Un ecosistema prospero è un ambiente interconnesso, in cui ogni elemento ha il suo ruolo e contribuisce al benessere generale. E vale anche quando l’uomo ci mette lo zampino: una grande piantagione di caffè, ad esempio, non garantirebbe raccolti abbondanti e lauti guadagni senza l’aiuto di tutti gli organismi naturali che la abitano. Non è una novità, ovviamente, ma un nuovo studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Science aiuta a mettere in prospettiva il valore dei servizi ecosistemici (cioè i benefici garantiti dalla natura agli esseri umani) forniti da insetti e animali: senza api e uccelli l’industria del caffè perderebbe oltre mille dollari per ettaro coltivato, a causa del calo di produttività delle piantagioni.
L’obbiettivo dei ricercatori – provenienti dagli Usa e dalla Costarica – era quello di verificare se differenti servizi ecosistemici, come il controllo dei parassiti garantito dagli uccelli e l’impollinazione delle piante a carico degli insetti, agissero in modo sinergico sulla produttività delle coltivazioni. In passato, spiegano, le ricerche si sono sempre limitate a calcolare gli effetti di singoli elementi dell’ecosistema, e a sommare poi i risultati per ottenere un calcolo di massima dei potenziali benefici che trae la nostra specie dal mondo animale.
La loro ipotesi, evidentemente, era che in qualche modo anche negli ecosistemi la somma sia più grande delle parti: che presi insieme, tutti gli elementi di un ecosistema creino un equilibrio che fornisce benefici superiori a quelli che si possono calcolare prendendo i benefici forniti da ogni elemento singolarmente. Per verificarla, hanno ideato un esperimento sul campo, coinvolgendo 30 piantagioni di caffè del Sud America. Utilizzando reti e altri strumenti di dissuasione, hanno impedito ad api e uccelli di accedere alle piante di caffè, studiando quattro scenari: mancato controllo dei parassiti per assenza di uccelli predatori; mancata pollinazione da parte delle api; mancanza di controllo dei parassiti e di pollinazione; scenario normale, in cui uccelli e api possono svolgere regolarmente le loro attività.
I risultati hanno confermato l’ipotesi dei ricercatori: i danni derivanti dall’assenza combinata di api e uccelli sono risultati maggiori di quelli legati all’assenza di un singolo tipo di animale. In questo scenario, la produttività delle piantagioni è diminuita in totale del 25%, con una perdita economica pari a 1.066 dollari per ettaro. Considerando che l’intera industria del caffè è un comparto da circa 26miliardi l’anno, è facile immaginare quanti soldi girano attorno ai servizi ecosistemici forniti dalla biodiversità animale, anche solo in questo campo.
“Una delle ragioni più importanti per cui misuriamo questo contributo è aiutare a proteggere e conservare le molte specie da cui dipende il nostro benessere, e che spesso diamo per scontate”, racconta Natalia Aristizábal, ricercatrice dell’Università del Vermont che ha partecipato allo studio. “Uccelli, api e milioni di altre specie sostengono le nostre vite e la nostra sussistenza, eppure attualmente sono a rischio a causa della perdita di habitat e dei cambiamenti climatici”.