Secondo il Dipartimento di agricoltura statunitense, le capacità riproduttive di circa un terzo delle colture alimentari dipendono almeno in parte dall’attività degli animali impollinatori, come insetti, uccelli e pipistrelli. Purtroppo, il cambiamento climatico, l’inquinamento atmosferico e la distruzione degli habitat a causa dell’urbanizzazione stanno contribuendo al declino, in termini sia di abbondanza che di biodiversità, di molte specie di impollinatori e in particolare degli insetti appartenenti a questa categoria, come api, falene, farfalle, coleotteri. Ma, secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Tennessee a Knoxville (Stati Uniti) e appena pubblicato su Plos One, c’è qualcosa di molto semplice che possiamo fare per invertire questo andamento: piantare fiori, indipendentemente dal contesto (urbano o rurale) in cui si ha modo di farlo.
Gli autori dello studio hanno infatti analizzato l’abbondanza e la biodiversità degli insetti impollinatori in quattro tipologie di giardino, ciascuna replicata all’intento di cinque contesti diversi: un contesto urbano, un prato da pascolo, un appezzamento di terra adibito ad agricoltura mista, uno adibito ad agricoltura biologica e, infine, una foresta. Per quanto riguarda le quattro tipologie di giardino, i ricercatori hanno utilizzato un giardino “misto”, costituito cioè da specie vegetali appartenenti a tre diverse famiglie di piante da fiore tipiche degli Stati Uniti (quella delle Asteraceae, quella delle Fabaceae e quella delle Lamiaceae), e tre giardini “omogenei”, ossia costituiti unicamente da una di queste tre famiglie di piante da fiore.
Fra luglio e agosto, periodo di massima fioritura di queste piante, gli autori hanno poi monitorato il numero e le specie di insetti impollinatori presenti nei diversi giardini e anche nel raggio di 50 metri dagli stessi. In particolare, hanno preso in considerazione gli insetti che sono stati visti entrare in contatto con le parti riproduttive delle infiorescenze. Ne è emerso che, fra i giardini, quello inserito all’interno dell’appezzamento di terra adibito ad agricoltura mista ha mostrato la più elevata abbondanza di impollinatori. Per quanto riguarda il campionamento nelle aree circostanti i giardini, la maggiore abbondanza di questo tipo di insetti è stata invece riscontrata nella zona attigua al giardino inserito all’interno del contesto urbano.
Tuttavia, i fattori che hanno avuto maggiore impatto sull’abbondanza e sulla biodiversità delle specie di insetti impollinatori sono stati il numero di fiori disponibili e la varietà delle specie di piante presenti nei giardini: “Spesso ci chiediamo come l’area circostante i nostri giardini influenzi gli impollinatori che visitano i nostri fiori – commentano i ricercatori – Nel nostro studio abbiamo scoperto che il numero e i tipi di fiori del giardino stesso erano più importanti per l’abbondanza e la diversità degli impollinatori rispetto al contesto locale o paesaggistico circostante”.