I provvedimenti del Pnrr offrono prospettive positive per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu su salute e istituzioni, sono sufficienti ma migliorabili per istruzione, imprese, infrastrutture e innovazione, produzione e consumi, sono insufficienti per contrasto alla povertà, parità di genere, occupazione, crescita economica e soprattutto per l’ambiente: il Pnrr e la Legge di Bilancio 2022 non tengono adeguatamente in conto gli Obiettivi dell’Agenda 2030 su energia, acqua, protezione degli ecosistemi, lotta al cambiamento climatico.
È quanto emerge dal rapporto Il Pnrr, la Legge di Bilancio e l’Agenda 2030. Analisi dei provvedimenti alla luce degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile pubblicato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e presentato in diretta su Green&Blue.
ASviS – Il Pnrr, la Legge di Bilancio e l’Agenda 2030: la diretta
Rappresentazione visuale delle valutazioni del contributo che il Pnrr può apportare al raggiungimento dei 17 Goal dell’Agenda 2030 dell’Onu
Il documento esamina il Pnrr e la Legge di Bilancio 2022 alla luce dei 17 Obiettivi e dei 169 Target dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con una valutazione volta a comprendere se e come questi provvedimenti contribuiscano a portare l’Italia verso un modello di sviluppo sostenibile, proponendo considerazioni sull’implementazione del Pnrr e sui prossimi impegni del governo, nel contesto europeo e internazionale, segnato dalla guerra in Ucraina e dalla pandemia.
Ecco la sintesi delle principali osservazioni del rapporto ASviS, suddivise seguendo gli ambiti prevalenti dei 17 Goal dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite rispetto alle quattro dimensioni dello sviluppo sostenibile: sociale, ambientale, economica, istituzionale.
Dimensione sociale
Goal 1 – Sconfiggere la povertà: La pandemia allontana l’Italia dall’obiettivo
La crisi sanitaria, economica e sociale determinata dalla pandemia ha rallentato il perseguimento dei target sulla lotta alla povertà, minacciando i miglioramenti raggiunti. Ricordiamo l’obiettivo Ue di ridurre del 20% entro il 2030 le persone a rischio di povertà o esclusione sociale. ASviS propone di adottare un approccio multidimensionale alle politiche contro la povertà, auspicando in particolare di intervenire non tanto sulla povertà dei redditi quanto su quella dei servizi. Occorre migliorare la capacità di intercettare la povertà effettiva. Prendersi cura dei percettori del Reddito di Cittadinanza (RdC) con una visione d’insieme che tenga conto degli aspetti sanitari, educativi, sociali e lavorativi. L’unica misura del Pnrr direttamente legata a questa tematica è la garanzia di un alloggio a circa 25mila senza fissa dimora, pari al 20% di quanto stimato con l’ultimo censimento della popolazione.
Goal 3 – Salute e benessere: Aumentano i fondi per la sanità pubblica, territoriale e innovazione tecnologica
Due anni di pandemia hanno messo a dura prova le strutture ospedaliere e modificato il quadro epidemiologico del Paese. La speranza di vita in Italia è diminuita da 83,2 a 82,3 anni tra 2019 e 2020. Si è registrato un eccesso di mortalità di 178mila decessi tra marzo 2020 e gennaio 2022. Nonostante le lacune preesistenti, il Ssn ha mostrato una notevole resilienza. La popolazione ha reagito in maniera responsabile alle disposizioni e alla campagna vaccinale. La dedizione del personale sanitario è elevata. Con la Legge di Bilancio è aumentato l’impegno pubblico per il Fondo Sanitario Nazionale: dal 6,8% al 7,9% del Pil, da 121 miliardi a 125 miliardi, con un 13% di incremento del personale nel settore pubblico.
Il Pnrr prevede un notevole sforzo fino al 2026: grazie ai finanziamenti previsti dal Next Generation EU 17,6 miliardi di euro sono destinati al rafforzamento della sanità territoriale e all’innovazione tecnologica. Per la sanità territoriale si prevede di realizzare 1.350 nuove Case della Salute, triplicando il numero di quelle attive nel 2020 e la realizzazione/rinnovo di 400 ospedali di comunità (nel 2020 ne risultavano attivi 163). Per l’innovazione tecnologica si prevede l’acquisto di 3.133 grandi apparecchiature sanitarie, che andrà a incidere sul 46% di quelle attualmente disponibili. Il tutto dovrebbe preludere a un riordino generale del sistema, volto ad aumentare il personale sanitario – specialmente quello infermieristico – promuoverne l’equità, introdurre strumenti di programmazione e monitoraggio più puntuali, fluidi e trasparenti, consentendo di avvicinarsi all’obiettivo di ridurre del 25% la probabilità di morire per malattie non trasmissibili nel 2025 rispetto ai livelli del 2013.
Goal 4 – Istruzione di qualità Il governo deve accelerare sulle politiche scolastiche
In evidenza il fatto che i tempi di realizzazione degli investimenti e delle politiche scolastiche concordate con l’Unione Europea sono molto stringenti, come i target quantitativi della Ue che richiedono, entro il 2030 di: ridurre al 9% il tasso di uscita precoce e al di sotto del 15% gli studenti che non raggiungono il livello sufficiente di competenza alfabetica e matematica; di raggiungere il 50% dei laureati nella popolazione 30-34 anni. Impegni che richiedono un’accelerazione dell’azione del governo in materia. Sul reclutamento dei docenti il Ministero dell’Istruzione (MI) ha annunciato di voler adottare nuove regole di assunzione e formazione iniziale dei docenti entro giugno, per poter assumere 70mila nuovi docenti nei prossimi tre anni, pari al 7,8% del totale. Sui criteri di selezione e abilitazione degli insegnanti c’è ancora incertezza, nonostante la riforma del reclutamento e della formazione iniziale dei docenti entro giugno 2022 sia uno dei traguardi imposti per la successiva tranche di risorse del Pnrr.
Le modalità di sostegno del target 4.7 (educazione allo sviluppo sostenibile) enfatizzano gli aspetti ambientali ma fanno perdere di vista quelli sociali ed economici previsti. Gli interventi dovrebbero inoltre declinarsi tanto nell’educazione formale quando in quella non formale e informale, in una prospettiva di formazione continua per tutte le persone. Positivo il riferimento derivante dal sostegno al Servizio Civile Universale: i giovani saranno impegnati in programmi che riguardano: educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, turismo sostenibile e sociale; promozione di pace, non violenza e difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo, con programmi che rispondono a ciascun obiettivo dell’Agenda 2030.
Goal 5 – Parità di genere Dimezzare il divario occupazionale di genere
Gli interventi previsti dal Pnrr rispondono a problemi specifici e rappresentano strumenti importanti per il riequilibrio delle disparità che colpiscono le donne in Italia, sostenendo le pari opportunità sul lavoro e promuovendo la leadership femminile. Ma l’obiettivo Ue di dimezzare nel 2030 il divario occupazionale di genere rispetto al 2020 resta lontano. Alcuni interventi che potrebbero avere effetti trasversali, come la clausola di condizionalità, devono essere monitorati. Per misurare la reale attuazione degli strumenti di mainstreaming e la qualità della loro applicazione serviranno un sistema informativo ad hoc, informazioni sulla certificazione, un apposito albo degli enti accreditati, l’individuazione e il monitoraggio di indicatori idonei a valutare gli interventi ex ante ed ex post. Il Pnrr si concentra su target importanti per la parità di genere ma non affronta il problema del calo della natalità, prevedendo target solo indirettamente o scarsamente correlati, come l’ancora simbolico congedo obbligatorio di paternità. Si segnala la difficoltà delle donne con figli nel trovare un’occupazione: nel 2020, il rapporto tra i tassi di occupazione (25-49 anni) delle donne con figli in età prescolare e delle donne senza figli è pari al 73,4%.
Goal 10 – Ridurre le disuguaglianze: Rafforzare e monitorare la riduzione delle disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali
In linea con l’obiettivo europeo di promuovere la coesione economica, sociale e territoriale, la riduzione delle disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali dovrà essere rafforzata e monitorata quale priorità trasversale del Pnrr. Si sottolinea la distanza dell’Italia dall’obiettivo quantitativo individuato dall’ASviS di ridurre la disuguaglianza di reddito disponibile rispetto ai massimi europei, distanza aggravata ulteriormente dagli effetti della crisi pandemica. Il Pnrr ha favorito l’adozione della riforma della normativa sulla disabilità, con l’obiettivo di promuovere l’autonomia della popolazione target attraverso una serie di azioni mirate. È altresì rilevante l’impegno verso una riforma organica dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, finalizzata all’individuazione di livelli essenziali delle prestazioni. Occorre tuttavia definire, per ogni intervento, indicatori in grado di qualificare le caratteristiche e l’universalità delle prestazioni erogate dal sistema pubblico, nonché le risorse che li rendano effettivamente esigibili, assieme alla presenza delle diverse e necessarie professionalità. Per alcuni investimenti, come scuole e asili nido, occorre monitorare l’articolazione territoriale, integrare la filiera amministrativa con nuovo personale da reclutare tempestivamente e predisporre i fondi per la gestione.
Dimensione ambientale
Goal 2 – Sconfiggere la fame Agroalimentare, manca una visione olistica
Il Pnrr mira a sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile, in grado di migliorare le prestazioni ambientali e la competitività delle aziende agricole con investimenti che riguardano la logistica, l’innovazione e la meccanizzazione del settore, la gestione idrica, la diversificazione in agrisolare e agrivoltaico (con l’obiettivo di incrementare del +45,2% la produzione di fotovoltaico in agricoltura). Le scelte politiche sono state modellate sulle Strategie europee “Dal produttore al consumatore” e sulla “Biodiversità” che prevedono tra l’altro una quota di coltivazioni biologiche del 25% e la riduzione dell’uso di fertilizzanti del 20% e di fitosanitari del 50%. Il conseguimento di questi obiettivi va valutato nel contesto della Politica Agricola Comune (PAC) e del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-27.
Nel Pnrr sono previsti importanti stanziamenti al Fondo per l’agricoltura biologica, il sostegno alla ricerca nel settore dell’agricoltura bio e di qualità e fondi per le mense scolastiche bio. Manca tuttavia un’azione sistemica per il biologico italiano, che auspichiamo arrivi con la Legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”, approvata il 2 marzo 2022 dopo un iter di 3 anni. Il Pnrr si pone traguardi fondamentali ma, vista la centralità del sistema agroalimentare nell’economia italiana e nel percorso di sviluppo sostenibile, servirebbe una visione più olistica. Mancano interventi sulla sicurezza alimentare, sulla qualità del cibo, sulla salute umana, sull’educazione e la formazione interdisciplinare, sull’alimentazione del futuro, sul ruolo della grande distribuzione organizzata, sul sostegno alle politiche urbane del cibo e sulla necessità di sostenere la trasformazione dell’agricoltura e degli allevamenti intensivi.
Goal 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari Serve un quadro normativo stabile e coordinazione
Nel Pnrr manca una visione sistemica delle risorse idriche, dagli ecosistemi acquatici e della loro protezione, delle dinamiche dei cambiamenti climatici, del depauperamento e all’inquinamento, degli usi irrigui e civili dell’acqua. Si prevede una riduzione del 18,6% dei circa 13,7milioni di abitanti che oggi non sono serviti da impianti di depurazione a norma. Il Pnrr non si integra con alcun piano complementare atto ad affrontare le carenze attuali e le sfide pressanti su una risorsa essenziale, alla base di diritti umani fondamentali e del benessere economico.
ASviS ribadisce la necessità e l’urgenza di avere un quadro normativo stabile e di coordinare le diverse competenze e livelli di governo per superare frammentazione e conflittualità e favorire gli investimenti. Occorre individuare obiettivi condivisi, definire tempi, costi, fonti di finanziamento, senza lasciare indietro nessun territorio. Si ricordano le criticità dei sistemi di distribuzione che, nel 2018, hanno disperso il 40% dell’acqua a fronte di un obiettivo del 10%. Si evidenzia l’urgenza di superare le ambiguità in relazione all’esito referendario del 2011 sulla gestione dell’acqua, su cui il governo deve esplicitare con chiarezza quale posizione intende assumere.
Goal 7 – Energia pulita e accessibile Il contrasto alla povertà energetica non è contemplato
Il contrasto alla povertà energetica (target 7.1) divenuto di drammatica attualità con la guerra in Ucraina, non è contemplato dal Pnrr. ASviS propone di esentare dal pagamento degli oneri di rete e dei consumi la fascia più povera della popolazione per quanto riguarda acqua, elettricità e gas. Serve un sistema di governance multilivello per affrontare la povertà energetica, con il coinvolgimento di Regioni e Comuni, privilegiando le comunità energetiche entro le quali si possono ristabilire pratiche solidaristiche a favore delle famiglie e delle imprese.
Il Pnrr non indica obiettivi per le energie rinnovabili – come invece fatto a livello europeo, con l’obiettivo del 40% sul totale dell’energia utilizzata entro il 2030 – proprio mentre il sistema industriale si dichiara disposto a conseguire, in tre anni, gli Obiettivi al 2030 per quanto riguarda il settore elettrico. Sono utili la riforma del sistema delle autorizzazioni, responsabile dell’attuale stallo, lo sviluppo dell’agrivoltaico, la promozione del biogas e la realizzazione di comunità energetiche nei piccoli comuni, per i quali il Piano prevede un incremento di circa il 39% della potenza fotovoltaica installata.
Lo stoccaggio energetico è incerto e non ha budget, salvo l’idrogeno – purtroppo non necessariamente green. Per l’efficienza energetica si fa conto sui certificati bianchi e il Superbonus 110%, le cui prestazioni energetiche sono in dubbio, minando la capacità dell’Italia di raggiungere il target europeo di riduzione dei consumi finali lordi del 14,4%. Manca un piano settoriale per l’edilizia pubblica. Ricordiamo che per i nuovi edifici si deve rispettare la direttiva Ue che prevede l’obbligo di realizzare edifici a energia quasi zero (un edificio a elevata efficienza energetica). Non vengono presi impegni per la cooperazione internazionale con i Paesi più poveri (target 7a, 7b).
Goal 11 – Città e comuni sostenibili: Le risorse ci sono ma sono troppo frantumate
Le importanti risorse disponibili, oltre a quelle previste dal Pnrr sono frantumate in programmi scollegati tra di loro. I fondi per la politica abitativa sono molteplici e privi di una programmazione poliennale. Occorre affidare al Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU) appena ricostituito il compito di coordinare tutti i programmi e di elaborare l’Agenda urbana nazionale.
Mobilità: gli autobus a emissioni zero dovrebbero raddoppiare entro il 2026, con 3mila nuovi veicoli che però corrispondono solo al 6,8% dell’attuale parco autobus nazionale. La realizzazione dell’investimento previsto per il trasporto rapido di massa dovrebbe incrementare del 26,1% questa infrastruttura senza però incidere sul divario con i principali Paesi europei. I 365 km in più di piste ciclabili previsti per le zone urbane contribuiscono in minima parte al conseguimento dell’obiettivo europeo del raddoppio entro il 2030.
Goal 13 – Lotta contro il cambiamento climatico: Le uniche dichiarazioni soddisfacenti arrivano dal Mise
Il Pnrr deve destinare almeno il 37% delle risorse all’azione climatica: un vincolo impossibile da valutare ex ante senza esaminare ciascuna misura nel dettaglio. Per ora le dichiarazioni di conformità sono soddisfacenti solo da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Mancano misure per rafforzare la resilienza e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali (target 13.1) salvo che per il dissesto idrogeologico, la cui origine climatica è difficile da quantificare. Il Pnrr prevede di ridurre del 22% la quota di popolazione esposta ai rischi di alluvione. In evidenza l’urgenza di adottare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) con i relativi impegni di finanziamento.
L’Italia ha bisogno di una Legge sul clima (target 13.2) e di dotarsi di un nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) che si conformi ad essa e ai nuovi target europei 2030 – 2050. L’Italia ha la possibilità di raggiungere il 65% di abbattimento delle emissioni al 2030, accelerando la transizione energetica, investendo di più su rinnovabili ed efficienza, abbandonando il gas naturale e i progetti di confinamento geologico della CO2. Manca una riforma della fiscalità che assicuri l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) e adotti una carbon tax e una border tax. Nel Pnrr non si accenna all’eliminazione graduale del carbone, né alla chiusura del mercato dei veicoli endotermici.
Manca una visione delle priorità e della trasversalità delle strategie di mitigazione climatica. Non è chiara la governance con cui si devono mettere in relazione tutti i progetti e gli obiettivi climatici in termini di spesa, impatto e monitoraggio, con specifico riferimento al Principio del do not significant harm previsto dal NextGeneration EU secondo cui gli interventi previsti dai Pnrr nazionali non devono arrecare nessun danno significativo all’ambiente. Data la complessità e la specificità locale dell’adattamento, ASviS evidenzia il bisogno di formare esperti in grado di affiancare le amministrazioni locali. Mancano impegni specifici per la cooperazione internazionale.
Goal 14 – Vita sott’acqua: Recuperare il prima possibile i ritardi accumulati
L’unico investimento previsto nel Pnrr dovrebbe essere collegato a un quadro ampio di azioni che recuperino quanto prima possibile i ritardi accumulati, soprattutto per l’attuazione della Strategia marina Ue. Una strategia che richiede misure d’azione efficaci che considerino le pressioni antropiche di diversa natura e le diverse politiche incidenti sulla qualità delle acque marine, valutandone i costi diretti e indiretti, compresi quelli dell’inazione.
Il tema deve essere affrontato con un approccio sistemico e integrato, come indicato dalla Mission Starfish 2030 del programma di ricerca del Green Deal europeo, con valutazioni d’impatto ex ante ed ex post di tutte le politiche. Mancano azioni per contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia europea per la biodiversità per il mare, quali la protezione di almeno il 30% delle aree marine costiere, delle quali almeno il 10% a rigorosa protezione, e l’azzeramento del sovrasfruttamento degli stock ittici entro il 2030. ASviS ribadisce la richiesta di dare seguito a quanto riportato nel Quarto Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia del 2021 sui mari, e nei relativi target al 2030.
Goal 15 – Vita sulla terra: Investimenti frammentari, non altezza delle sfide
Nel Pnrr mancano, come già evidenziato nel 2021, le indicazioni della nuova Strategia europea per la biodiversità, proponendo solo investimenti frammentari, non altezza delle sfide. Non si tiene conto dell’obiettivo di proteggere il 30% del territorio nazionale, né di quello di azzerare il consumo di suolo, né di lavorare verso un target di azzeramento e di ripristino degli ecosistemi terrestri degradati.
Non viene data alcuna considerazione alle Raccomandazioni presentate nel Quarto Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale 2021, in primo luogo rispetto alla visione su cui è basato: “La nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato – e alla necessità di avviare una grande – opera pubblica di tutela e ripristino dei nostri ambienti terrestri e marini, la riduzione delle sostanze inquinanti a livello di produzioni agricole e del consumo di suolo, che costituiscono la base fondamentale del benessere e della salute di tutti noi”.
Dimensione economica
Goal 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica: Il tema della piena occupazione non è affrontato in modo sistemico
Il Pnrr non affronta in modo sistemico il tema della piena occupazione, neanche considerando lo stock e il flusso prevedibile di capitale umano interno e immigrazione nel nostro Paese fino al 2026, considerando: i fabbisogni per competenza e settore; gli ingressi stimati dal sistema educativo nazionale: le uscite prevedibili in funzione del sistema pensionistico in vigore; la sussidiarietà del terzo settore.
Il Pnrr non impatterà in modo significativo sulla disoccupazione giovanile, nonostante la situazione dell’Italia sia tra le peggiori in Europa e nonostante la priorità trasversale attribuita ai giovani nel Piano stesso. Per sottolineare la nostra situazione ricordiamo che i neet nel 2020 sono oltre il 23% e che l’obiettivo Ue è quello di scendere al 9% al 2030. Le previsioni del MEF per l’impatto occupazionale del Pnrr sui giovani, basate sulla crescita economica dei prossimi anni e sulla creazione di nuovi bacini di impiego, non tengono conto dell’effetto asimmetrico già registrato durante la recessione del decennio precedente, della pandemia e ora anche della crisi ucraina: sarebbero dunque già da rivedere, così come la valutazione ex ante sul rispetto del pilastro europeo sui diritti sociali 241/2021.
Per raggiungere il 78% del tasso di occupazione al 2030 previsto dall’Ue è urgente predisporre una strategia nazionale per l’occupazione con effetti diretti e non solo indiretti. Tra le priorità ci sono la formazione e la riqualificazione professionale, il sostegno a giovani e donne, gli incentivi per il settore privato, la creazione di un’occupazione stabile, dignitosa e poco suscettibile agli shock. Il Pnrr mira a ridurre il lavoro irregolare dal 12,6% nel 2019 al 10,6% nel 2026, aumentando le ispezioni sui luoghi di lavoro da circa 80mila a oltre 100mila.
Goal 9 – Imprese. innovazione e infrastrutture: Importante investire investire in piattaforme e servizi digitali
Tra i grandi investimenti infrastrutturali previsti dal Pnrr ci sono le ferrovie: si prevede di realizzare 541 chilometri di linee ad alta velocità al 2026, incrementando la rete attuale del 74%. Mancano misure dirette per lo sviluppo dell’alta capacità. Si evidenzia l’importanza di investire in piattaforme e servizi digitali per automatizzare l’intermodalità. L’impegno per la copertura della rete Gigabit su tutto il territorio nazionale ha tra gli obiettivi prioritari quello di garantire a tutte le famiglie la copertura della rete a 1 Gigabit/s entro il 2026 (contro il 30% nel 2020). Si ricorda che il Pnrr non supporta adeguatamente la crescita economica e occupazionale delle imprese. Per la ricerca, in evidenza la necessità di favorire la partnership tra pubblico e privato e di far sui piani industriali di ricerca specializzata già presenti, semplificando le procedure di partecipazione ai bandi. Si ricorda che il Pnrr prevede l’aumento di 15mila borse di dottorato, con un aumento del 50,6% del totale, in linea con l’obiettivo Ue di investire il 3% del pil in ricerca e sviluppo.
Goal 12 – Consumo e produzione responsabili: Cambiare mentalità e approccio
Per il consumo responsabile occorre sostenere: un cambiamento culturale, tramite la leva fiscale a favore delle aziende responsabili e con iniziative diffuse di formazione; le scelte consapevoli dei cittadini che inducono i comportamenti virtuosi dei produttori; la transizione digitale per l’informazione diffusa sulla sostenibilità di prodotti e servizi; la responsabilità del mercato pubblico secondo criteri ambientali e sociali minimi, con una politica omogenea e coordinata a livello nazionale e una rendicontazione degli acquisti della Pubblica Amministrazione.
Sulla produzione responsabile vanno sostenuti: l’innovazione tecnologica, organizzativa e di prodotto orientata alla sostenibilità e alla crescita delle competenze professionali nelle imprese; l’adozione della strategia nazionale per l’economia circolare, rendendo competitive sul mercato le materie prime seconde, normando l’End of Waste, intervenendo sulla fiscalità, estendendo la durata dei prodotti con una progettazione modulare; la tracciabilità dei beni e risorse nel loro ciclo di vita; la riparabilità, il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero dei rifiuti e l’investimento per recuperare il grave gap impiantistico; i sistemi di responsabilità estesa del produttore, in modo che si faccia carico del destino finale del prodotto; una progettualità sul commercio e sulla distribuzione moderna con la pianificazione delle strutture commerciali, una crescente digitalizzazione e processi di vendita multicanale. Si ricorda che l’Italia ha raggiunto nel 2019 un tasso di riciclaggio di poco superiore al 50% mentre l’Ue chiede di arrivare al 60%. Nel merito: il Pnrr prevede di ridurre il gap tra tre Regioni/Provincie autonome più virtuose per la raccolta differenziata (Trento, Veneto e Sardegna) e le tre peggiori (Lazio, Sicilia e Calabria).
Dimensione istituzionale
Goal 16 – Pace, giustizia e istituzioni solide: Positive le riforme strutturali
Nel complesso di valutano molto positivamente le riforme strutturali e i meccanismi di governance approvati nel 2021 in materia di giustizia e Pubblica Amministrazione, in linea con i macro-obiettivi fissati. Rispetto alla giustizia, il Pnrr prevede la riduzione dei tempi di trattazione dei procedimenti civili e commerciali del 40% e quelli penali del 25%, andando a incidere direttamente sulla capacità dell’Italia di raggiungere l’obiettivo quantitativo proposto dall’ASviS.
È ancora in fase di approvazione definitiva la Legge delega sul Codice degli appalti, terza grande riforma che il governo si è impegnato a realizzare nel primo semestre 2022. Il buono stato di avanzamento delle riforme è considerato propedeutico allo scatto in avanti dell’Italia in termini di competitività, digitalizzazione, semplificazione, efficienza e certezza dei tempi di risposta della Pubblica Amministrazione. Resta ancora da consolidare la capacità attuativa e di monitoraggio degli investimenti attivati dal Pnrr, specialmente di quelli destinati alle comunità di cittadini. Si auspica il rafforzamento e una migliore configurazione open source della piattaforma Italia Domani, per offrire sia un maggiore presidio in termini di trasparenza e responsabilità di esecuzione rispetto ai crescenti fenomeni di illegalità che interessano i fondi erogati (quali infiltrazione criminale, corruzione, frodi, truffe e riciclaggio) sia una più elevata partecipazione civica rispetto ai progetti previsti dal Pnrr stesso e garantirne maggiore accessibilità. Per l’affollamento delle carceri si sottolinea che il Pnrr non prevede azioni per raggiungere il target proposto dall’ASviS che prevede l’azzeramento del sovraffollamento nelle carceri italiane entro il 2030.
Goal 17 – Partnership per gli obiettivi: Mancano le misure in questa direzione
Il Pnrr non presenta misure che vanno nella direzione di questo goal, essendo carente di un orizzonte internazionale che collochi l’Italia nella sua interrelazione con altri Paesi e società. Una mancanza del Pnrr che ASviS auspica venga colma, vista anche la guerra in Ucraina, da cui emerge la criticità dell’interdipendenza tra i diversi fattori che incidono sul funzionamento delle filiere internazionali, per le quali occorre individuare misure di resilienza adatte. ASviS auspica inoltre che vengano programmate misure efficaci per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati.