Tra siti storici e scenari selvaggi, tra colline dolci immerse nelle campagne o su antiche mulattiere, ripercorrendo la storia. Ci sono passeggiate culturali, per ritrovare scorci dimenticati, o passeggiate da veri sportivi. Si possono fare pellegrinaggi che portano a un santuario, percorrere antiche vie commerciali, oppure seguire le vie del vino con tappe tra frantoi e fattorie. L’importante è camminare, rallentare il ritmo, ammirando con tutta la calma del caso paesaggi, scorci, borghi, sentieri. E un piede davanti all’altro, la passeggiata si fa vacanza.

Sono tanti i cammini presenti in Italia, e non c’è occasione migliore per scoprirli che aderire alla Giornata Nazionale del Camminare, che in realtà sono due, sabato 14 e domenica 15 ottobre, iniziativa promossa da FederTrek Escursionismo ed Ambiente, in cui a unire la bellezza paesaggistica con il piacere della scoperta è proprio il camminare, un invito a (ri)scoprire con calma le bellezze che il paese offre. La manifestazione nasce per incoraggiare la diffusione della cultura del camminare, spingendo a esplorare con lentezza le aree interne, seguendo i sentieri nei Parchi, lungo i Cammini storico culturali e nei numerosi piccoli borghi dello stivale.

Tra paesaggi campestri, il trekking sul Monte Tufone e in Valle dell’Oia porta alla riscoperta degli antichi sentieri utilizzati per il lavoro dai contadini, dai pastori e dai partigiani durante la seconda guerra mondiale: si segue un’escursione ad anello di circa dieci chilometri, adatta a tutti i livelli di preparazione all’interno del Parco delle Foreste Casentinesi.

Nel Lazio sabato 14 ci si immerge nella natura del Bosco del Sasseto, con una passeggiata tra boschi e torrenti di Monte Rufeno. Passo dopo passo lungo un tratto della “La Scialimata”, un percorso ad anello tra aree di frana in continuo movimento, di boschi e tracce di cinghiali e caprioli e volpi curiose, e il sentiero natura del fiore, fino al Mulino sul torrente Subissone, nel cuore della Riserva Naturale Monte Rufeno, tra i colori del foliage, caratteristici dei nostri boschi.

In Toscana i percorsi sono tanti, si cammina a passo slow tra le colline dolci e le distese di filari, alternando il piacere degli itinerari nella natura alle visite nei borghi senza tempo, per cui la regione è nota.

Suggestivo, in Abruzzo, il Cammino della Pace, da Prato della Maiella, si inizia la discesa nella valle di Guardiagrele, passando per Fonte Carlese, il Campanaro e Valle delle Monache. Da qui, esplorando la faggeta, ci si addentra nella valle fino alla Cascata San Giovanni e si raggiunge la località di Bocca di Valle, dove si trova il sacrario di Andrea Bafile. Passando per la contrada Comino e costeggiando la chiesa di San Donato, si giunge a Guardiagrele, dove il percorso giunge al termine. Non mancano le iniziative nelle aree urbane, come Quattro passi nell’Agro Romano, che propone una passeggiata archeo paesaggistica nella campagna romana, tra vigne e ulivi.

Ma l’Italia di cammini è piena. La più famosa è la via Francigena, quasi duemila chilometri, percorsa per la prima volta dall’arcivescovo di Canterbury circa mille anni fa, dalla Gran Bretagna a Roma. Dalla strada romana antica nei pressi di Donnas, vicino Aosta, alla Via Emilia, dove risale il corso del torrente Nure per poi attraversare le campagne piacentine.

Il Cammino dei Briganti è molto più breve. È un percorso ad anello di 71 chilometri che parte e finisce a Tagliacozzo, vicino l’Aquila, e si snoda tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino, lungo i sentieri battuti un secolo e mezzo fa dai briganti della Banda di Cartore. È un cammino di confine, che attraversa un territorio che oggi vaga tra Abruzzo e Lazio, ieri tra Stato Pontificio e Regno Borbonico.

Per il Cammino di San Benedetto è il culto (e l’amore per la natura) a guidare attraverso il sentiero che parte da Norcia, con la splendida Basilica, e, percorrendo trecento chilometri, porta a Montecassino, nella valle del Liri, attraversando i luoghi più significativi della vita di San Benedetto da Norcia. Tra boschi di pioppi, fiumiciattoli e colline, campi di grano e pascoli, attraversa i Monti Sibillini e Subiaco, nell’alta valle dell’Aniene, con alcuni dei monasteri benedettini più belli.

Richiede diversi giorni la Via del Sale, originariamente percorsa dai mercanti. Si parte da Varzi, antico borgo dell’Oltrepò Pavese, sede del Castello della potente famiglia Malaspina. Si transita per Monteforte, terra di boschi di castagni e felci, e Castellaro, villaggio dal tipico aspetto medievale con costruzioni in sasso. Attraversando il Parco naturale dell’Antola e l’Alta Via dei Monti Liguri, si arriva a Sori sulla Riviera ligure di Levante.

Che sia per sport, religione, cultura o turismo, tutti camminano per lo stesso motivo. Per rivendicare lentezza. E tornare a vivere a passo d’uomo.