elaborati sono quelli del giugno 2024, senza contare dunque le temperature estreme di luglio degli ultimi giorni: solo ieri ad esempio nel centro della Toscana, la Sardegna, la Campania e la Sicilia si sono sfiorati i 40 gradi e in tutta Italia erano tredici le città da bollino rosso. Condizioni che, fanno sapere i meteorologi, a parte per sporadiche piogge tra l’1 e il 2 agosto, potrebbero poi proseguire per quasi due settimane.
Proprio per tentare di capire in quali fra le ventuno città capoluogo di Regione e delle province autonome di Trento e Bolzano i cittadini siano oggi soggetti a temperature superficiali roventi che impattano sulla vite e sulla salute, Greenpeace e Istat hanno analizzato i dati satellitari di Copernicus di giugno 2024. Sono state prese in considerazione le temperature, rilevate dai satelliti dalle 9 alle 11 del mattino, di suoli, tetti, abitazioni, campi oppure delle chiome degli alberi. Attraverso queste rilevazioni che «si riferiscono a tutte le superfici visibili dall’alto, e che di fatto sottostimano il fenomeno dato che parliamo di rilevazioni effettuate di mattina e dunque non nella temperatura massima giornaliera», precisa il ricercatore Istat Alessandro Cimbelli, è emersa la classifica delle città dove i cittadini sono stati più esposti alle temperature estreme.
Al primo posto, come media, risulta Bari con 44,9 gradi, seguita da Napoli (43,5) e poi Roma (43,2). Appena sotto i quaranta gradi c’è Milano (39,9) mentre nella parte finale del grafico troviamo Aosta (31,5), Trento (30,8) e ultima Genova (30,6). Nella maggior parte dei capoluoghi analizzati, le temperature superficiali massime sono sempre state superiori a 35 gradi, arrivando di fatto a toccare soglie oltre i 39 gradi in dodici città sulle ventuno prese in esame. Come ricorda Greenpeace, «in undici capoluoghi su ventuno più del 90% della popolazione è stata dunque interessata dal fenomeno delle ondate di calore, con picchi di percentuali oltre il 98% a Bari, Firenze, Cagliari, Napoli e Palermo».
L’Istat aggiunge poi che fra le novità emerse c’è il fatto che «anche in alcuni capoluoghi del Nord si riscontrano importanti valori di popolazione esposta a temperature a 40 gradi. Prova ne sono Aosta (96,7% di popolazione coinvolta), Torino (95,6%) e Milano (91,3%)», spiegano gli esperti, descrivendo «un quadro disarmante dato che in soli tre capoluoghi (Trieste, Genova e Bolzano, ndr) la percentuale di popolazione coinvolta dal fenomeno scende sotto il 60%». Inoltre, tramite altri monitoraggi, a impressionare è il fatto che, dall’agosto 2019 allo stesso mese del 2023, sia raddoppiato il numero di italiane e italiani esposti a temperature superficiali pari o sopra i quaranta gradi.
All’interno di questa fascia di popolazione, una persona su otto fa parte di categorie fragili, come bambini e anziani, coloro che più subiscono l’impatto del caldo. «Degli 8,3 milioni di cittadini che hanno subito l’impatto di temperature superficiali da record, più di un milione erano anziani con più di 74 anni e ben 300 mila bambine e bambini fino ai 5 anni», precisano gli autori. Nell’Italia che arranca per crescita demografica, la realtà ci dice dunque che le temperature stanno aumentando anche in determinati capoluoghi dove prima non erano così elevate e contemporaneamente sempre più persone si stanno spostando, esponendosi, proprio verso le città. Città dove in futuro soffriremo di più: «L’andamento della temperatura media dell’aria a due metri dal suolo è in crescita quindi, indirettamente, anche la temperatura al suolo aumenterà con un conseguente incremento della popolazione coinvolta», aggiunge il ricercatore Istat Stefano Tersigni. Le soluzioni per porre freno a questo andamento, con politiche di adattamento e mitigazione, per Federico Spadini di Greenpeace devono essere al centro dell’agenda politica, spiega. Ricordando che «se vogliamo però davvero evitare temperature sempre più estreme e il loro impatto su una fetta sempre più grande di popolazione, dobbiamo mettere fine al più presto alla nostra dipendenza dalle fonti fossili».