La direzione è segnata, ma lungo il percorso non mancano gli ostacoli. La transizione energetica sarà la grande protagonista del settore mobilità ancora per diversi anni, anche se il rallentamento della crescita economica e l’inflazione elevata rendono incerto il ritmo. Si può sintetizzare così il sentiment degli operatori che hanno preso parte alla prima edizione di Next Mobility Exhibition, manifestazione di Fiera Milano dedicata alla mobilità collettiva sostenibile, organizzata insieme ad Agens, Asstra e Anav, con la partecipazione di circa 120 aziende espositrici.
La soluzione delle città intelligenti
Numerosi momenti di approfondimento sono stati riservati ai grandi motori che stanno trasformando le città, rendendole più intelligenti e green. Dunque, il ruolo delle tecnologie come il cloud computing e la gestione dei dati, ma anche la volontà politica di superare alcune resistenze per procedere spediti nella transizione energetica. Quest’ultima resa ancora più necessaria dai cambiamenti climatici, evidenti non solo alla luce di eventi naturali estremi sempre più frequenti, ma anche per l’innalzamento delle temperature, come vediamo in questo autunno.
Del resto, le città sono il terreno ideale per promuovere la transizione ecologica: ormai più della metà della popolazione mondiale vive nei centri urbani (con una tendenza destinata a rafforzarsi negli anni a venire) e oltre il 70% delle emissioni vengono generate dalle città.
Gli ostacoli e le prospettive
Nel corso della manifestazione, Format Research ha presentato i risultati di un sondaggio dal quale è emerso che la maggior parte dei cittadini ritiene insufficienti i servizi di trasporto pubblico urbano. Inoltre, il 56% degli intervistati teme che la transizione impatterà pesantemente sugli spostamenti.
Quanto ai possibili cambiamenti nei consumi, l’84,5% degli italiani si dice propenso ad acquistare un’automobile elettrica, ma a patto di non spendere più di 25mila euro. Per quanto riguarda l’impatto sulle imprese, il 34,5% dei responsabili prevede un effetto negativo, con il 2,6% che segnala il rischio di chiusura.
Nel corso dell’evento è stato presentato uno studio di Assolombarda, che ha analizzato la mobilità prima e durante la pandemia, segnalando tre filoni destinati a rafforzarsi negli anni a venire: lo sviluppo della filiera relativa all’innovazione tecnologica dei mezzi di trasporto; il potenziamento delle infrastrutture – sia fisiche, sia digitali – necessarie per lo sviluppo dei servizi di mobilità; infine l’adeguamento del quadro normativo di riferimento.
Il centro nazionale
Nel corso della manifestazione è stato presentato il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, nato dall’iniziativa di una cinquantina tra aziende e centri di ricerca pubblici e privati, tutti attivi nell’ambito della mobilità e delle infrastrutture, con l’obiettivo di accompagnare la transizione green e digitale del comparto in un’ottica sostenibile. Il Centro avrà la sede principale a Milano, con 14 nodi distribuiti lungo tutta la Penisola e – tra le altre cose – si occuperà di monitorare i progressi, rilevare eventuali problemi verso l’adozione di un modello di sviluppo sostenibile e mettere in relazione i protagonisti del mercato a caccia di soluzioni.