Decarbonizzare il cemento è uno dei compiti più complessi nella Transizione Ecologica. Usiamo oltre 4 miliardi di tonnellate di cemento ogni anno, e per produrlo vengono emessi quasi 3 miliardi di tonnellate di CO?. Il cemento è il materiale più consumato al mondo, e secondo il politecnico di Zurigo dall’inizio della rivoluzione industriale ne sono state colate sulla superficie terrestre qualcosa come 900 miliardi di tonnellate, con effetti che è facile immaginare sugli ecosistemi. La sfida è sotto gli occhi di tutti: la domanda di cemento aumenterà del 33% entro il 2050 e nei prossimi 40 anni il mondo costruirà l’equivalente di una nuova New York. Al tempo stesso, il Green Deal europeo richiama i paesi e le filiere produttive a ridurre del 55% le emissioni di CO? entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e a raggiungere la neutralità climatica al 2050. Un’asticella alta per un settore hard to abate come quello delle costruzioni, visto che il 60-70% delle emissioni dirette dalla produzione del cemento, materiale tuttora indispensabile per l’edilizia, deriva dalle reazioni chimiche di processo ed è incomprimibile.
L’impianto affacciato sul Mare del Nord
Tuttavia un cambio di paradigma nella decarbonizzazione del settore delle costruzioni, un processo che diventa prodotto grazie all’innovazione aperta, allo sviluppo tecnologico e a un nuovo modello go-to-market, è stato realizzato dall’azienda Heidelberg Materials con sede a Brevik, affacciata sul Mare del Nord in Norvegia, in prima linea nella cattura e nello stoccaggio della CO?. Si chiama evoZero, il primo cemento a impatto zero, che viene prodotto impiegando la tecnologia Carbon Capture and Storage (CCS) nel cementificio di Brevik, senza utilizzare crediti di compensazione generati all’esterno della filiera e mantenendo il 100% della qualità di un prodotto adatto a tutte le applicazioni.
La tecnologia Carbon Capture and Storage (CCS)
“Per arrivare all’obiettivo zero CO2 è necessario introdurre tecnologie pionieristiche come la Carbon Capture and Storage (CCS) che catturano la CO? dal processo produttivo per stoccarla oppure riutilizzarla mettendola a disposizione di altri processi industriali”, ha spiegato l’amministratore delegato di Heidelberg Materials Italia, Stefano Gallini. “evoZero è il risultato concreto di questo impegno: stiamo realizzando l’obiettivo di un cemento net-zero, che permetterà di ridurre l’impronta carbonica di tutta la filiera delle costruzioni, partendo proprio dal primo anello, rappresentato dal cemento.”
400 mila tonnellate di emissioni catturate e stoccate
Una volta operativo (entro la fine del 2024), l’impianto norvegese, catturerà 400 mila tonnellate di CO? all’anno pari al 50% delle emissioni e verrà stoccata negli ex giacimenti di gas. La tecnologia di cattura e stoccaggio della CO? è sicuramente una carta da giocare per l’industria del cemento nonostante gli alti costi di realizzazione.
Il green building inizia dal cemento a basse emissioni
Considerando che la domanda di cemento a livello globale aumenterà del 30% entro il 2050 e dato che l’industria delle costruzioni è uno dei settori più energivori ed emissivi, diventa un obiettivo comune quello di ridurre le emissioni derivate prima di tutto dalla produzione stessa del cemento. La tecnologia CCS non modifica la composizione chimica e le prestazioni del cemento, di conseguenza evoZero potrà essere impiegato in qualsiasi applicazione.
Le esportazioni
Sono due le tipologie di cemento Net-zero carbon capture messe sul mercato da Heidelberg Materials: evoZero Carbon Captured Brevik, il cemento realizzato a Brevik e consegnato da questo sito la cui impronta net zero viene raggiunta nel corso dell’intero ciclo di vita; e evoZero Carbon Captured può essere consegnato da qualsiasi cementeria europea che si trovi nelle vicinanze del progetto del cliente, sfruttando i risparmi di CO? realizzati a Brevik. In questo caso l’impronta net zero è alla consegna.
Da novembre 2023, Italcementi e Calcestruzzi sono state acquisite da Heidelberg Materials, il principale player mondiale nella fornitura verticalmente integrata di materiali da costruzione, con 55.000 dipendenti, in 3.000 siti produttivi e in più di 50 Paesi.