Più ombra in casa e meno spesa per il climatizzatore grazie alle pergole bioclimatiche che hanno l’obbiettivo di limitare l’ingresso del sole in casa e garantire un clima più confortevole in maniera del tutto naturale, e ora si possono installare senza la necessità di richiedere permessi al Comune. Le novità grazie agli emendamenti approvati al decreto Salva casa, che entro il 28 luglio sarà definitivamente convertito in legge, e che fa rientrare a pieno titolo queste strutture nell’edilizia libera. Oltre all’installazione semplificata, poi, di qui fino a fine anno è possibile approfittare dell’ecobonus al 50% quando sono rispettati i requisiti richiesti dall’Enea per le schermature solari.
Più ombra e meno calore interno
Tecnicamente le pergole bioclimatiche sono strutture fisse, di legno o altro materiale, che fungono da sostegno per una copertura costituita da lamelle frangisole orientabili. Le lamelle, cioè, esattamente come nel caso delle tende veneziane, si possono orientare in modo da garantire un riparo ottimale dal sole nel corso dell’intera giornata. In sostanza quando sono installate davanti alle porte finestre le pergole bioclimatiche sono in grado di svolgere la stessa funzione delle tende solari a braccio, ma rispetto a queste garantiscono una performance complessivamente migliore in termini di capacità di ombreggiatura, dal momento che le lamelle possono essere regolate in maniera più efficiente e anche per singoli comparti. Ed è proprio questo il motivo per cui questa tipologia di strutture viene considerata in grado di garantire un risparmio energetico in termini di uso dei sistemi di raffrescamento, e quindi può usufruire dell’ecobonus al 50%.
Strutture sempre ancorate alla casa
Il decreto Salva casa da parte sua ha reso più semplice l’installazione delle pergole bioclimatiche proprio per favorire la riduzione dei consumi energetici, limitando le semplificazioni alle sole strutture che rispettano specifici requisiti. Per rientrare nell’ambito dell’edilizia libera, infatti, le pergole bioclimatiche devono presentare caratteritiche tali da poter essere qualificate dall’Enea come “schermature solari mobili”. La struttura che sorregge la copertura deve quindi essere necessariamente addossata alla casa, ossia ancorata e non autoportante come un gazebo, e deve fornire riparo ad una superficie vetrata, finestra o porta finestra che sia. In ogni caso le pergole non possono determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso, e devono avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente nel rispetto delle caratteristiche architettoniche dell’edificio.
Le regole per l’ecobonus
Quanto invece all’agevolazione fiscale, per ottenere l’ecobonus del 50% sulla spesa occorre che siano rispettati anche gli altri requisiti stabiliti dall’Enea ai fini del risparmio energetico. L’agevolazione è ammessa, quindi, solo se le pergole bioclimatiche sono installate sulle pareti della casa con orientamenti da Est a Ovest passando per Sud. Il bonus non spetta, invece, se le strutture sono installate sulle pareti esposte a Nord, Nord-Est e Nord-Ovest, in quanto in questo caso la funzione di riparo da sole è eccessivamente limitata. In aggiunta a questo è richiesta la certificazione dei risultati. Complessivamente, infatti, la struttura deve possedere un valore del fattore di trasmissione solare totale che, accoppiato al tipo di vetro della superficie alla quale funge da copertura, deve essere inferiore o uguale ai minimi prefissati dall’Enea in riferimento alla specifica zona climatica di installazione.