La Pubblica amministrazione non può prescindere dal fattore umano. Soprattutto alla luce di quanto verrà destinato ai comuni con i fondi del Pnrr. Durante l’appuntamento di City Vision Talk Smart Pa a Ivrea, la discussione tra amministratori e aziende è partita dai temi concreti per ragionare sull’impatto del digitale. “È una fase interessante e importante per compiere un salto di qualità nella Pa – ha detto Chiara Daneo, del Dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio – L’ammontare complessivo è di 1,5 miliardi di euro, la maggior parte a disposizione dei comuni. Ad esempio è un’occasione per mettere in sicurezza i dati attraverso il cloud”.
Nel corso dell’incontro tenutosi al Teatro Giacosa di Ivrea, gli speaker hanno avviato il proprio ragionamento partendo da un elemento, ovvero il ruolo dei piccoli e medi centri, protagonisti di una transizione che dovrà essere digitale ed equa. “In Piemonte abbiamo tanti comuni clienti – ha aggiunto Fabio Checchi, Key Account Manager B2G di Enel X – e quando parliamo di smart city mi vengono in mente proprio le esigenze più pratiche delle piccole realtà. Da qui si deve partire”. Si sono fatti gli esempi dei punti luce, i lampioni, che possono diventare sede di apparecchiature miniaturizzate per diffondere il 5G, così come dei semafori intelligenti che non servono soltanto a rendere fluido il traffico, ma a dare la precedenza ai ciclisti quando serve, come in Nord Europa.
“I bandi del Pnrr sono una grossa opportunità, che non possiamo non cogliere”, ha precisato Francesco Di Lorenzo, assessore all’Innovazione di Nichelino. Partendo, anche qui, dalle professionalità. “L’amministrazione comunale, quando assume, deve selezionare in maniera mirata. Se ho criticità nel reparto tecnico, bisogna trovare persone con skill specifiche”. In questo anche le aziende giocano un ruolo decisivo, come ha spiegato Daniele Giangravè, Chief Products and Services Office di Olivetti, secondo il quale “la barriera delle competenze deve essere superata. Olivetti cerca di affiancarsi ai comuni in questo senso”.
La smart Pa offre servizi di vario tipo, anche di carattere culturale. Emanuele Albarello, assessore ai Servizi alla persona di Dogliani, ha ricordato che nel 2021 il comune ha vinto un bando da un milione di euro per digitalizzare il patrimonio culturale del paese. “Per collegare il tessuto urbano dal punto di vista turistico abbiamo installato totem che, grazie alla tecnologia, possono conoscere la storia di alcuni dei nostri concittadini più famosi, come l’ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi“.
Con un impegno sempre più forte da parte della Pa sul fronte della digitalizzazione, non ci si può scordare infine degli utenti finali, quei cittadini ai quali non soltanto occorrono servizi smart e intelligenti. Senza infatti un investimento sulle competenze digitali di tutti il rischio è una transizione incompleta. L’ha spiegato Paolo Conta, presidente del Gruppo ICT di Confindustria Canavese. “L’indice Desi mette l’Italia agli ultimi posti per quanto riguarda la digitalizzazione. E se scomponiamo gli elementi, quello che ci penalizza di più è il fattore umano e delle competenze”. Ragione in più per cui è imprescindibile che la Pa traduca la transizione digitale anche come cambio di mentalità da parte di tutti per non perdere un’occasione storica.