Il cavolo cinese o pak choi è una cultivar di Brassica Rapa diffusa soprattutto nel continente asiatico; negli ultimi anni, però, sta prendendo sempre di più piede negli orti italiani, offrendo un’alternativa vegetale dal gusto delicato.

 

Cos’è il pak choi?

Il pak choi, pianta appartenente alla famiglia delle brassicacee o crucifere, si presenta come un ortaggio meno conosciuto, ma comunque ricco di nutrienti proprio come le verze e i cavoli. Infatti, è considerato un superfood ricco di vitamina A, C, K, B6, folati, calcio e manganese. Dal punto di vista estetico, presenta diverse similitudini che potrebbero farlo associare ad una bieta. Infatti, le sue foglie larghe con coste di colore bianco-verde chiaro e foglie verdi la richiamano alla mente. Si tratta di una pianta poco ingombrante che, oltre a poter essere coltivata in giardino, si può sistemare in vaso.

 

La semina del pak choi

Se si vuole coltivare nel proprio orto il pak choi è necessario considerare delle accortezze. A partire dal mese di febbraio si può iniziare a seminare il pak choi utilizzando un classico semenzaio. Il terriccio dovrà essere soffice durante il momento della semina: successivamente, quando le piantine inizieranno a crescere, si potrà passare alla fase della ripicchettatura. In pratica, bisogna suddividere le piantine cresciute vicine tra di loro, separando delicatamente le radici e rimuovendo il terriccio. In questo momento, sarà fondamentale capire anche quante piante trapiantare, per evitare inutili sprechi di cibo.

 

Come si coltiva il pak choi?

Quando il pak choi ha raggiunto la giusta dimensione (10 cm di altezza), si può coltivare direttamente in piena terra. In tal caso, è necessario effettuare un trapianto delle piantine tra il mese di marzo e settembre sistemando le stesse ad una distanza di 30-40 centimetri le une dalle altre. In una aiuola da circa 1 metro di larghezza, si può ottenere una serie di 3 file di cavoli cinesi.

 

Questa pianta si può anche coltivare in balcone in maniera semplice: infatti, non appena spuntano le prime quattro foglie, si può trapiantare in vaso il pak choi. In una cassetta da 40 centimetri si possono sistemare al massimo due piante.

 

Qual è il terreno ideale per il pak choi?

Per il pak choi il terreno deve essere uniforme e privo di sassi. È importante lavorare la terra con una zappa e rastrello per rompere le zolle più dure e livellare il terreno, favorendo la corretta piantumazione della pianta. Nel caso in cui si scegliesse di coltivare in vaso il pak choi, è importante selezionare un terriccio specifico per gli orti e dopo circa un mese si potrà concimare con un fertilizzante biologico destinato proprio per gli ortaggi.

 

L’annaffiatura del pak choi

L’eccesso di annaffiature non è gradito da questo ortaggio: è importante mantenere una corretta idratazione del terreno, senza eccedere. Infatti, i ristagni idrici possono mettere in serio pericolo la salute della radice del pak choi. Queste possono andare incontro a marciume. Nel caso in cui il terreno prescelto per la coltivazione di questo cavolo risultasse troppo pesante, si suggerisce una coltivazione rialzata in aiuole. In questo modo, si possono evitare gli eccessi d’acqua!

L’esposizione ideale per il pak choi

Il pak choi è un ortaggio che ama le aree soleggiate; proprio per questo, si possono selezionare appezzamenti di terreno con ottima esposizione oppure balconate dove non manca l’esposizione in pieno sole. Naturalmente, sarà di fondamentale importanza garantire sempre un terreno umido per non far mancare mai la giusta idratazione all’ortaggio.

Le malattie e gli insetti dannosi per il pak choi

Purtroppo, proprio come tutte le piante da orto, il pak choi teme determinati parassiti e può incorrere in malattie che necessitano il trattamento con prodotti fitosanitari specifici.

In particolare, queste sono le principali problematiche a cui può andare incontro il pak choi:

  • Malattie fungine comuni come la peronospora e l’alternariosi;
  • Attacco da parte di parassiti come afidi, cavolaia e altica;
  • Marciume dell’apparato radicale per eccesso di annaffiature;


Per evitare di incorrere nelle malattie da fungo, si suggerisce di effettuare dei trattamenti naturali rinforzanti della pianta, ma anche di fare molta attenzione al drenaggio del terreno e alla distanza tra una piantina e l’altra.