L’accesso a trasporti economici e affidabili è uno dei maggiori ostacoli all’occupazione femminile a livello globale. Per questa ragione, nel momento in cui si progettano le smart city, occorre mettere al centro i bisogni delle donne. È la conclusione alla quale arriva uno studio del World Economic Forum.
La priorità è ripensare i trasporti
I trasporti sono una parte essenziale della vita quotidiana, ricordano gli analisti, ma per metà della popolazione i sistemi pubblici non offrono risposte adeguate ai bisogni di mobilità quotidiana.
Considerare le questioni di genere nella progettazione delle smart city significa ad esempio che nel trasporto pubblico non si prendono come riferimento solo gli spostamenti lineari tipici del traffico pendolare 8-19 (maschile), penalizzando il modo di muoversi delle donne che segue modelli più frammentati, fatti di piccoli spostamenti legati alle necessità del lavoro di cura o a forme lavorative part-time. Lo stesso vale per la progettazione degli spazi, che per essere davvero inclusivi vanno ripensati partendo dall’ascolto anche delle istanze femminili, accogliendole e modellandovi attorno le città.
Secondo un recente studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il tasso globale di partecipazione delle donne alla forza lavoro è di poco inferiore al 47%, contro il 72% degli uomini. Con un sistema di trasporti adeguato, aggiunge l’analisi, si potrebbe accrescere l’occupazione femminile di circa un sesto rispetto ai valori attuali, superando così il 60%.
Gli esempi positivi
Tra i casi citati dal World Economic Forum c’è Buenos Aires, che ha messo a punto un sistema di mobilità intelligente basato su analisi di genere. “Il nostro Piano di Genere e Mobilità (Plan de Género y Movilidad) interviene su vari ambiti: pianificazione, progettazione e gestione con una prospettiva di genere; l’obiettivo di aumentare il numero di donne che lavorano nel settore dei trasporti; più ricerca sulla mobilità quotidiana e sulla sicurezza con una prospettiva di genere”, spiega afferma Manuela López Menéndez, assessore ai trasporti e ai lavori pubblici della capitale argentina. La quale ricorda che solitamente le donne impiegano più tempo e denaro per spostarsi per le attività quotidiane e vanno incontro con una certa frequenza a molestie quando si utilizzano i mezzi di trasporto. Il primo passo verso una trasformazione della mobilità basata sul genere è comprendere le esigenze di mobilità uniche e variabili tra i sessi, sostengono gli analisti del Wef.
Mobilità inclusiva
Le città interessate ad approfondire questa e altre questioni relative alla mobilità urbana equa, inclusiva e sostenibile – aggiunge l’analisi – possono aderire all’iniziativa Urban Mobility Scorecards della Global New Mobility Coalition per ottenere l’accesso a una comunità di città, aziende e ong che collaborano per un futuro più sostenibile.