Nella giornata in cui si tiene a Palazzo Chigi il tavolo sull’emergenza idrica, presieduto dalla premier Giorgia Meloni, la Federazione delle imprese dei servizi pubblici Utilitalia lancia “otto proposte concrete per favorire l’adattamento infrastrutturale delle reti idriche al cambiamento climatico”. Le associate di Utilitalia forniscono i servizi idrici all’80% della popolazione italiana e “per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici – si legge nel loro comunicato – sono pronte a mettere in campo investimenti per circa 11 miliardi di euro nei prossimi 3 anni”. Nel dettaglio, Utilitalia programma di destinare 7,8 miliardi ad interventi per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico delle aree urbane ed una maggiore resilienza delle infrastrutture, e 3,1 miliardi per contrastare il fenomeno delle dispersioni idriche.
Le proposte prevedono invece riduzione delle perdite, nuovi invasi e interconnessioni, riutilizzo delle acque depurate, contrasto al cuneo salino, aumento della dissalazione, rafforzamento dei distretti idrografici, superamento delle gestioni in economia, semplificazione delle procedure. Così nel dettaglio:
- riduzione delle perdite e incentivazione dei comportamenti virtuosi: in Italia il consumo pro capite di acqua potabile si attesta sui 215 litri per abitante al giorno, rispetto ai 125 litri della media europea.
- realizzazione di nuovi invasi e di interconnessioni delle reti idriche
- riutilizzo efficiente delle acque depurate a fini agricoli o industriali: 9 miliardi di metri cubi all’anno, che in Italia vengono sfruttate solo per il 5%
- contrasto all’avanzata del cuneo salino attraverso l’aumento dei volumi delle falde
- aumento della produzione di acqua potabile attraverso la dissalazione: in Italia è solo lo 0,1%, contro il 3% della Grecia e il 7% della Spagna
- rafforzamento del ruolo di pianificazione dei sette distretti idrografici
- superamento delle gestioni in economia: in media, al Sud, oltre il 30% delle gestioni idriche è privo di un soggetto industriale, contro il 7,2% del Centro-Nord. A fronte di una media di investimenti annui di 49 euro per abitante, nelle gestioni comunali in economia gli investimenti crollano a 8 euro per abitante
- semplificazione delle procedure per la realizzazione degli investimenti: nel nostro Paese le procedure autorizzative occupano oltre il 40% del tempo necessario per la realizzazione di un’opera infrastrutturale.
“I periodi siccitosi – spiega nel comunicato il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – non possono più essere considerati eccezionali. Vanno pertanto affrontati attraverso interventi che favoriscano la resilienza delle reti idriche nell’ambito di un approccio globale, che consideri tutti i diversi utilizzi dell’acqua nel nostro Paese, garantendo la priorità all’uso civile”. “Parliamo – conclude Brandolini – di serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti. Ma per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile che, va ricordato, riguarda il 20% degli usi dell’acqua, servono azioni sinergiche che coinvolgano anche il mondo agricolo e interventi non più procrastinabili sul fronte della governance”.