Una serie di interviste realizzate da Green&Blue per capire cos’è il Pniec, misterioso acronimo da cui però dipenderà il nostro futuro energetico e climatico. E un convegno voluto da Ecco, il think thank italiano sul clima, per sollecitare la politica a occuparsene. Sono due iniziative messe in cantiere proprio mentre inizia oggi il conto alla rovescia per il Piano nazionale integrato energia e clima. Le scadenze che attendono il governo italiano si avvicinano: entro giugno il Piano andrà presentato alla Commissione europea perché possa essere approvato dalla Ue, eventualmente modificato, e infine approvato definitivamente entro la fine del 2023.
Piano nazionale energia e clima (Pniec): come influirà sulle nostre vite
Ma il percorso, almeno formalmente, inizia oggi, 15 marzo: i governi europei dovrebbero infatti inviare a Bruxelles un progress report, una relazione sui progressi fatti finora nella stesura dei rispettivi Pniec. A quanto risulta, l’Italia è in ritardo già su questo primo appuntamento. In realtà, il nostro Paese un Pniec lo ha. Il problema è che risulta ormai drammaticamente obsoleto, essendo stato varato quando la crisi climatica appariva (almeno alla politica) meno urgente e quando i target di tagli alle emissioni dettati dall’Unione europea erano completamente diversi. La versione attuale del Piano registra infatti un meno 40% di CO2 emessa entro il 2030, mentre i nuovi obiettivi Ue sono del 55% entro fine decennio e 100% al 2050. Un ulteriore 15% di gas serra da ridurre che farà una grande differenza. Per le imprese e le famiglie. Perché il Pniec, una volta riscritto, sarà la cornice entro cui inquadrare tutti i provvedimenti nazionali con possibili ripercussioni sull’ambiente. Che si tratti di una nuova legge sulla efficienza energetica delle abitazioni, sul tipo di automobili con cui ci muoveremo nei decenni a venire, sulle fonti di energia con cui produrremo la nostra elettricità, ogni norma varata in Italia dovrà essere coerente con il nuovo Piano energia e clima.
Eppure, nonostante le scadenze ravvicinate, pochi ne parlano, a cominciare dai politici, forse convinti, perfino loro, che sia una questione da addetti ai lavori. “E invece, viste le ripercussioni che avrà sulle nostre vite, il Pniec riguarda tutti, è di tutti”, dice Matteo Leonardi, cofondatore di Ecco e direttore esecutivo per le politiche nazionali. “Il Parlamento è chiamato a esercitare il proprio ruolo di garante di tutte le istanze della società, promuovendo un dibattito pubblico”. Proprio per sensibilizzare la politica, Ecco ha organizzato un convegno aperto al pubblico alla Camera il 21 marzo prossimo.
Parallelamente Green&Blue, in collaborazione con Ecco, da qui a giugno seguirà l’iter del nuovo Pniec con una serie di videointerviste a climatologi, economisti, sindacalisti, ministri. Obiettivo: aiutare i lettori a comprendere cosa c’è in gioco con il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima. Il primo appuntamento oggi, con Chiara Di Mambro, responsabile delle politiche di decarbonizzazione di Ecco: “Il piano è un’opportunità. E riguarda tutti”.