Tutti pazzi per il polpo. Ancor di più dopo lo straordinario successo del film “My Octopus Teacher”, premio Oscar nel 2021, un appassionato inno all’intelligenza di questi cefalopodi. Ma oggi, mentre in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale del Polpo, un campanello d’allarme si leva dal mondo degli animalisti. Preoccupati, più che mai, per la crescita degli allevamenti intensivi: una pratica con la quale si risponde ai trend della richiesta commerciale: il consumo di polpi selvatici, già diffuso in tutto il mondo, continua a crescere. Così, associazioni come “Compassion in World Farming” non ci stanno. Perché se la pesca intensiva rischierebbe di favorire un declino delle popolazioni selvatiche, l’indice è puntato contro gli allevamenti intensivi in spazi ridotti, poco compatibili – si denuncia in una nota – con la natura intelligente e solitaria degli animali, poco compatibile con condizioni di sovraffollamento”. Di più: “Confinarli in spazi ridotti potrebbe indurli a comportamenti aggressivi o addirittura a episodi di cannibalismo”, si legge nell’ultimo studio, diffuso nei giorni scorsi. Allevare i polpi sarebbe inoltre “una pratica insostenibile, poiché richiederebbe di nutrirli con pesci selvatici catturati in natura, aggravando così il sovrasfruttamento delle risorse ittiche e l’insicurezza alimentare delle comunità già vulnerabili in tutto il mondo”. Quanto basta per una levata di scudi contro realtà come Nueva Pescanova, che ha annunciato – riporta “Compassion in World Farming” – di voler realizzare il primo allevamento di polpi a scopo commerciale al mondo a Gran Canaria, in Spagna.

Le associazioni denunciano anche gli investimenti pubblici nello sviluppo di programmi di ricerca finalizzati all’allevamento dei polpi: 13,3 milioni di euro complessivi, 253.750 euro di fondi Ue per l’Italia, seconda solo alla Spagna. Di “scandalo” parla Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia, condannando la scelta del governo di “finanziare una pratica crudele verso gli animali e dannosa per l’ambiente”.

Un progetto pilota

I progetti di ricerca, nel dettaglio finalizzati attraverso il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, riguardano – per esempio – un progetto pilota per il trasferimento delle tecniche di allevamento del polpo come nuova specie ai fini dell’acquacoltura, agli operatori del settore della Regione Puglia”. Ma si tratta di un segmento realmente sostenibile? Di neuroscienze e basi naturali della coscienza negli invertebrati si occupa, da anni, Graziano Fiorito, dirigente di ricerca del Dipartimento di Biologia ed Evoluzione Organismi Marini della Stazione zoologica Anton Dohrn. I polpi sono il suo principale oggetto di studio: “Si tratta di animali senzienti, in cui è provata la risposta al dolore e per i quali le direttive in vigore prescrivono massima attenzione e senso di responsabilità nei metodi di cattura e, eventualmente, di allevamento, che richiedono requisiti minimi in relazione all’etologia degli animali. – dice – La cura del loro benessere dovrebbe essere la norma, insieme al tema del sovraffollamento nelle vasche non è marginale quello del metodo con cui verrebbero uccisi: da valutare gli effetti dell’immersione dei polpi ancora coscienti in una sospensione di ghiaccio(-3°C), come accade per i pesci per il consumo umano”.

Eppure, con metodi di allevamento compatibili, etologicamente e fisiologicamente con la natura dei polpi, la pratica, annuisce anche il biologo marino, “non sarebbe da escludere a priori”.

Allevamenti sostenibili: è possibile

Intanto, secondo un sondaggio di CIWF e Eurogroup for Animals, peraltro, il tema degli investimenti pubblici nel settore ittico è di grande importanza per i cittadini italiani: secondo l’84% degli intervistati, percentuale più alta di tutta l’Unione Europea, il denaro pubblico dovrebbe essere investito solo in allevamenti sostenibili.

In Spagna, intanto, più di 90 associazioni si sono unite all’appello al premier perché venga interrotto lo stanziamento di fondi pubblici per sviluppare la pratica degli allevamenti intensivi di polpi e, anzi, si avvii l’iter legislativo per vietarla. Tra i testimonial, l’attore americano Alan Cumming. E sabato scorso nove rappresentanti di associazioni per la tutela dell’ambiente e degli animali – tra cui CIWF, Eurogroup for Animals e Greenpeace – hanno inscenato un sit-in di protesta pacifica all’esterno del Congresso spagnolo, chiedendo di fermare “il primo allevamento intensivo di polpi al mondo, progettato a Gran Canaria”.

Giornata mondiale del polpo

“In occasione della Giornata mondiale del polpo, esortiamo il Governo spagnolo e gli altri esecutivi a fare la cosa giusta e a smettere di finanziare l’allevamento di polpi”, ha ribadito la biologa marina Elena Lara, Senior Science and Policy Advisor di CIWF, che già nel 2021 aveva pubblicato il report “Allevamento di polpi: un disastro annunciato, e che nelle scorse settimane aveva, insieme a Eurogroup for Animals, pubblicato il documento “Exposing the environmental risks of octopus farming. L’esempio virtuoso al quale ispirarsi, secondo gli animalisti, è rappresentato dagli stati di Washington e della California, negli Usa, dove è già in vigore un divieto sull’allevamento dei polpi.