Dopo un 2021 fra i sette anni più caldi della storia, dove oltre 400 stazioni meteo hanno registrato nuovi record e dove si contano purtroppo numerose vittime in tutto il mondo fra alluvioni, incendi, tempeste, siccità e ondate di calore, il 2022 è iniziato con nuovi segnali non buoni per il clima, che arrivano dall’America, dove gli Stati Uniti stanno vivendo un inverno bollente, ma soprattutto dal Sudamerica – vedi Argentina – messo a dura prova da temperature roventi.
I picchi di calore che si stanno registrando nel sud del mondo arrivano dopo un 2021 particolarmente caldo, un anno che secondo i dati appena forniti dalla Nasa e dal Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) conta la temperatura superficiale media globale della Terra pari a quella del 2018 ed è la sesta più calda mai registrata.
I ricercatori stimano che gli ultimi otto anni siano i più caldi da quando è iniziata la rilevazione nel 1880. Rispetto alla media di riferimento 1951-1980, il 2021 ha avuto temperature di 0,85 gradi centigradi al di sopra della media, precisano gli esperti del Goddard Institute for Space Studies (Giss) della Nasa e la Terra, sempre nel 2021, è stata circa 1,1 gradi centigradi più calda della media della fine del XIX secolo.
“La scienza non lascia spazio a dubbi: il cambiamento climatico è la minaccia esistenziale del nostro tempo – spiega l’amministratore della Nasa Bill Nelson – otto dei 10 anni più caldi del nostro pianeta si sono verificati nell’ultimo decennio, un fatto indiscutibile che sottolinea la necessità di un’azione coraggiosa per salvaguardare il futuro del nostro Paese e dell’intera umanità”.
Su il perché di questa tendenza, non ci sono dubbi. “È dovuta alle attività umane che hanno aumentato le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra nell’atmosfera. Il Pianeta sta già assistendo agli effetti del riscaldamento globale: il ghiaccio marino artico sta diminuendo, il livello del mare sta aumentando, gli incendi stanno diventando più gravi e i modelli di migrazione degli animali stanno cambiando. Capire come sta cambiando il pianeta, e con quanta rapidità questo accade, è cruciale per l’umanità per prepararsi e adattarsi a un mondo più caldo”.
2022, nel Sud del mondo i record
E i primi dati per il 2022 non sono incoraggianti: l‘emisfero sud ha toccato un nuovo record di calore, eguagliando lo stesso valore registrato 62 anni fa. A Onslow, in una Australia davvero bollente in questi giorni, la stazione metereologica ha registrato 50,7 °C. Per tornare a un valore del genere – esattamente lo stesso – bisogna risalire al gennaio 1960 a Oodnadatta. Si tratta dellla temperatura più alta registrata nell’intero emisfero sud, mentre la più alta di sempre – che riguarda il nord – sono ancora i 56,7 gradi toccati a Furnace Creek Ranch (California) nel 1913.
Oltre al record di Onslow, nella zona occidentale australiana, notevoli anche i 50,5 gradi rilevati a Mardie e Roebourne. Complice il movimento del ciclone Tiffany, in Australia si sta vivendo oggi una ondata di calore torrida e particolarmente intensa, con tanto di elevato rischio di incendi. In alcune regioni è stato diramato anche uno stato di allerta per raffiche di vento.
Sono 44 i gradi registrati a San Antonio Oeste, nel centro dell’Argentina, diverse zone del Paese versano in uno stato di siccità intenso e la capitale Buenos Aires sta sperimentando continui blackout (con oltre 700mila persone al buio) e temperature elevatissime. Si parla di livelli di calore (oltre i quaranta gradi) che la città non toccava dal 1995, con i 41,1 gradi rilevati che se confermati sarebbero la seconda temperatura più alta da 116 anni. Mentre il Paese è impegnato anche a far fronte alla continua ondata della pandemia da Covid-19, al momento permane l’allerta rossa legata al caldo, con diversi territori in stress idrico e migliaia di persone a rischio per la salute.