Il futuro del riscaldamento in Europa è elettrico, e le pompe di calore in prospettiva dovranno essere l’unica tipologia di impianto da installare nel rispetto della direttiva “case green”. Le pompe di calore, infatti, sono in grado di contribuire in maniera significativa alla riduzione delle emissioni di CO2, e per questo saranno ulteriormente incentivate mentre dal 2025 scatta lo stop agli incentivi fiscali per le caldaie a gas e il divieto di utilizzo dal 2040. Per fare il punto sulle potenzialità delle pompe di calore in funzione di transizione energetica è stata istituita per il 21 ottobre la prima Giornata Mondiale delle Pompe di Calore (Heat Pump Day), coordinata dall’EHPA, l’European Heat Pump Association. Emanate dalla Commissione Ue anche le linee guida per gli incentivi.
Pompe di calore e riduzione delle emissioni
Secondo i dati dell’EHPA, ci sono attualmente 24 milioni di pompe di calore installate in Europa, Complessivamente evitano il consumo di 5,5 miliardi di metri cubi di gas e di 45 megatonnellate di emissioni di anidride carbonica ogni anno. Gli impianti di questo tipo, infatti, si basano su un sistema di scambio di calore con l’ambiente esterno, sfruttando non solo l’energia elettrica. Le prestazioni sono misurate dai parametri COP e EER. Il COP, Coefficient Of Performance, indica l’efficienza elettrica di un climatizzatore mentre funziona in riscaldamento ed è dato dal rapporto tra resa termica (calore ceduto al mezzo da riscaldare) ed energia elettrica consumata, mentre l’EER, Energy Efficiency Ratio indica l’efficienza elettrica di un climatizzatore mentre funziona in raffreddamento. Un climatizzatore con valori di EER e COP uguali a 4 produrrà quattro unità di energia termica per ogni unità di energia elettrica prelevata dalla rete, in quanto le altre tre unità vengono dal prelievo dall’ambiente esterno.
La rete e i combustibili da fonti rinnovabili
Proprio in vista delle novità in vigore dal 1° gennaio 2025 la Commissione Ue ha varato le linee guida agli Stati membri per la graduale eliminazione degli incentivi finanziari per le caldaie alimentate solo da combustibili fossili, lasciando la possibilità di mantenere, in via transitoria, solo quelli per gli impianti ibridi. Quando si tratta di caldaie con un solo generatore di calore, il documento specifica che rientrano in questa categoria solo gli impianti che al momento della loro installazione vengono alimentati dalla rete locale con un mix di combustibili che provengono anche da fonti rinnovabili come biometano e idrogeno verde. Ossia i combustibili verdi debbono già essere presenti nella rete, mentre non si deve tener conto delle potenzialità future.
Impianti ibridi con gli incentivi ma solo se la quota di rinnovabili è rilevante
Maggior favore, invece, può essere riservato agli impianti autonomi che abbinano una caldaia a gas con pompe di calore e/o solare termico, ossia che presentano due generatori di calore in grado di attivarsi indipendentemente. La caldaia a gas in questo caso interverrà solo a fronte di temperature troppo basse per garantire un funzionamento ottimale della pompa di calore. L’incentivo per l’installazione potrà comunque essere ancora consentito solo se la quota di energia rinnovabile utilizzata è rilevante. Spetta ai singoli Stati fare i conteggi in merito alla quota in questione, ma comunque, poiché l’obbiettivo finale della direttiva è quello di eliminare l’uso di combustibili fossili nelle caldaie, i sistemi di riscaldamento ibridi dovrebbero essere incentivati ??solo come soluzione transitoria. Per questo il documento della Commissione invita a prevedere incentivi proporzionali alla quantità di energia rinnovabile utilizzata, prevedendo le agevolazioni più significative solo per quelli basati al 100% su energia rinnovabile, ossia a quelli che si basano solo sulle pompe di calore.