Idee buone, spesso geniali, che però a volte non riescono a decollare: in base alle stime il 95% delle startup fallisce entro i primi quattro anni dalla nascita. E di frequente la causa è la carenza di professionalità adeguate: secondo un report della società di consulenza specializzata CB Insights la terza ragione del fallimento delle startup è la mancanza della squadra giusta. Proprio con l’obiettivo di valorizzare il team e le individualità LifeGate Way, ecosistema di accelerazione rivolto alle startup sostenibili, ha lanciato People, un percorso di perfezionamento e potenziamento del team di gestione di queste società.
Frutto della campagna di crowdfunding conclusa lo scorso aprile da LifeGate, LifeGate Way punta a supportare concretamente e a far connettere tra loro startup che hanno l’ambizione di cambiare il mondo nel rispetto delle persone e del Pianeta, in modo sostenibile e attraverso l’open innovation. Lo scopo è costruire una rete di aziende di successo, che adottino il modello delle benefit corporation e portino innovazione e modelli sostenibili di crescita nei loro settori.
Oltre al programma di accelerazione, LifeGate Way supporta i migliori progetti anche dal punto di vista finanziario, con un focus su quelli in fase early stage: finora gli investimenti effettuati sulle sette realtà selezionate ammontano a circa mezzo milione di euro. Le startup vengono scelte sulla base della loro capacità di aderire a tre pilastri: People, perché le imprese sono fatte innanzitutto da persone, i cui sogni, talenti e competenze devono essere valorizzati; Planet, perché l’azienda deve prefiggersi di ottenere un impatto ambientale e sociale positivo; Profit, perché deve anche creare valore economico per i suoi azionisti e per la comunità.
Il percorso People prenderà il via a gennaio 2022 e si articola in sei appuntamenti, con lo scopo di aiutare le startup selezionate a creare un team forte, allineato, che comunichi correttamente e alimenti il benessere delle persone, che rappresentano il vero valore delle realtà imprenditoriali. “Abbiamo scelto di investire in primis sulle persone perché siamo convinti che il valore di un’idea passi da chi l’ha avuta e ogni giorno investe tempo, energia e risorse per trasformarla in un progetto reale, concreto e sostenibile a 360°, anche dal punto di vista del business”, ha spiegato Omar Bertoni, ceo di LifeGate Way. “Proprio per questo motivo LifeGate Way ha deciso di partire dall’accompagnamento dei team per lo sviluppo di nuovi modelli di business, quei modelli che stanno già cambiando il mondo. Le startup, come tutte le imprese, possono innovare lavorando in modo sostenibile”.
Tra le startup che fanno già parte dell’ecosistema di LifeGate Way ci sono tre realtà che hanno sviluppato concretamente il concetto di sostenibilità, ciascuna in un ambito diverso e valorizzando caratteristiche tipiche del made in Italy: Orange Fiber, azienda nata in Sicilia che ha brevettato un metodo per ricavare una fibra tessile dalle bucce di scarto delle arance; Deesup, marketplace dedicato a pezzi iconici di design di seconda mano; Biorfarm, piattaforma che consente di supportare i piccoli agricoltori biologici “adottando” una pianta o un intero frutteto. “Siamo impegnati per rendere l’industria della moda più sostenibile e crediamo che far parte del network Lifegate Way possa supportarci nella nostra mission, generando valore aggiunto per lo sviluppo della nostra azienda e per il team che ogni giorno investe tempo, risorse ed energie per farla crescere”, ha commentato Enrica Arena, cofondatrice di Orange Fiber, che in Sicilia rappresenta un esempio concreto di economia circolare. L’azienda di Catania trasforma gli scarti di lavorazione della spremitura delle arance – oltre 700mila tonnellate all’anno di residui umidi, il cui smaltimento comporterebbe costi economici e ambientali non trascurabili – in tessuti per la moda, che sono già stati usati da brand come Ferragamo, H&M e Marinella.
Punta a promuovere il valore etico del riuso del design di alta gamma Deesup, startup innovativa nata nel 2017 per diffondere un nuovo modello di consumo più sostenibile, estendendo il ciclo di vita dei prodotti di design. Il marketplace conta 20mila utenti e oltre un migliaio di venditori, che commerciano pezzi unici e autentici. Attraverso la vendita di articoli di seconda mano si limita l’eccesso di produzione, tagliando anche i costi ambientali – in termini di emissioni di CO2 – dell’eventuale smaltimento degli articoli. “Avere un partner come LifeGate è una grande opportunità per noi di Deesup: stiamo infatti conducendo insieme un percorso di crescita che vede la sostenibilità al centro del nostro modello”, ha sottolineato la cofondatrice Valentina Cerolini. “Siamo molto orgogliosi di essere parte dell’ecosistema LifeGate Way, poiché condividiamo il valore della centralità della persona nella vita dell’impresa”.
Consente di “adottare” un albero o un intero frutteto biologico, acquistando successivamente i prodotti online, il modello ideato dal giovane calabrese Osvaldo De Falco, ceo di Biorfarm. Un modo per sostenere concretamente i piccoli agricoltori e promuovere il consumo di frutta biologica e di stagione, al di là delle logiche della grande distribuzione. “Crediamo moltissimo nella sinergia con LifeGate, che si è concretizzata nel progetto Save The Farm dedicato alle imprese, che possono creare con noi un frutteto aziendale per organizzare varie attività di stakeholder engagement. La frutta può diventare così un benefit per i dipendenti, gli alberi un premio per i consumatori o i clienti”, ha spiegato De Falco. “Per noi il percorso People ha un grandissimo valore in un momento di crescita come quello che stiamo vivendo”.