Il monopolio asiatico delle batterie per auto elettriche è finito. Northvolt, una coraggiosa, prospera startup della Svezia ha aperto nell’avanzata città industriale di Skelleftea, nel Nord del regno, la prima gigafabbrica di batterie per auto elettriche di tutta Europa.
Nel continente la domanda di auto elettriche cresce di giorno in giorno: se la media è già al 25% del totale, in Paesi d’avanguardia come la Norvegia è arrivata ai tre quarti. Esiste però, o meglio esisteva fino a ieri, il problema della produzione delle batterie per questi veicoli green: venivano importate dalla Cina, dal Giappone o dalla Corea o prodotte in Europa orientale da colossi cinesi e di altri paesi asiatici. Acqua passata. Dopo il primo impianto, a cui il Guardian ha dedicato un lungo servizio, Northvolt ha avviato la produzione e ampliato i progetti: seguiranno altre gigafactory, in Svezia o sempre nell’Unione europea e con capitali europei, e l’impianto previsto da Elon Musk per la sua fabbrica di macchine elettriche nel Nord-Est della Germania. È una svolta epocale.
Northvolt – che annovera tra i suoi fondatori Paolo Cerrutti, un ingegnere italiano con un passato in Tesla – ovviamente pensa prima di tutto agli ambiziosissimi piani del gruppo premium svedese Volvo, il quale sta riacquistando uno dopo l’altro le sue azioni che erano o sono ancora in mano del gigante cinese Geely, un altro segnale di indipendenza e presa di distanze dalla Repubblica popolare. Ma i giovani di Northvolt hanno la vista lunga e pensano anche al crescente fabbisogno presente e futuro di colossi dell’auto europea da Volkswagen a Stellantis, da Mercedes a Renault e BMW.
Con il termine gigafactory si definisce nel gergo degli addetti un impianto capace di produrre ogni anno abbastanza batterie (e montare sulle auto elettriche, ovvio) per sfornare in tutto 15 gigawatt orari. Finora nel continente esistono due impianti di questo tipo, nessuno di proprietà europea: quello di Wroclaw, in Polonia, è dei coreani di LG, mentre quello di Budapest, in Ungheria, è in mano a Samsung. Inoltre la loro produzione non basta e basterà sempre meno: secondo i calcoli sia di Northvolt, sia dei produttori di auto europei impegnati a fondo nell’elettrico, saranno necessarie nel futuro prossimo o immediato almeno 25 altre gigafactory. Tante sono almeno in programma di qui al 2030, il problema è chi le costruirà e chi ne costruirà di più, di più grandi e più moderne. Finora i nove piani conosciuti sono tutti di colossi asiatici.
Gli svedesi di Northvolt hanno quindi raccolto la sfida e vogliono arrivare in poco tempo a una produzione totale annuale di batterie per almeno 60 gw l’anno, una quantità appena sufficiente per alimentare un milione di macchine elettriche. Northvolt vanta già contratti per 30 miliardi di dollari con giganti come Volvo, Bmw o il marchio di superlusso elettrico di Volvo, Polestar. E con Scania, la marca di veicoli pesanti svedesi di Volkswagen che progetta tir elettrici. “È la svolta, la pietra miliare. E insieme solo l’inizio”, dice lo’amministratore delegato dell’azienda svedese Peter Carlsson. In termini di eccellenze europee e anche di nuovi posti di lavoro. Chi è più indietro, guarda caso, è il Regno Unito uscito dalla Ue.