Un centro studi sul patrimonio immateriale del nostro Paese. A gestirlo sarà la Fondazione Pro Loco Italiane, che ha presentato il progetto a Palazzo Madama su iniziativa del senatore Antonio De Poli (Udc). Obiettivo: censire, diffondere e far conoscere le bellezze immateriali del nostro paese, spesso sconosciute al grande pubblico. Rappresentazioni, espressioni, capacità, oggetti, usi, costumi e artigianati. Tutto sarà spiegato dai volontari Pro Loco sotto forma di moderni ciceroni.
“L’Italia è il paese dei mille tesori nascosti – commenta De Poli – serve un piano nazionale per salvaguardare questi territori, censirli e farli conoscere a livello nazionale e internazionale”. Entusiasta Antonino La Spina, presidente dell’Unione nazionale Pro loco d’Italia. “Piano piano prende corpo l’attività della nostra fondazione – commenta – è la prima fase di un progetto che stiamo portando avanti a livello nazionale”. Il centro studi, conclude, “vuole essere un grande contenitore e punto di riferimento per tutti il mondo del patrimonio immateriale, in cui ragionare su come tutelarlo e valorizzarlo”.
Il centro studi sul patrimonio immateriale del nostro Paese è una possibilità per far conoscere “le bellezze nascoste italiane, ad occuparsi di tutto questo saranno le Pro Loco, una realtà fondamentale perché presente su tutto il territorio – ha detto ancora De Poli, ricordando come le Pro loco siano “presenti con più di seimila associazioni e oltre un milione di volontari. Chi meglio di loro può censire e portarci a conoscenza di questi territori?”.
“Abbiamo 6.300 Realtà su tutto il territorio, oltre un milione di volontari e moltissimi collaboratori attraverso l’attivazione di un comitato scientifico – ha aggiunto La Spina, presentando il suo “esercito” . “Costituiremo poi un comitato scientifico con tantissime personalità anche del mondo accademico, persone che lavorano nel campo dell’antropologia – assicura il presidente – questo stimolerà a fare meglio e a raccogliere quel che riguarda la convenzione di faro e i punti cardine della nostra attività”.
Per avere una sintesi – estrema – di quello che si intende per patrimonio immateriale del Belpaese, citiamo le quindici tradizioni e attività storiche made in Italy che fanno parte della Lista Unesco a tema, separata da quella dei beni “tangibili”: l’Opera dei Pupi Siciliani; il canto a tenore sardo; il saper fare del liutaio di Cremona; la dieta mediterranea; la festa delle Grandi Macchine a Spalla (in quattro siti, Viterbo, Nola, Palmi e Sassari); la vite ad alberello di Pantelleria; la falconeria; l’arte del “pizzaiuolo” napoletano; l’arte dei muretti a secco; la Perdonanza Celestiniana; l’alpinismo; la transumanza; l’arte delle perle di vetro nella Laguna di Venezia; l’arte musicale dei suonatori di corno da caccia; la cerca e la cavatura del tartufo.